La condanna per adulterio di Cristiano Ronaldo in Iran è tornata alla ribalta in questi giorni. Ma cosa c'è di vero?
Cristiano Ronaldo non prenderà parte alla trasferta in Iran con l'Al Nassr per la partita contro l'Esteghlal negli ottavi di finale della AFC Champions League. Il club iraniano ha rifiutato la richiesta di giocare la partita in campo neutro e di conseguenza Stefano Pioli, tecnico della squadra araba, ha deciso di non convocare la sua stella.
La notizia che circola è che Cristiano Ronaldo rischi fino a 100 frustate se dovesse mettere piede in Iran. Il motivo? Una presunta accusa di adulterio, avvenuto nel 2023. Niente sfida internazionale dunque per CR7, 17 gol in 21 partite quest'anno, contro la squadra allenata nel 2019 da Andrea Stramaccioni. Eppure l'Al Nassr ci aveva provato chiedendo, vista "la brutta esperienza a Teheran", di disputare la sfida "in campo neutro".
Ma cosa è successo nel 2023 e perché Cristiano Ronaldo è stato accusato di adulterio? La vicenda risale al mese di settembre, quando la squadra saudita del portoghese si trovò a Teheran per una partita contro il Persepolis. Migliaia di tifosi accerchiarono l'hotel della squadra per avvicinarsi al portoghese e fu necessario l'intervento della polizia per disperdere la folla. A margine del match, Cristiano Ronaldo fu ripreso mentre abbracciava e baciava sulla fronte Fatemah Hammami Nasrabadi, una artista disabile, paralizzata per l'80% del corpo, che dipinge usando i piedi. Un gesto, quello dell'ex Juventus, che secondo le leggi iraniane può essere interpretato come adulterio se non rivolto al coniuge, con una pena di 100 frustate. La richiesta dell'Al Nassr di giocare in campo neutro non è stata accolta però dall'Esteghlal, che ha rassicurato che sono state adottate le misure necessarie per garantire a Ronaldo un soggiorno tranquillo in Iran.
Nonostante le voci che indicavano Ronaldo come condannato per adulterio in Iran, l'ambasciata iraniana a Madrid ha negato le accuse: "Respingiamo fermamente l'emissione di qualsiasi sentenza giudiziaria nei confronti di qualsiasi atleta internazionale in Iran. È motivo di preoccupazione che la pubblicazione di notizie così infondate possa mettere in ombra crimini contro l'umanità e crimini di guerra contro la nazione palestinese oppressa. Va notato che Cristiano Ronaldo si è recato in Iran il 18 e 19 settembre per giocare una partita di calcio ufficiale ed è stato accolto molto bene dalla popolazione e dalle autorità. Il suo incontro sincero e umano con Fatemeh Hamami è stato elogiato e ammirato sia dal popolo che dalle autorità sportive del Paese".
A parlare della vicenda era stata però la stessa artista: "Cristiano Ronaldo è una persona estremamente professionale ed etica, sempre coinvolta in grandi iniziative di beneficenza. Mi ha abbracciato con affetto e amore. Incontrarlo è stato un sogno e il mio abbraccio con lui non aveva cattive intenzioni, non ci è stato detto nulla sulle leggi iraniane, ma il suo abbraccio era per affetto e fratellanza". Ma è un altro il passaggio della sua intervista a Olè che merita di essere riportato: "Avvocati disoccupati hanno rivolte accuse contro di lui senza il permesso mio o della mia famiglia. Lui ha commesso un reato secondo le leggi iraniane mentre noi non abbiamo ricevuto denunce".
Lontano dalla fama e dalle pagine di giornale, però, condanne di questo tipo sono all'ordine del giorno. A fine 2023 Ahmad Moin Shirazi, noto sui social come Picasso Moin, ex campione mondiale di kickboxing, e sua moglie Shabnam Shahrobi sono stati condannati a 16 anni di carcere, 74 frustate e una multa. L'accusa? Presunta propaganda anti regime, utilizzo volgare dei social media e propaganda della corruzione. La coppia è stata costretta a fuggire e oggi vive in Turchia. Ma chi non ha possibilità di fuggire e di denunciare è costretto a subire. Lontano dal clamore e dall'indignazione di tutti.
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