Peccato che la stagione stesse per entrare nel vivo. Peccato che in mezzo al campo facesse la differenza e che tra Allegri e tifosi non sorrida davvero nessuno. Federico Chiesa si ferma a metà stagione lasciando una Juventus non proprio moribonda, a tratti anzi più decisa in mezzo al campo. Una squadra che, pur con tutte le incertezze, se va sotto di una, due reti, insiste, è sempre lì, continua ad attaccare, perlomeno a provarci. I goal sono un'altra storia, certo, ma ecco che l'infortunio del genovese classe '97 arriva nel momento meno opportuno, ammesso che ce ne sia uno per rilanciare una stagione comunque complicatissima, con il club di Agnelli traballante al quinto posto dietro l'Atalanta (che però ha tre punti in più e una gara in meno), in più le coppe da giocare per intero (finale di Supercoppa a parte).
La Champions vede forse i bianconeri meno incerti, più pragmatici, concreti, ma anche qui il copione di recente è lo stesso : un buon percorso ai gironi e batosta agli ottavi o ai quarti di finale contro avversari peraltro non al loro livello o comunque più che abbordabili. Colpa forse di un'attitudine non esaltante a reggere emotivamente certi match e soprattutto di assenze che pure quest'anno ci hanno messo del loro.
La dipartita di Chiesa aggrava peraltro una situazione già compromessa dal lato dell'organico e qualcuno si chiede come rimedierà la Juve, se fino a poco tempo fai vertici sposavano la logica del risparmio "a tutti i costi", del mercato parsimonioso, salvo eccezioni.
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Appunto. Per rischiare il meno possibile di qui in avanti tornare sul mercato può essere una strada obbligata e non è da escludere che qualcosa si muova. Anzitutto Morata, colpi di scena a parte, può ritenersi fuori dal mercato : il Barça, che pure lo aveva cercato, si è diretto su altri volti (con Ferran Torres siamo ai dettagli). Anche Kulusevski, accostato all'Arsenal, rimarrà quasi certamente. Invece sono due i nomi nuovi sondati dai bianconeri per rafforzare la rosa. Uno è quello di Bruno Guimaraes, centrocampista brasiliano del Lione, un profilo tecnicamente coerente con le esigenze di Allegri in mediana. Su di lui solo voci per il momento vista anche la valutazione da capogiro, 50 milioni e il club francese che non sarebbe disposto a fare sconti : difficile insomma vederlo in bianconero a gennaio. Il secondo fa rima con Sardar Azmoun, attaccante iraniano classe 1995, in forza allo Zenit San Pietroburgo, che la Juve ha già incontrato proprio nella fase a gironi di Champions. Destro, duttile, sa far valere i suoi 186 centimetri sia da punta centrale che da esterno all'occorrenza, offrendo pressing lì davanti e supporto alla squadra senza palla. Un buon identikit tutto sommato come sostituto di Chiesa : giovane (27 anni appena compiuti), capace di assolvere più ruoli e a buon mercato, vista la scadenza di contratto il prossimo giugno. Potrebbe firmare fin da ora, ma per liberarlo subito allo Zenit serve un sostituto. Il prezzo è d'occasione. La Juve per il momento attende.
Claudio Viozzi
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