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Cartoline dal Mondiale: Hakan Sukur, emissioni e le figurine di Panenka

Messi che trascina l'Argentina, Francia e Inghilterra che si scontreranno ai quarti, le risse nello spogliatoio del Belgio. Le notizie che arrivano dal Mondiale le conoscete. Ma questa edizione passerà alla storia soprattutto per quello che succede prima e dopo le partite, dentro e fuori al campo. Per questo abbiamo scelto tre notizie diverse, che forse vi siete persi, per commentare e capire meglio il torneo più discusso dello sport che amiamo di più. 

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Clean sheet, la fantastica storia di William Faulke - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Alle origini del "clean sheet" con la storia di William Faulke, un portiere violento, irascibile, sleale, cattivo, insopportabile, folle. Un metro e novanta di altezza, per quasi 160 chili. Un pezzo di storia che vale la pena di riscoprire. 

 1) Hakan Sukur e il telecronista licenziato

 Per la prima notizia andiamo in Turchia, dove il commento di Marocco Canada è costato caro al telecronista della TRT, la tv di stato turca. Alper Bakircigil, questo il nome del telecronista, al 4' di gioco si è lasciato andare ad un paragone proibito. Per commentare il gol del marocchino Ziyech ha citato una pillola statistica, ricordando che il gol più veloce della storia dei Mondiali era stato segnato proprio da un calciatore turco, l'attaccante Hakan Sukur, passato anche per la Serie A dove ha indossato le maglie di Inter, Parma e Torino.

Bandiera del calcio turco, miglior marcatore della nazionale. Il suo nome, però, non può essere detto. Hakan Sukur ha infatti apertamente sostenuto l'opposizione del presidente Erdogan finendo al centro di una bufera che lo ha costretto a fuggire negli Stati Uniti. "La mia situazione è difficilissima. Mi hanno tolto ogni cosa, la patria, il lavoro, quasi tutto ciò che ho guadagnato onestamente e che ho sempre investito in Turchia: sarebbe sacro, ma non è più mio – ha spiegato il calciatore un anno faErdogan mi aveva chiesto di far parte del suo partito perché così avrebbe avuto più voti e poi, solo perché non condividevo le sue idee e la piega del governo, mi ha trasformato in nemico pubblico. Il mio patrimonio è stato confiscato, i miei familiari perseguitati e discriminati, mio padre arrestato".

Ma torniamo a Marocco Canada. Quella citazione è costata cara ad Alper Bakircigil, che nell'intervallo del match è stato licenziato e sostituito immediatamente da un collega. Il giornalista ha commentato così la decisione con un Tweet, presto cancellato per evitare ritorsioni: "Sono stato fatto fuori dalla TRT, dove ho lavorato con orgoglio per molti anni, dopo l'evento che ha avuto luogo oggi. La separazione fa parte dell'amore. Spero di vedervi di nuovo. Arrivederci..."

 2) Un Mondiale tutt'altro che green

Le critiche al Mondiale in Qatar arrivano anche sul fronte dell'inquinamento e della sostenibilità ambientale. Come riporta la redazione online di Will, la rassegna iridata era stata annunciata come il primo torneo mondiale a emissioni zero mentre in realtà genererà il 71% di emissioni in più. Stiamo parlando di 3,6 milioni di tonnellate di C02, stando ai dati ufficiali di Fifa World Cup Qatar 2022, vale a dire l'equivalente di 1,1 milioni di famiglie italiane in un anno, tra gas ed elettricità. Il tutto concentrato in meno di due mesi. 

Il 30% delle emissioni arrivano dalla costruzione degli stadi, mentre il restante 70% è legato ai trasporti, all'energia (tra cui anche tutti gli impianti di raffreddamento degli stadi), alle abitazioni e agli alloggi per i visitatori e infine per il consumo di cibo. Un focus particolare è quello relativo agli stadi: l'erba di cui sono fatti è cresciuta grazie a 140 tonnellate di semi arrivati per via aerea dagli USA mentre per l'irrigazione si utilizza acqua marina desalinizzata, un processo che richiede un grande sforzo energetico, soddisfatto grazie alle centrali a gas. Altro che green, insomma. 

3) Le figurine di Panenka 

Merita infine una menzione la bella iniziativa editoriale della rivista spagnola Panenka, "Figurine dal Qatar". Durante tutto il mese del torneo, ogni giorno, vengono pubblicate le storie di uomini e donne dal Pakistan, dall'India, dal Nepal, lavoratori e lavoratrici che hanno perso la vita nel Paese che oggi ospita il Mondiale. Di queste morti sul lavoro ce ne eravamo occupati in questo articolo, ma di certe storie non si parla mai abbastanza.

Il vento del cambiamento
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