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Cosa è successo davvero ad Amsterdam con gli ultras del Maccabi Tel Aviv?

Gli scontri ad Amsterdam sono stati definiti "attacchi antisemiti" e "pogrom organizzati", ma è andata veramente così? Chi sono e cosa hanno fatto gli ultras del Maccabi Tel Aviv? E perché nessuno ne parla?

Gli ultras del Maccabi Tel Aviv in trasferta ad Amsterdam per assistere alla partita di Europa League contro l'Ajax (terminata 5 a 0 per i lancieri) hanno seminato odio e violenza per due giorni mettendo sottosopra la capitale olandese. Nonostante ciò su tutti i media nazionali ed internazionali l'unica notizia che viene riportata è quella degli "attacchi" che la tifoseria israeliana avrebbe subito per le strade di Amsterdam. Attacchi che il potere mediatico definisce "antisemiti". C'è addirittura chi si spinge oltre e parla di "pogrom organizzati".

Ma le cose sono andate realmente così?

 Quello che i media ed i politici non dicono

Gli ultras del Maccabi Tel Aviv hanno tenuto sotto scacco la capitale olandese per una giornata e mezza, incutendo terrore soprattutto nella fetta di popolazione di origine araba.

Quelli che in questo momento si sta provando a fare passare per vittime, in realtà, hanno strappato le bandiere della Palestina che diverse persone di Amsterdam avevano fuori le proprie abitazioni in segno di solidarietà con la popolazione palestinese; Hanno fatto continue provocazioni ai passanti di origine araba o a chi mostrava simboli palestinesi; hanno devastato il taxi di un arabo e diverse attività commerciale e/o abitazioni private. Hanno scandito cori razzisti e che esaltavano il genocidio palestinese "lascia che l'IDF vinca per fottere gli arabi" o ancora "non ci sono scuole a Gaza perché non ci sono più bambini"; Una volta all'interno della Johan Cruiyff Arena hanno fischiato il minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell'alluvione che ha colpito la comunità di Valencia come rappresaglia contro il governo spagnolo che è in prima linea per il riconoscimento dello Stato di Palestina e per fermare il genocidio in corso.

Il tutto sotto gli occhi della polizia che li ha scortati in giro per tutta la città...

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 Ma chi sono gli ultras del Maccabi Tel Aviv

Sono gli stessi ultras che nel marzo scorso fa si sono resi protagonisti di una violenta aggressione in quel di Atene - in occasione della trasferta di Conference League contro l'Olympiacos - ai danni di un uomo la cui colpa era quella di avere con sé una bandiera della Palestina.

Gli stessi -e in questo la società non fa differenza - che inviano costantemente gadget ai soldati dell'IDF impegnati ad uccidere quanti più palestinesi possibili in segno di ringraziamento. Gli stessi che dichiarano apertamente di non volere calciatori arabi a rappresentare il proprio club. Chiedere a Mahran Radi, calciatore arabo-israeliano costretto a lasciare il Maccabi, per averne conferma. Gli stessi che non si fanno problemi ad esporre dalle gradinate dello stadio Bloomfield, casa del Maccabi, striscioni contro la comunità lgbtqia+ o contro i rifugiati come, ad esempio, "Refugees not welcome". Gli stessi che qualche anno fa scesero in piazza a Tel Aviv per protestare contro il primo ministro Benjamin Netanyahu coinvolto in uno scandalo di corruzione. Quello stesso Netanyahu che oggi prova a riportarli a casa, con due aerei cargo, autorizzando addirittura un'operazione di salvataggio coordinata - neanche a dirlo - dall'IDF come fa sapere il portavoce delle Forze di Occupazione Israeliane:

"A seguito dei gravi e violenti incidenti contro gli israeliani ad Amsterdam, con la direzione del livello politico e in conformità con una valutazione della situazione, le Idf si stanno preparando a dispiegare immediatamente una missione di salvataggio con il coordinamento del Governo olandese".

 Le reazioni della politica

Non ci si può meravigliare, quindi, se dopo tutto quel a cui abbiamo assistito in Olanda, qualcuno - al termine della partita -abbia voluto rendere pan per focaccia agli ultras del Maccabi Tel Aviv. Immagini che hanno fatto il giro dei social e che hanno scatenato l'indignazione del potere mediatico e politico che, estrapolando alcune immagini dal loro contesto originario, ora gridano allo scandalo e tirano in ballo - come sempre più spesso fanno per criminalizzare chi sostiene la causa palestinese - l'antisemitismo.

L'ufficio del premier israeliano ha dichiarato che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu è stato informato dei dettagli riguardanti il violentissimo incidente contro i cittadini israeliani ad Amsterdam, ha svolto una valutazione con il suo Segretario militare e il ministro degli Esteri e sta ricevendo aggiornamenti regolari. Le immagini crude dell'assalto ai nostri cittadini ad Amsterdam non saranno ignorate.

Ariel Muzicant, presidente del Congresso ebraico europeo ha parlanto di attacchi antisemiti, scioccanti e in piena vista nelle strade di una città europea, evidenziando i pericoli delle manifestazioni anti-Israele lasciate senza controllo.

In Italia c'è chi, come il leader di Italia Viva, Matteo Renzi parla di "caccia all'ebreo" e tira in ballo Anna Frank: "le scene che abbiamo visto in Olanda rappresentano una vera e propria squallida caccia all'ebreo. I tifosi sono stati presi di mira solo per la propria nazionalità o fede religiosa. Restare in silenzio significa essere complici di una vergogna globale, a maggior ragione nella terra di Anna Frank. L'antisemitismo è ancora una piaga della nostra società: bisogna avere la forza di dirlo ad alta voce, senza alcuna incertezza". Sulla stessa lunghezza d'onda Carlo Calenda che nel riconvididere un post di condanna di quanto occorso agli ultras del Maccabi parla di "vergogna. Europa XXI secolo".

Ma qui la vergogna è l'ipocrisia e la malafede di chi sostiene senza se e senza ma il governo israeliano che da oltre un anno sta compiendo una vera e propria pulizia etnica in Palestina. La vergogna è non condannare chi incita all'odio e gioisce della morte di oltre 17.000 bambini. La vergogna è parlare di caccia all'ebreo ed antisemitismo quando è lampante il perché della reazione. La vergogna sono i vertici della UEFA che pare non abbiano, neanche stavolta, voglia e volontà di prendere provvedimenti contro il club israeliano e la sua tifoseria. La vergogna è quella che sta andando in scena in mondovisione dall'ottobre scorso in Palestina con il sostegno di chi ci governa e la complicità del potere mediatico. 

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