Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo
Menu
Post Image

Calcio e integrazione. La storia del Pineto United, squadra popolare di migranti

Nella periferia Nord Ovest di Roma c'è una squadra, anzi una famiglia, che usa il calcio come strumento di integrazione e inclusione. Questa è la storia del Pineto United, raccontata per noi dalle parole del suo allenatore, Pietro Lucari. 

Quando Pietro Lucari risponde al telefono è appena sceso dal treno che lo porterà nel suo paese natale, Amaseno, in provincia di Frosinone. Lo hanno invitato per premiarlo: la sua squadra, il Pineto United, lo scorso anno ha vinto il campionato più importante del settore amatoriale di Roma, il Trofeo del Petrolio. "Ma quel successo, quel campionato, è solo la punta dell'iceberg", racconta il mister con un entusiasmo contagioso.

La squadra del Pineto United. Foto: Fabrizio Casagrade

Dietro quel primo posto, infatti, c'è tanto altro. C'è innanzitutto un progetto, un'idea: ridare vita al Parco del Pineto, nel quadrante Nord Ovest della capitale, e mettere insieme una squadra popolare di ragazzi migranti, rifugiati, richiedenti asilo. "Era la fine del 2016, il Parco era stato incendiato e noi volevamo riportare persone, famiglie e bambini a viverlo. Per ripristinarlo avevamo intavolato delle trattative con il Municipio, poi saltò tutto: vennero con le ruspe e smantellarono l'area giochi". È un ragazzo senegalese a dare a Pietro, infermiere, scrittore e poeta del collettivo Pinacci Nostri, l'idea di formare una squadra: "Mi parlarono del centro di accoglienza "Il Gelsomino", sull'Aurelia. Hai già la squadra pronta, mi dicevano. Così abbiamo fatto un incontro, tra l'altro era lo stesso giorno in cui dovevo presentare un mio libro. La presentazione saltò, mi levai gli abiti da scrittore per indossare quelli di mister".

Inizia così un percorso molto lungo: un anno per formare la squadra, amichevoli e allenamenti sul campo del Vis Aurelia, poi nel 2018 arriva l'iscrizione al Trofeo del Petrolio. "Siamo partiti dalla Serie C, oggi siamo in Serie A. Ma dietro tutto questo c'è molto di più, a volte ci rendiamo conto di avere tra le mani qualcosa di più grande di noi. A gestire la squadra siamo poche persone, tutte volontarie, tutti con delle famiglie, e i nostri ragazzi vanno seguiti sotto tanti punti di vista, anche e soprattutto al di fuori del campo".

Mister Pietro impegnato durante una partita del Pineto United. Foto: Fabrizio Casagrande
...

Quando Gianni Brera usò Leopardi per descrivere un dribbling di Pelé - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Per ricordare il Re del Calcio, Pelé, prendiamo in prestito le parole di Gianni Brera che durante la finale di Coppa Intercontinentale del 1962, tra Benfica e Santos, usò i versi di Leopardi per descrivere il suo dribbling. 

A giocare per il Pineto United ci sono soprattutto ragazzi del Gambia e del Mali, mentre nell'Academy, la squadra giovanile partita quest'anno grazie alla collaborazione con la squadra del Montespaccato, che mette a disposizione il campo, ci sono soprattutto egiziani. "Tutti hanno un passato forte alle spalle e alcuni non ne parlano facilmente, è una stanza segreta dove difficilmente noi entriamo. Ci sono ragazzi che hanno attraversato il deserto per ritrovarsi incarcerati, senza motivo, in Libia. E queste storie entrano nel campo, nella partita: i ragazzi a volte hanno difficoltà a gestire le ingiustizie, proprio perché hanno subito quelle vere". Per questo mister Pietro insiste soprattutto sulla disciplina: "Il calcio è una palestra di vita e in campo cerco di trasmettere soprattutto un valore: il rispetto per gli avversari. Un nostro ragazzo ha infatti vinto la Coppa Disciplina mentre le nostre squadre al Mundialido, il torneo per ragazzi migranti che si tiene a Roma, hanno alzato il Premio Fair Play". È questo il ruolo del calcio, dello sport, per l'integrazione, "anche se a volte tutto questo si ferma: la FIGC non permette di tesserare molti nostri ragazzi. Per questo non faremo mai un campionato federale, non vogliamo lasciare nessuno indietro".

Il Pineto United cresce, oggi è un'Associazione Sportiva Dilettantistica, la squadra inizia a girare, così gli spalti del Don Calabria si riempiono di bandiere verdi, il quartiere partecipa alla sua cavalcata e a raccontare le imprese di questi ragazzi arrivano anche degli scatti bellissimi, che finiscono esposti anche al Macro di Roma. "La macchina fotografica di Alessandro Schiariti e Fabrizio Casagrande è fondamentale per mostrare ciò che facciamo. Così come tutto il territorio: il nostro è un progetto che nasce dal basso, collaboriamo con Spazio Sociale Ex 51, i comitati di Valle Aurelia e di Valle dell'Inferno. Tutto il quartiere ci è vicino e lo è stato soprattutto quando organizzammo un sit-in al centro d'accoglienza Il Gelsomino, che stava per essere sgomberato".

Tifosi del Pineto United. Foto: Fabrizio Casagrande.
...

Crazy for Football, il sogno diventato realtà della Nazionale Italiana di pazienti psichiatrici - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Per noi è sempre importante ritrovarci. Ritrovarci significa far fare esperienza a ragazzi che vengono da diverse situazioni assistenziali del paese. Fargli fare un'esperienza di sport, un'esperienza molto seria". Santo Rullo non può che guardare i suoi ragazzi con orgoglio. La Nazionale Italiana di pazienti psichiatrici è una sua idea, un sogno che è diventato realtà attraverso impegno e sacrifici

Mister Pietro è un fiume in piena, ma all'ultima domanda si ferma un attimo: "Il momento più emozionante? No, non riesco a sceglierlo. Ce ne sarebbero tremila, è impossibile". L'intervista sarebbe finita, da raccontare ci sono un sacco di cose. Il giorno dopo, mentre inizio a buttare giù il pezzo, mi arriva un messaggio su WhatsApp: è lui, che intanto ha riaperto i cassetti dei ricordi. Ora l'ultima domanda ha una risposta: "Tra le immagini più belle della mia mente ci sono la vittoria decisiva contro la capolista Serafico, in cui perdevamo 1 a 0 con un uomo in meno e l'abbiamo ribaltata 3 a 1, oppure i giorni ad Alba Adriatica, per le fasi finali del campionato, una "vacanza" che non ci eravamo mai concessi. E infine il derby vinto, contro l'ASD Pineta Sacchetti. Ero squalificato e per la prima volta non sedevo sulla panchina del Pineto. Quel giorno vincemmo 3 a 2, capimmo che potevamo puntare alla vittoria del campionato. E capii anche che il progetto era diventato così forte e strutturato che non aveva neanche bisogno di me in panchina".

Un progetto forte e bello, quello del Pineto United. Un progetto sicuramente difficile, faticoso, portato avanti a suon di sacrifici. Sacrifici che poi si trasformano in entusiasmo, in passione. Quella che senti nelle parole di mister Pietro, quella che vedi negli occhi dei ragazzi. Gli stessi occhi che hanno visto cose che non si possono raccontare. E che adesso cercano riscatto e trovano una nuova vita, su un campo di calcio. 


Foto in copertina: Alessandro Schiariti. 

Roberto Dinamite, il bomber che sfidò le leggi del...
Gianluca Vialli, una rovesciata nel cielo
 

Commenti (0)

  • Non ci sono commenti. Inserisci un commento per primo.

Lascia un commento

Immagine Captcha

Accettando accederai a un servizio fornito da una terza parte esterna a https://il-catenaccio.it/

Like what you see?

Hit the buttons below to follow us, you won't regret it...