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Dizionario Romanista: Tradimento

Tradiménto s. m. [der. di tradire; tradimentum ]. – 1. L'atto e il fatto di venire meno a un dovere o a un impegno morale o giuridico di fedeltà e di lealtà. 2. Azione delittuosa o dannosa compiuta, mascherando le proprie intenzioni, contro persone o istituti che hanno fondato motivo di fidarsi.



Il giorno dopo, come sempre, è quasi peggio. Ti svegli e per un istante non ricordi perché hai quella sensazione nel petto, quel rodimento mattutino che non è legato alla sveglia, è altro, quello stomaco sotto sopra che non è per la cena della sera prima. Dimmi cos'è. Poi ti ricordi. E vorresti tornare a dormire.

La Roma ha perso, ha perso male, ha perso in quel modo unico, violento, che sembra sappia fare solo lei. Ha perso contro un avversario di molto più debole. Ha perso in una competizione che fino a ieri neanche esisteva. Ha perso lontano da casa, vicino al Polo Nord, davanti a quattrocento, folli, tifosi. Mentre preparo il caffè capisco qual è il sentimento che provo: mi sento tradito. Non è per il fatto che non immaginavo di perdere, a quello ci sono abituato. È per il come, per il modo. E il modo ancor m'offende.

La Roma ha perso male e io mi sento tradito. La Roma giocava lontano e 400 innamorati l'hanno seguita, 3.800 km più a nord, nel cuore della settimana. La Roma giocava lontana e noi l'abbiamo affidata ai quei 400, che sugli spalti dell'Aspmyra Stadion sembravano mitici come i 300 di Leonida. La Roma giocava lontana e l'abbiamo data in mano ai suoi tifosi, perché di quelli ci si può fidare sempre. L'abbiamo tramandata, data tra le mani.

Tramandare e tradire, all'origine, erano sinonimi. Tra-dire, dal tradere latino, vuol dire consegnare oltre, trasmettere di generazione in generazione. E noi cosa tramandiamo? Il 21 ottobre era l'anniversario di un'altra imbarcata, stavolta contro il Bayern Monaco, stavolta per 7 a 1. 7 a 1 come contro la Fiorentina, 7 a 1 come contro il Manchester United. "E me fermo perché me sto a sentì male a pensà a quanti de voi se stanno a sentì bene".

Arrivo a scuola ma non scendo dalla macchina, resto dentro a sentire la radio. Mi viene in mente un tema che avevo corretto lo scorso anno. La traccia: "Racconta la tua passione". Lo svolgimento: "Un'altra mia grande passione è la Roma. È da quando sono piccolo che la tifo, per questo devo ringraziare nonno, è lui che mi ha trasmesso il sentimento. Il tifoso romanista è colui che non vince tanto ma ci crede fino in fondo. Penso che le sconfitte più pesanti da sopportare siano quelle di Manchester e con la Fiorentina. Però dopo tutto questo ci siamo saputi rialzare". Voto: 10. Matteo, così si chiama l'autore, è in classe con tre laziali. Oggi non posso tradirlo, consegnarlo oltre, nelle mani dei nemici. Stamattina decido di aspettarlo, prima di entrare. Arriva, con il suo zaino della Roma, la faccia ancora addormentata.

"Allora? Come va?"

"Eh prof, è dura. Ma secondo me Mourinho l'ha fatto apposta, per far capire che le riserve sono scarse. Ora col Napoli vinciamo".

Aveva già girato pagina, si era già rialzato, da solo. Volevo dargli forza io e io invece me l'ha data lui. In un attimo. Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende. Il 21 ottobre non è una data da cancellare sul calendario, ma da cerchiare in rosso. Come la notte norvegese, che non ha bisogno di un rimborso ma di una medaglia, scrive Tonino Cagnucci su Il Romanista: "La Roma non è una questione di soldi, di dare e avere, la Roma è la storia di un amore incondizionato". E allora è questo che tramandiamo, è questo che consegniamo oltre. Ed è ovvio che come tradizione vorremmo i trofei, le vittorie, le imprese, e non le imbarcate, i 7 a 1, le figuracce. Ma l'amore incondizionato non conosce "se". E per una notte ci sentiamo traditi, ma la mattina dopo siamo già capaci di rialzarsi. E di ringraziare. Ce l'ha insegnato, tramandato, Daniele: "Io ringrazio sempre di essere nato romanista. Dobbiamo ringraziare di essere romanisti anche dopo i 7-1". È questo che tramandiamo, il ringraziamento nonostante tutto, il vento che soffia ancora, l'amore incondizionato che non dovrebbe, mai e poi mai, essere tradito. E che merita una ricompensa. Oggi col Napoli c'è subito la possibilità di riscaldare i cuori ancora gelati dal vento e dai gol norvegesi. C'è il modo di chiedere scusa e di rendere grazie. Di rialzarsi. Insieme. 

Come ha fatto Matteo, che all'uscita da scuola, venerdì, torna indietro quasi correndo solo per dirmi una cosa: "E comunque forza Roma!". Come se fosse la cosa più importante del mondo. E forse, in fondo, è proprio così. 


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