Carlo Rovelli spiega che l'universo si regge su "equilibri instabili, parziali". Proprio come la Roma quest'anno, in perenne caduta tra sconfitte terribili e vittorie prodigiose.
La sosta è finita, il campionato sta per ricominciare, torna la Serie A, torna la Roma. E mai come questa volta la sensazione che si avverte nell'aria è quella di instabilità, di incertezza, di possibili sorprese. Sarà per le due settimane senza calcio e con il ricordo del derby perso ben presente, sarà per una formazione praticamente obbligata (con Mancini, Kumbulla, Ibanez e Cristante squalificati Mourinho dovrà scegliere tra una difesa a 3 e una a 4, con solo Llorente e Smalling come centrali, e un centrocampo in cui la coppia titolare sarà quella di Matic Wijnaldum). Eppure non sono solo gli squalificati a rendere strana questa vigilia di Roma Sampdoria (penultima in classifica con 15 punti, per la cronaca). E' una sensazione strana, conosciuta e allo stesso tempo nuova, di imprevedibilità, di possibile caduta, di fragilità.
Dizionario Romanista: Esaurito - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo
Esaurito, s. f. agg. [part. pass. di esaurire]. – Privato, vuotato di tutto il contenuto. Riferito a persona, che soffre di esaurimento nervoso, che si sente sfinita, spossata: essere, sentirsi e. (e analogam., un organismo e., con funzionalità molto ridotta); o che non è più capace di produrre validamente: scrittore, artista e. (e analogam., la sua vena è esaurita).
Qualche giorno fa questo stato d'animo ha trovato una spiegazione. In una puntata de "Il cavallo e la torre", in onda su Rai Tre, il fisico Carlo Rovelli spiegava così il funzionamento dell'universo: "Noi pensiamo il mondo sulla base di alcune semplici idee e strutture mentali. Una è che ci siano fenomeni che si ripetono sempre uguali. E un'altra è che invece le cose vadano rapidamente verso una stasi dovuta all'equilibrio. La realtà non è l'una nè l'altra, ma una combinazione di una e dell'altra. Perché gli equilibri sono sempre instabili, sono sempre parziali". Ho dovuto riascoltare le parole un paio di volte per capirle davvero, eppure già dal primo ascolto c'era qualcosa che mi suonava famigliare, conosciuto. Qualcosa che mi parlava di Roma. Carlo Rovelli continua così: "Sono stati metastabili, l'equilibro va per un po'. L'esistenza di questi equilibri fa sì che l'universo abbia una storia così lunga. Noi viviamo in equilibrio tra l'equilibrio e il disequilibrio".
La stagione della Roma, anzi il 2023 della Roma, può essere riassunto così. Un equilibrio tra l'equilibrio e il disequilibrio.
E' fine gennaio, la Roma deve sfidare il Napoli. Ha messo in fila tre vittorie contro Bologna, Fiorentina e Spezia, ha rimontato un 2 a 0 a San Siro strappando un pareggio d'oro al Milan, ha eliminato il Genoa dalla Coppa Italia e, in virtù dell'eliminazione proprio dei rossoneri e dei partenopei, ha scoperto un tabellone tutto in discesa verso la finale. Respiri: la stagione è incredibilmente positiva, tutti gli obiettivi sono alla portata, fattibili, concreti, reali. La sconfitta con la capolista, arrivata dopo il gol del momentaneo 1 a 1 firmato da El Shaarawy, in fondo non complicava i piani. Tre giorni dopo ci sarebbero stati i quarti di finale contro la Cremonese e un calendario che proponeva Empoli in casa e Lecce in trasferta. E' qui che inizia la prima caduta, il primo disastro, la prima perdita d'equilibrio. La squadra di Ballardini vince 2 a 1 all'Olimpico, elimina la Roma, che vincerà poi contro i toscani in campionato, ma verrà bloccata sull'1 a 1 al Via del Mare per perdere ancora in Europa League, negli spareggi contro il Red Bull Salisburgo.
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Sembra tutto finito, tutto da rifare, da rifondare. Ed è proprio qui che arriva il nuovo punto di equilibrio: Solbakken con il suo primo e finora unico gol giallorosso porta i tre punti dalla sfida con l'Hellas Verona e qualche giorno dopo gli uomini di José Mourinho sfoggiano la partita perfetta contro gli austriaci. Tornano i sogni, tornano le speranze, alimentate anche da un turno di campionato in cui l'Inter viene fermato a Bologna e l'Atalanta perde contro il Milan. Per approfittarne c'è la più facile delle partite: ancora Roma Cremonese, l'ultima in classifica, 0 vittorie in stagione. C'è una partita da vincere, una sconfitta da vendicare. E invece qui riprende la caduta, finisce di nuovo un equilibrio che adesso appare precario. Sconfitta 2 a 1 e poi vittoria contro la Juventus, un 2 a 0 strepitoso contro la Real Sociedad e di nuovo l'assurdo 3-4 in casa contro il Sassuolo (nel giorno in cui Inter e Atalanta perdono e Lazio e Milan pareggiano). E ancora: eliminazione degli spagnoli dall'Europa League, approdo ai quarti di finale, sorteggio abbordabile con il Feyenoord, sogni europei e infine la sconfitta nel derby. "In equilibrio tra l'equilibrio e il disequilibrio".
Nella scena iniziale de "L'odio" di Mathieu Kassovitz, uno dei protagonisti dice: "Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: "Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio". Questa è la storia del tifoso romanista in questa stagione, in continua caduta tra un momento di equilibrio e un altro di disequilibrio, sballottato tra esaltazione e depressione, tra sogni di vittoria e incubi ricorrenti. Con una Sampdoria (e un Feyenoord) in agguato, pronte ad alimentare speranze o a far precipitare la situazione. In attesa di un atterraggio, che si spera il più morbido possibile.
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