La storia di Andy Diaz, dalle notti sul marciapiede davanti alla questura alle medaglie con l'Italia.

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A dire la verità qualcuno lo conosce: è Fabrizio Donato, bronzo ai Giochi di Londra nel 2012, allenatore. Andy lo cerca su Instagram, gli scrive. "L'avevo incrociato in un paio di competizioni, ma non lo conoscevo. Desideravo essere allenato da lui, e speravo nel suo aiuto. Quando non hai nulla, le speranze sono tutto". Donato non ha dubbi, gli apre le porte di casa, lo ospita e lo allena, lo aiuta a prendere il permesso di soggiorno. "Dopo la prima telefonata ho cercato di capire come aiutarlo - ha raccontato in questa intervista - Mi sono fatto consigliare da un amico poliziotto, e poi ho spedito Andy a fare la richiesta di asilo politico. È stata la condizione che gli ho posto: ti aiuto solo se fai il percorso secondo le regole. Non se l'è fatto ripetere: ha dormito due notti davanti alla questura per fare i documenti". A consigliare Donato è anche la moglie, un'altra ex atleta, Patrizia Spuri, che le racconta di quando alle scuole superiori, a Rieti, il professore di educazione fisica prendeva in casa i ragazzi in difficoltà. E così hanno fatto Donato e Spuri, "con grande gioia delle nostre figlie, che l'hanno insignito della carica onorifica di fratello maggiore".
Per gareggiare con l'Italia ci vogliono 3 anni, intanto anche la mamma di Diaz raggiunge l'Italia. Fino al 2023 gareggia con l'Atletica Libertas Unicusano Livorno, poi passa alle Fiamme Gialle. Nel febbraio 2023 arriva anche la cittadinanza italiana, su proposta direttamente del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che delibera il conferimento in considerazione "dell'attivazione della procedura da parte del Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), che ha segnalato l'atleta di salto triplo per gli ottimi risultati conseguiti nella propria disciplina sportiva". A conferma di come la cittadinanza, quando si vuole, viene concessa. E la storia di Andy Diaz è una storia di sport, di fratellanza, di aiuto, di incontro. Una storia che merita di essere raccontata e che deve far riflettere. Come ha scritto su Il Tirreno Alessandro Bernini: "Diaz dorme due notti davanti alla questura per fare i documenti, come fanno anche tanti altri che però non avranno mai un buon motivo per veder raccontata la loro storia".
Ecco, un pensiero dietro a questa medaglia va anche a loro. A chi scappa dalla guerra, dalla fame, dalla morte, dalla violenza senza portare in dote un record del mondo o una statistica. Ma solo la loro vita.
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