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Danil Medvedev non c'entra niente

L'invasione della Russia ai danni dell'Ucraina ha conseguenze anche sul mondo dello sport. Oggi vi raccontiamo la storia di Danil Medvedev.

Il conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina sta tenendo col fiato sospeso l'intera comunità europea, con immagini struggenti e notizie che si susseguono ora dopo ora. Dal discorso non è esente lo sport, con posizioni dure che sono state prese nelle ultime ore da varie federazioni che hanno deciso, in un modo o nell'altro, di tagliare i ponti con la Russia. Vanno però fatti dei doverosi distinguo per non fare di tutta l'erba un fascio e per non far ricadere eccessivamente le colpe di un folle sanguinario di nome Vladimir Putin.

Il tennis russo Danil Medvedev, nonostante l'eliminazione per mano di Rafa Nadal nella semifinale dell'ATP 500 di Acapulco, è diventato il numero uno della classifica mondiale scavalcando, dopo 361 settimane in vetta, Novak Djokovic, a sua volta sconfitto nei quarti di finale dell'ATP di Dubai. Non è un periodo storico particolarmente favorevole per Medvedev, vista la complicata situazione storica. E proprio sui tentativi di sabotare il primato e la carriera di uno dei più grandi esponenti di questo nobile sport che si concentra questa analisi.

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Una semifinale pazzesca, 3 set combattuti contro il polacco Hurkacz, una semifinale conquistata con merito agli ATP 500 di Dubai, ma il vero gesto da campione Andrey Rublev lo ha fatto dopo la partita.

 Medvedev, i meriti sportivi oltre la guerra

Danil Medvedev non c'entra nulla. Così come i tanti manifestanti russi che in questi giorni si sono apertamente schierati contro il conflitto in Ucraina, gli stessi sportivi non devono subire ingiustificati procedimenti disciplinari per qualcosa che loro stessi non vogliono e non hanno cercato. Esiste una Russia libera dal desiderio di conflitto, una Russia che odia Putin e che brama la pace. I meriti sportivi del classe '96 è balzato in testa al ranking mondiale grazie ai successi ottenuti negli ultimi due anni e mezzo, tra finali slam (di cui uno vinto, gli US Open dello scorso anno) e svariati Masters 1000 messi in bacheca.

Lo sport, e in questo caso il tennis, continui a dare il giusto esempio, un esempio di uguaglianza e di meritocrazia senza vessare che subisce indirettamente decisioni che nel 2022 appaiono folli e sconsiderate. Viva Medvedev e abbasso Putin. Chi tifa per la pace e la giustizia non può che stare dalla parte corretta della storia.

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