La sfida tra Djoković e Rune non è più una sfida impossibile. Ma il simbolo del tempo che passa. Anche nel tennis.
No, non è stato Davide contro Golia. Nessuna fionda e nessun sassolino. Solo una racchetta e una pallina da tennis. Un insolito mercoledì pomeriggio di un uggiosa giornata di maggio romana fa da sfondo ad un incontro notevole avvenuto nello stadio da tennis centrale del Foro Italico. Quarti di finale degli Internazionali d'Italia. Si gioca Djoković contro Rune. I due si sono sfidati già due volte. La prima volta agli Us Open del 2021 nel primo turno dove a festeggiare fu il serbo. Il secondo match invece si è disputato a Novembre scorso a Parigi dove il danese lo ha battuto in finale conquistando di conseguenza il suo primo Masters 1000 della carriera.
Lo stadio di Roma è tutto del serbo. In centinaia sono venuti a sostenerlo. Numero uno del mondo ormai abituato al clima romano. Dall'altra parte invece Rune gioca "fuori casa" ma senza nulla da perdere. Il classe 2003 non è di certo un novellino. Sa il fatto suo.
Si gioca. Il primo set è dominato dal danese. Lo chiude 6 a 2 tenendo a quindici il servizio. Già dall'inizio della partita di può notare un Djoković permissivo. Troppo teso, innervosito, abbattuto…come se ci fosse qualcosa di strano e contorto dentro di lui. E sarà così per tutta la partita. Non è il solito di sempre. Nel secondo set il serbo si riprende e porta a casa il 6-4 nonostante l'interruzione per pioggia che ha sospeso il match per circa un ora. Il terzo set lo vince Rune in scioltezza per 6-2. Sembra quasi non dare peso alla palla e gioca senza paura. Non si fa intimorire dal 22 volte campione slam.
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Rune uccide il gigante…ancora una volta. Nonostante i mugugni del pubblico che incitava Novak ed un arbitro incrollabile, il danese scrive la storia ed ora punta al titolo senza paura. Prestazione superba di un giocatore inarrendevole dal carattere difficile.
2003 e tutta una carriera davanti. 15 anni meno del suo avversario eppure lo sbeffeggia sportivamente scrivendo un pezzo della storia della competizione. Non è Davide contro Golia, come ho detto all'inizio, ma poco ci manca. Il problema è che Davide lo ha già battuto due volte su tre. Provateci voi contro il numero uno del mondo. Ragazzino irrefrenabile con la faccia da tipico bad boy, quello che in classe era l'unico ad avere il motorino. Sangue dell'Europa del nord, abituato a non mollare nonostante tutto.
Ci regalerà ancora molto, questo è certo. 6-2 4-6 6-2 fine partita. Vince la giovinezza, la nuova leva del tennis mondiale. Che bel futuro si prospetta?
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