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Lo stemma dell’Athletic Bilbao sul campanile di Santa Maria la Mayor

Ecco la storia dello scultore Antonio Servàn, el Rana, e dello stemma dell'Athletic Bilbao sul campanile della chiesa medievale di Santa Maria la Mayor

Avere una passione per qualcosa significa dedicare una parte considerevole del proprio tempo ad essa, in modo disinteressato e puro, vuol dire sapersi emozionare con essa, ma anche volerne sapere sempre di più, persino il più piccolo dei dettagli. Questo per me è il calcio, passione sconfinata, ed è proprio da questa premessa che sono voluto partire per raccontarvi una storia a mio avviso incredibile e meravigliosa al tempo stesso.

Trujillo tra religione, calcio e arte

Tempo fa, ascoltando una delle voci più conosciute del giornalismo sportivo italiano di oggi, Stefano Borghi, grande conoscitore e appassionato di calcio, sono rimasto folgorato da una storia sull'Athletic Bilbao, al cui interno si intrecciano religione, calcio e arte, ambientata non nei paesi baschi bensì a Trujillo. Incuriosito, ho perciò deciso di approfondire la vicenda, e qui di seguito, se vorrete ascoltarla, ve la presenterò.

Trujillo e la comunità della Extremadura

Francisco Pizarro, una delle personalità storiche della Extremadura (Fonte: Wikipedia)

Siamo a Trujillo, piccola città di circa 10.000 abitanti nella parte sudoccidentale della Spagna, o meglio situata nella provincia di Caceres all'interno della comunità autonoma della Extremadura. Seppur di dimensioni limitate, questa località spagnola riveste una notevole importanza nella storia per aver dato i natali ad alcune personalità di spicco tra il XV ed il XVI secolo, tra cui: Francisco Pizarro, ossia il conquistatore dell'impero Inca; Francisco de Orellana, conquistador spagnolo che partecipò alla colonizzazione dell'impero Inca e alla scoperta del Rio delle Amazzoni; Hernando de Alarcon, esploratore spagnolo ricordato soprattutto per essere stato il primo europeo a risalire il fiume Colorado. A questi nomi va ad aggiungersene un altro, decisamente più recente: Antonio Servan, detto El Rana.

La Torre Julia a Trujillo

È proprio quest'ultimo ad aver funzionato in qualche modo da ponte tra Trujillo e Bilbao, due città distanti ben 600 km. Per quale motivo? Nella cittadina estremegna si trova la chiesa romanica del XIII secolo di Santa Maria la Mayor, danneggiata dai contraccolpi dei forti terremoti che nel 1521 e nel 1755 danneggiarono la non troppo distante Lisbona. A riportare i danni più gravi fu la torre campanaria, la cosiddetta Torre Julia, e pertanto nel XIX secolo il comune di Trujillo decise di demolirla parzialmente per evitare che un suo eventuale ulteriore crollo provocasse danni ai cittadini. Nel 1971, tuttavia, vi fu una svolta visto che la direzione generale delle belle arti della Spagna decise di attivarsi per la ricostruzione del campanile della chiesa romanica, ma riscontrò non poche difficoltà visto che non trovava i fondi necessari per portare avanti il progetto. Fu così il comune di Trujillo, rappresentato dalle figure del sindaco Jacinto Tapia e del vicesindaco Francisco Casares, a farsene carico.

Trujillo, Spagna (Fonte: Enjoy Destinations)

El Rana Servàn

Le redini per la ricostruzione della torre campanaria vennero poi affidate a German Petisco e a Dionisio Hernandez; inoltre, tra le fila degli scultori scelti per il lavoro vi era appunto il già citato Antonio Servan. A quest'ultimo venne consegnato il compito di ricostruire i 52 capitelli della Torre Julia, mantenendo l'originale stile romanico e scegliendo motivi decorativi tutti diversi tra loro. Ecco che a questo punto le versioni iniziano a farsi variegate; talvolta la realtà si mischia alle voci di popolo e alle leggende che anno dopo anno si sono rincorse tra loro. La più accreditata, e con ogni probabilità quella veritiera, sembra però essere la seguente: El Rana Servan, avendo esaurito le idee per la decorazione dei capitelli, decise di raffigurare lo stemma della sua squadra del cuore, l'Athletic Club di Bilbao.

(Fonte: Aleteia)

L'indagine di Francisco Franco

(Fonte: El Paìs)

L'opera audace dell'artista ebbe un'ampia cassa di risonanza in tutto il paese, a tal punto che arrivò addirittura nelle sale governative di Madrid, in quel preciso momento storico occupate dal caudillo Francisco Franco. Quest'ultimo volle vederci chiaro sulla vicenda, cosa che fece anche la direzione delle belle arti spagnola. Stando a quanto riportato da un articolo, risalente all'8 gennaio 2020, del quotidiano spagnolo El Pais, l'eco nazionale riscossa dalla sua scultura decorativa fece seriamente temere la prigione a Servan, paura decisamente legittima visto il regime politico dittatoriale della Spagna di quegli anni.

L'omaggio dell'Athletic Bilbao

In realtà, non ci fu alcuna sanzione per lo scalpellino di Trujillo, anzi l'Athletic Bilbao decise di omaggiarlo invitandolo allo stadio per assistere ad una partita, lo nominò poi membro del club, ma soprattutto gli dette la possibilità di realizzare il sogno di conoscere il suo idolo José Ángel Iribar (soprannominato El Chopo), portiere leggendario del club basco e campione d'Europa con la Spagna nel 1964.

Antonio Servan, di fatto realizzando un'audace opera di amore nei confronti del proprio club, ha avuto quindi il merito e l'onore di ritagliarsi uno spazio nella storia dell'Athletic Bilbao; inoltre, è riuscito a promuovere il turismo a Trujillo visto che, ancora oggi, ogni anno numerosi turisti si recano in città per scoprire l'opera del famoso scalpellino estremegno.

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