Novak Djokovic a 36 anni compiuti porta a casa il terzo Open di Francia della sua lunga e prestigiosa carriera.
"Io non sono il nuovo che avanza/ Sono il vecchio che si riconferma" cantava Salmo in PxM. E Novak Djokovic a riconfermarsi ci ha preso gusto andando contro quei "pazzi" ed estremisti che ancora lo criticano.
Novak Djokovic a ben 36 anni porta a casa il terzo Open di Francia della sua carriera battendo in tre set il norvegese Ruud. Una vittoria che simboleggia un appuntamento con la storia in quanto si porta a quota 23° slam divenendo di conseguenza il primo nella storia del tennis maschile. Ritorna anche in prima posizione in classifica dopo averla persa un mese fa grazie alla sconfitta contro Rune agli Internazionali di Roma.
All'inizio Ruud sembrava poter tenere testa a Novak. Va subito tre giochi a zero mandando segnali positivi. D'altronde è la sua seconda finale e non vuole tornarsene ancora a mani vuote. Il fatto è che uno se la può studiare come vuole guardandosi anche ore e ore di match dell'avversario. Ma quando hai davanti uno come Djokovic devi metterti in testa che si può studiare ben poco e sperare tanto. O sei in partita oppure prendi la botta. Ed infatti Novak si stabilizza e punisce il norvegese che durante tutto il match compie una serie di errori indecifrabili. Domina per tutta la partita il serbo senza farsi mettere i piedi in testa. Perché è una vittoria che vale la storia.
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La sfida tra Djoković e Rune non è più una sfida impossibile. Ma il simbolo del tempo che passa. Anche nel tennis.
Inarrestabile e contro corrente con una classe immensa. Ancora una volta dimostra al pubblico e a se stesso di essere tra i più grandi di sempre se non il più grande. Difficile buttarlo giù, nemmeno i fischi sembrano poterlo scalfire.
Ora va posta una domanda molto importante. Riuscirà Novak a vincere il Grande Slam? C'era andato vicino due anni fa nel 2021 ma a far sfumare i suoi sogni di gloria fu Medvedev che lo sconfisse in finale agli US Open per ben tre set a zero e tutti con 6 giochi a 4. Nola è a metà strada. Wimbledon e poi ancora l'America, terra di sogni e di gloria ma allo stesso tempo di sventure.
In questo Roland Garros non lo ha fermato nessuno e non intende farsi fermare nemmeno in Inghilterra a luglio. Non è riuscito a batterlo nemmeno Carlos Alcaraz che in quel momento era primo al mondo. Ora torna in cima lui e vede gli altri dall'alto. E dalla Francia è tutto. Almeno per ora. Almeno per quest'anno.
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