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Intervista a Simone Loria: "La Champions con la Roma un sogno. Il Covid ferma solo il calcio minore"

11 gol a Cagliari, 12 nel biennio con l'Atalanta, altri 5 in una stagione con il Siena, con la Roma solo 3 ma in appena 18 presenze. Statistiche niente male per uno che di mestiere fa il difensore. Simone Loria ha segnato ovunque e ha fatto di questa sua qualità il suo marchio di fabbrica. Roccioso, fisico, esperto, su e giù tra Serie A e Serie B, dalla provincia fino alla Champions League con la maglia giallorossa.

E proprio in occasione di Roma Cagliari abbiamo parlato con lui, in questa intervista in esclusiva per Il Catenaccio, per parlare del calcio di oggi, al tempo del Covid 19, e quello di ieri.

Partiamo dal presente, dalla sua scuola calcio Mercadante, nel suo quartiere torinese di Barriera di Milano. Com'è nato questo progetto?

Era un'idea che avevo maturato quando stavo finendo di giocare, ero al Bologna. Nel 2013 poi siamo riusciti a partire ufficialmente. L'obiettivo era quello di dare ai ragazzi e ai bambini del quartiere uno spazio sicuro, adeguato, per fare sport, per allenarsi ma soprattutto per divertirsi.

Qual è l'importanza dello sport oggi, nel momento storico legato alla pandemia che stiamo vivendo?

Oggi semplicemente si blocca tutto. La Serie A continua mentre le serie minori sono tutte bloccate, è diventato impossibile anche organizzare un semplice torneo. Così per questi ragazzi è veramente difficile.

Proprio a Barriera di Milano ha iniziato a tirare i primi calci al pallone. Che ragazzino era Loria?

Era un ragazzino che pensava solo al calcio. E anche alla scuola eh, ovviamente. Ma il primo pensiero era questo: andare al campo. È proprio pensando al ragazzino che ero che ho voluto dare inizio al progetto della Scuola Calcio Virtus Mercadante. Dare un'opportunità, uno spazio, un'occasione ai ragazzi che come me hanno il sogno del calcio.


Un frame della rovesciata di Loria con l'Atalanta

Spostiamoci sulla sua carriera da calciatore, addosso ha ancora l'etichetta di "difensore col vizio del gol". Qual era il segreto?

Sì ma erano quasi tutti da calcio piazzato, così è facile! A parte gli scherzi, non c'è un segreto. È difficile dire come si fa a fare gol. Potrei dirti che bisogna saper leggere la situazione, saper capire dove andrà la palla, sapersi muovere. Ma sarebbe troppo facile: sono cose che non si insegnano, uno le deve vivere, ci si deve trovare.

Troppo facile chiedere qual è il gol più bello?

Per le fattezze è ovviamente quello in sforbiciata. Era novembre 2006, ero all'Atalanta e giocavamo a Verona contro il Chievo. Sono avanti loro di 2 gol. Poi al 70esimo segna Riccardo Zampagna, iniziamo a crederci. Manca un quarto d'ora, Cristiano Doni recupera palla sulla trequarti, si gira: in area siamo quattro dell'Atalanta e tre del Chievo. Crossa, faccio qualche passo indietro e poi vado in rovesciata. Sotto l'incrocio. C'era Colantuono in panchina, in campo Ariatti, Rivalta, Ventola, Migliaccio. Quello resta il gol più bello, ma alla fine tutti i gol sono bellissimi.

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Passiamo all'approdo alla Roma. La storia del tuffo in piscina per festeggiare la notizia è vera?

Tutto vero, fu una grande soddisfazione, approdavo in un club di prima fascia. Ero a casa, con degli amici, e decisi di festeggiare così.

Poi che esperienza è stata?

Un'esperienza bellissima, non facile, ma unica. Erano anni impegnativi per la squadra. Giocai a Roma due stagioni, senza riuscire a fare troppe presenze, anche perché davanti a me c'erano Juan, Mexes, gente fortissima. Però è stata un'emozione unica.

Qual è il ricordo più bello degli anni in giallorosso?

Già solo scendere in campo, all'Olimpico, a Roma, con la maglia della Roma, era qualcosa di unico. Poi fare la Champions League, ricordo la partita da titolare contro l'Arsenal, alla fine perdemmo ma giocammo con tanta grinta. Erano gli anni di Totti, di De Rossi ma ricordo con piacere tutto lo spogliatoio: Cassetti, Tonetto, Vucinic. Una grande squadra.

Simone Loria con la maglia della Roma

E anche con la Roma ha timbrato il cartellino, il primo gol è contro la Juventus, nel 2009. A proposito di bianconeri, come si fa a prendere 3 gol in 7 minuti?

Può succedere, la Roma li ha presi in campionato, il Milan li ha presi in finale di Champions League, a Istanbul contro il Liverpool. Eppure ci dovrebbe essere differenza, no? Sono situazioni particolari, dove all'avversario riesce tutto. Guarda i gol di Kulusevski, di De Sciglio, la Juventus fa gol in tutte le occasioni che le capitano. Sono attimi, c'entra la concentrazione ma anche la fortuna. E nel calcio può succedere.

La Roma proverà a girare pagina contro il Cagliari, un'altra piazza in cui ha militato.

Altra piazza splendida, passionale, dove mi sono trovato benissimo. Ho avuto l'opportunità di lavorare con allenatori come Sonetti, Ventura, Reja, Arrigoni. Non conosco la proprietà di oggi, ma mi sembra una dirigenza forte, capace. Il Cagliari sta attraversando un momento difficile, ma la salvezza si può conquistare. 

Simone Loria ai tempi di Cagliari

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