La maratona è l'evento più importante dei Giochi Olimpici, voluta per celebrare la corsa di un messaggero greco che percorse a piedi i 42 km che separavano Atene da Maratona dove gli ateniesi avevano sconfitto l'esercito persiano e creare così un ponte simbolico con la Grecia antica; nacque in concomitanza con la prima Olimpiade dell'era moderna, quella di Atene del 1896, ma già 8 anni dopo rischiò di essere cancellata dal programma olimpico, dopo uno dei peggiori disastri organizzativi nel mondo dello sport.
La terza edizione dei Giochi Olimpici moderni si tenne nel 1904 a St. Louis, per la prima volta sul suolo americano. Per celebrare l'evento a incoronare il vincitore della maratona, l'evento principale, era stata chiamata Alice Roosevelt, la figlia del presidente degli Stati Uniti ma anche lei rimase sconvolta da quello che successe.
Le cose andarono male fin da subito, si correva alle tre di pomeriggio sotto un sole cocente e per i poveri corridori era stata allestita una sola area di rifornimento per l'acqua lungo tutto il percorso; ad aggravare la situazione ci pensarono gli ufficiali di gara che insieme alla polizia e alla stampa pensarono bene di posizionarsi con il loro plotone di auto davanti ai partecipanti. Era il 1904 e le strade di St. Louis non erano ancora state asfaltate, in poco tempo si alzò un polverone enorme che rese difficile la vista e la respirazione degli atleti. I risultati di questa scelta sono abbastanza prevedibili: un atleta iniziò a vomitare dopo solo pochi chilometri, un altro fu trovato steso per terra, quasi morto, la polvere aveva quasi distrutto le pareti del suo stomaco.
Ma non furono gli unici ad avere problemi: l'uomo che arrivò quarto, il cubano Félix Carvajal giunse ai Giochi grazie a una colletta organizzata nel suo paese, arrivato in America però perse tutto giocando ai dadi e si fece mantenere da tre atleti americani che gli offrirono vitto e alloggio, si presentò alla gara con un abbigliamento quantomeno sui generis, ai piedi aveva un paio di mocassini con i tacchi, una camicia bianca larga e pantaloni neri aderenti, durante la corsa era così affamato che rubò delle mele in un campo, mele che però erano acerbe e gli provocarono forti dolori di stomaco per tutto il resto del percorso, questo però non gli ha impedito di intrattenere il pubblico come un comico, il tutto mentre correva; un gruppo di atleti fu costretto ad abbandonare la gara perché venne inseguito da un branco di cani randagi che li portarono sì a correre più veloci ma su una strada sbagliata; ci fu anche un incidente tra due macchine degli ufficiali di gara.
Le stranezze non sono finite qui però perché mentre il secondo arrivato, che a 10 km dalla fine stava per ritirarsi si rianimò dopo aver bevuto un bibitone di tuorlo d'uovo, brandy e stricnina, una sorta di doping ante litteram, che comunque ai tempi non era ancora considerato illegale, fu colui che tagliò il traguardo per primo a rendere il tutto più comico di quanto già non lo fosse.
L'americano Frederick Lorz tagliò il traguardo con un ottimo tempo, di molto inferiore a quello con cui aveva partecipato alle due edizioni precedenti della maratona di Boston. Alice Roosevelt lo stava per incoronare vincitore quando qualcuno iniziò a gridare di fermare tutto perché Lorz era un imbroglione. Era stato visto salire su una macchina con la quale aveva superato tutti gli altri e una volta in testa aveva ripreso a correre come se niente fosse. Lorz, che aveva preso l'intera situazione come una farsa confermò tutto, disse che in realtà aveva deciso di ritirarsi e salì sulla macchina del suo allenatore, si mise persino a salutare ironicamente gli altri corridori mentre li sorpassava, dopo qualche chilometro però l'auto subì un guasto meccanico e fu costretto a proseguire a piedi finché non si ritrovò da solo davanti al traguardo tra la gente che lo applaudiva. Lorz fu squalificato e radiato dalle competizioni a vita, e la vittoria fu assegnata a Thomas Hicks, il secondo arrivato, quello del bibitone. La radiazione, tuttavia, gli fu revocata l'anno successivo quando fu acclarato che il suo non fu un vero e proprio tentativo di barare, con tanto di dichiarazione sottoscritta da Lorz in cui si scusava per il gesto. Una volta riammesso partecipò di nuovo alla maratona di Boston nel 1905, che stavolta vinse senza sotterfugi.
Nonostante tutto la maratona fu confermata e nel 1908 si tenne a Londra, dove un eroico Dorando Pietri tagliò il traguardo barcollando, aiutato dai giudici e perciò squalificato, ma questa è un'altra storia.
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