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La Roma ha licenziato una dipendente vittima di revenge porn

Un filmato privato, condiviso senza consenso. Le condivisioni, tra gruppi e chat. E infine il licenziamento, della vittima. Ecco il caso, che arriva da Roma.

Licenziata per un video diffuso a sua insaputa. Questa la decisione della società della Roma nei confronti di una sua dipendente, protagonista di un video intimo condiviso senza consenso e in maniera illegale da parte di un altro tesserato della squadra giallorossa. 

A ricostruire l'accaduto è Il Fatto Quotidiano, che parla di un filmato in cui l'impiegata della società capitolina è ripresa in intimità con il suo fidanzato. Un video che era salvato nel suo cellulare e che è stato trovato e condiviso da un calciatore della Primavera, che aveva chiesto il cellulare alla dipendente per chiamare l'agente. Una scusa per cercare nella galleria, trovare il video e poi condividerlo.

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Il caso Seck e il revenge porn nel calcio - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Le accuse al calciatore del Torino, Demba Seck, portano di nuovo alla ribalta un tema delicato, che coinvolge in Italia 2 milioni di persone. Stiamo parlando del revenge porn. 

La reazione della Roma è stata immediata, ma nella direzione opposta a quella che si potrebbe credere. Subito riunione con il settore giovanile, il calciatore confessa di aver condiviso il filmato e poi la decisione di interrompere il rapporto di lavoro con la dipendente che, come si legge qui, lavorava a Trigoria da oltre 10 anni. Un licenziamento che arriva per "l'incompatibilità della prosecuzione del suo rapporto di lavoro con il sereno e regolare andamento dell'attività della società" ha spiegato il legale del club Lorenzo Vitali, che continua: "È stato portato all'attenzione della direzione Risorse umane e dei vertici aziendali un video che inconfondibilmente la ritrae nel compimento di atti sessuali. Purtroppo ci risulta che tale video sia stato visionato da gran parte del personale e dei giocatori della società".

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 Le origini del calcio femminile in Italia raccontate in "Giovinette - Le calciatrici che sfidarono il duce". Ne abbiamo parlato con l'autrice, Federica Seneghini.

A rispondere è il legale dell'ex dipendente, Francesco Bronzini, a lavoro in queste ore per valutare una denuncia penale e un risarcimento danni. Sempre in difesa della lavoratrice arrivano Elisa Ercoli, Presidente di Differenza Donne, e Luisa Rizzitelli, Presidente di Assist, l'Associazione Nazionale Atlete: "Pretendiamo ben altro comportamento dalla AS Roma, non solo perché guidata da una donna, ma perché società che si professa da sempre attenta a queste tematiche. Quello che è accaduto è terribile ed è ridicolo è vergognoso che a pagare sia la donna. Le autorità sportive facciano sentire la loro voce subito". Una vicenda che nasconde qualcosa di più di una violazione della privacy, ma di un caso di revenge porn, un reato che, stando alla definizione, consiste nell'invio, consegna, cessione, pubblicazione o diffusione, da parte di chi li ha realizzati o sottratti e senza il consenso della persona cui si riferiscono, di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito destinati a rimanere privati. Un reato in cui, spesso, il colpevole diventa la vittima. Come nel caso di Trigoria. In attesa che qualcuno possa chiarire. O fare un passo indietro.


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Aggiornamento 15/04/2024 - ore 21.00

La società giallorossa ha diramato un comunicato ufficiale che, per completezza di cronaca, riportiamo integralmente qui sotto: 

Con riferimento a quanto apparso nelle giornate di ieri e di oggi su alcuni organi di stampa in relazione ad una vicenda, in realtà risalente nel tempo, che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del Club, l'AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la Società e il suo Gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva.

La Società, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta:

Il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l'impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni.
I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un'inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (­lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti.
È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative.
L'AS Roma comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti".

qui il link alla nota ufficiale

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