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Roma, dove eravamo rimasti?

Mercoledì torna il campionato e all'Olimpico arriva il Bologna. La Roma ripartirà dai suoi tifosi, che tornano a riempire lo stadio. E dalla voglia di un Dybala fresco campione del mondo.

Una rincorsa frettolosa e senza speranze, un rigore sbagliato di Belotti a tempo scaduto, contro la sua ex squadra, il gol del pareggio di Matic arrivato al quarto minuto di recupero, la sensazione di una stanchezza irreale, il sospiro per una pausa di campionato che arrivava, finalmente, a stoppare lo strazio di partite simili. Il 2022 della Roma è finito così. Con un pareggio 1 a 1 contro il Torino, il terzo stagionale, il secondo di fila.

Finiva così il 2022 e anche un novembre in cui i giallorossi hanno vinto solo una volta, nella rimonta europea contro il Ludogorets, prima di perdere il derby e incappare nella palude dei pareggi. Settima posizione, con gli stessi punti dell'Atalanta, la Champions League lontana 3 punti, la vetta distante 14. Ma riavvolgiamo ancora il nastro del tempo, andiamo al 31 ottobre. Reduce dalla vittoria contro l'Hellas, la Roma si ritrova da sola al quarto posto, addirittura a due lunghezze dal secondo. Cercare di capire cosa è successo dopo sarebbe riduttivo, perché qualcosa era già in atto, il germe che sarebbe esploso a novembre aveva iniziato da tempo a farsi strada. La squadra di Mourinho sembrava una squadra priva di idee, scevra di dinamismo, senza spunti, senza energia, senza quella luce che si accendeva solo quando in campo scendeva Dybala. La Roma sembrava una squadra stanca, che arrancava, che tirava a campare, a sopravvivere. Lo ha detto il suo stesso allenatore, prima della partita contro l'Hellas: "Dobbiamo sopravvivere fino al 13 novembre: sopravvivere in Europa e vincere giovedì e sopravvivere in campionato e non lasciare le squadre di altissimo livello volare in alto in classifica".

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Con la partita di stasera tra Roma e Ludogorets lo Stadio Olimpico arriverà al 14esimo sold out consecutivo. Un abbraccio d'amore che deve spingere la squadra nel suo cammino in Europa League.

E così siamo sopravvissuti, la Roma è sopravvissuta. Anche se alla pausa per il Mondiale ci siamo arrivati con l'acqua alla gola. Una pausa benedetta, una boccata d'ossigeno, perché dopo la lunga estate post Tirana è arrivato un autunno lento e sfiancante. La Roma doveva continuare a crescere, ma non l'ha fatto. I suoi giocatori dovevano continuare a soffiare su quella vela ingrossata dalla vittoria della Conference League, invece molti si sono accontentati, si sono piaciuti, si sono fermati. Non l'hanno fatto invece i tifosi, che hanno riempito l'Olimpico in ogni occasione utile, di pomeriggio e di notte, alle 18 o alle 21, di sabato, di domenica o di giovedì sera. Ed è da qui che ripartirà il 2023 giallorosso: dai suoi tifosi, dalla loro voglia di vincere, dalla loro voglia di sognare. Roma Bologna era sold out a Natale, per la sfida di Coppa Italia contro il Genoa e per l'altra sfida casalinga contro la Fiorentina ci sono ancora pochi biglietti.

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Dopo tante polemiche sui diritti civili, Francia-Marocco e Argentina-Croazia si sfideranno per la vittoria finale in Qatar. Quale sarà la storia migliore dei mondiali? 

Da qui riparte la Roma. Da qui deve ripartire. Anche perché, per il resto, c'è poco a cui attaccarsi: dalla Norvegia è arrivato Solbakken, una buona alternativa per un attacco finora sterile e a tratti innocuo ma niente di più, a Trigoria si è rivisto Wijnaldum, ma i tempi di recupero sono ancora lunghi, dal mercato probabilmente non arriverà nulla anche se Frattesi continua a proporsi e ad aspettare. Si deve ripartire da quello che si ha, insomma, che in fondo è la cosa più preziosa: la voglia dei tifosi, che assomiglia un sacco alla voglia di quel Dybala che ha appena vinto la Coppa del Mondo ma si è messo a disposizione del tecnico già prima di Capodanno. Da questa determinazione, insomma, si deve ripartire, sperando che sia contagiosa, che sia trasferibile. E sperando che la pausa Mondiale possa essere come un tasto reset nella stagione romanista. Anche se in amore le pause di riflessione non portano mai a nulla, ma con la Roma non si può mai sapere.


[In copertina: Foto Ansa] 

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