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Si sta parlando troppo poco di Nemanja Matic

L'acquisto di Matic da parte della Roma di Mourinho è passato in sordina, tra gli annunci di Dybala e di Wijnaldum. Eppure il suo contributo può essere fondamentale per il centrocampo giallorosso. 

L'amichevole è finita da pochi minuti, la Roma ha vinto per 5 a 0 contro la Shakhtar Donetsk durante l'ultima partita prima dell'inizio del campionato. I 65 mila tifosi che avevano riempito lo Stadio Olimpico, in questa calda sera d'agosto, iniziano a lasciare lo stadio. Mentre alcuni suoi compagni (tra cui Wijnaldum) finiscono la serata con una sessione di ripetute, Nemanja Matic si presenta davanti alle telecamere del club giallorosso.

"Sono molto felice di aver giocato qui, in questo grande stadio davanti ai nostri tifosi. Abbiamo lavorato molto forte tutti i giorni. Penso che la nostra squadra è pronta per la prossima partita contro la Salernitana. Penso di essere pronto. Lavoro tutti i giorni molto duramente. Io e la squadra siamo pronti per qualunque sfida e faremo del nostro meglio per rendere fieri i nostri tifosi". Ecco, per descrivere la personalità di Nemanja Matic basterebbe leggere e sentire queste sue dichiarazioni. Il serbo, infatti, è alla Roma dal 1 luglio e dopo due mesi già parla un ottimo italiano. Un aspetto non di secondaria importanza all'interno di uno scacchiere, tattico, tecnico ma soprattutto umano, come quello di una squadra. Una componente fondamentale per un calciatore che ambisce ad essere leader, anche a Roma.

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Matic con Tiago Pinto, DG della Roma, il giorno della presentazione. Fonte foto: ASRoma.it

 Matic, il soldato di Mourinho

Lo è stato un po' ovunque, nelle 48 presenze in nazionale maggiore (a cui ha detto addio nel 2020), nelle oltre 150 partite con il Chelsea e nelle più di 180 con la maglia del Manchester United. Ma proviamo a scendere nel dettaglio: nelle  128 partite nel campionato inglese con la maglia del Red Devils, il centrocampista è partito dal primo minuto ben 109 volte. Lo definiscono un "Soldato di Mourinho", ed è proprio in Premier League che Matic ha incontrato il tecnico portoghese, di cui dirà: "È il miglior allenatore con cui io abbia lavorato. A volte non è facile lavorare con lui, perché ti chiede sempre di più. Anche quando giochi la miglior partita della tua vita, lui pensa che tu possa giocare meglio il match successivo. Ho lavorato in maniera eccellente con lui al Chelsea e il fatto che fosse l'allenatore del Manchester è stato l'elemento decisivo per la mia scelta di venire qui. In privato è una persona completamente differente da quello percepito dal pubblico. Possiede tutte le virtù umane e non è freddo o esaltato, come presentato dai media"

Parole che vengono ricambiate da Josè Mourinho che parla così del suo giocatore: "Non ho lavorato con uno migliore di lui. Mi è successo di farlo entrare al 45esimo e di sostituirlo al settantacinquesimo. È stato triste e spiacevole, ma il giorno dopo è venuto da me e mi ha detto 'Non sono contento, ma è colpa mia, non mi piace ma l'ho meritato'. Sono stato esonerato e non abbiamo continuato a giocare insieme, ma è diventato uno dei miei, uno di quei giocatori con cui resti in contatto anche quando non lavori più nella stessa squadra". Non a caso José Mourinho è l'allenatore con cui Matic ha giocato di più in Premier League con 118 presenze, mentre è il secondo centrocampista più utilizzato dal tecnico di Setúbal nei maggiori cinque campionati europei, dopo Frank Lampard.

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 La sostanza di Matic nel centrocampo della Roma

Un veterano, un calciatore esperto, il classico uomo di fiducia, quello di cui tieni sempre il numero salvato in rubrica, quello che sai che se lo chiami risponde. "Ho detto di sì a Mourinho in cinque minuti" ha raccontato Matic in una delle prime interviste alla Roma. Eppure il suo acquisto, nel calciomercato giallorosso, è passato in sordina. Un po' perché arrivato addirittura a giugno, precisamente il 15, un po' perché nel frattempo nella capitale sono sbarcati Paulo Dybala e Georginio Wijnaldum. Per questo serviva vederlo da vicino, possibilmente dal vivo.

La partita di ieri sera ha infatti presentato Nemanja Matic ai tifosi della Roma. E lo ha fatto vedere in tutta la sua importanza. Certo, la premessa è doverosa: era una partita estiva, di beneficenza contro un avversario in grande difficoltà, con i ritmi d'agosto. Eppure quello che si è visto non può passare inosservato. Matic infatti è sceso in campo per prendere le redini della squadra. Se lo spettacolo, la fantasia, la luce negli occhi era affare del quadrilatero composto da Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham, a lui toccava il lavoro sporco. Toccava arginare e spezzare, pulire e dettare i tempi, orchestrare e mettere ordine. Ed è questo il lavoro di Nemanja Matic.

L'anno scorso, Josè Mourinho in cabina di regia aveva Cristante e Veretout, con Sergio Oliveira e Bove. Oggi, tolti il francese (che è approdato al Marsiglia) e l'ex Porto (accasatosi al Galatasaray di Mertens), avrà Wijnaldum e Matic. Un suo soldato, uno di fiducia. Uno che non ruberà la scena, ma che porta sostanza. Quella che serviva al centrocampo della Roma.

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