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Gli europei dei nazionalismi. Parte 1

Europei 2024: il riflesso del nazionalismo in crescita nel calcio e nella politica europea. Prima parte dell'articolo a cura di Calcio e Rivoluzione  

Venerdì 14 giugno ha preso il via la 17esima edizione degli Europei di calcio tutt'ora in corso di svolgimento in Germania. Competizione che, arrivata alla terza giornata dei gironi eliminatori, non ha regalato grandissime sorprese né, a dirla tutta, grandissime emozioni. Campionato europeo che fa seguito ad un altro importante appuntamento continentale, seppur di tutt'altro tipo: il rinnovo del Parlamento Europeo.

Elezioni europee che si sono concluse il primo weekend di giugno e che ci hanno restituito un'Europa in cui si è registrato un ulteriore passo in avanti dell'estrema destra con le affermazioni di partiti come Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, dell'AFD in Germania e di Fratelli d'Italia - già al governo - qui da noi (che comunque rispetto a soli 2 anni fa perde 600 mila voti) che fanno il paio con quelli già saldamente radicati in Polonia e Ungheria.

Chiusura delle frontiere, blocco dell'immigrazione, sostituzione etnica e in generale, il richiamo a una difesa dell'Europa dall' "invasione straniera" sono il cavallo di battaglia di formazioni politiche che soffiano sul fuoco della "paura", della stigmatizzazione del "diverso" per acquisire consenso e fare proseliti. Ideologie e slogan che stanno trovando la loro rappresentazione plastica ad Euro 2024 che si è ben presto trasformato nella vetrina perfetta per chi sposa in pieno le idee di odio e discriminazione della destra più reazionaria, populista e xenofoba. Il calcio - ele selezioni nazionali più nello specifico - del resto, sono da sempre utilizzate dal potere politico per costruire quel sentimento patriottico e nazionalista tanto caro all'estrema destra

Mbappé, in conferenza stampa. Fonte Foto: CNN

 TUTTI CONTRO LE PEN OVVERO TUTTI - O QUASI - CON MACRON

Ad inaugurare l'Europeo dei nazionalismi sono stati, in un certo qual modo, alcuni calciatori della Francia che dal ritiro, già prima dell'inizio della competizione, avevano commentato i risultati delle elezioni europee soffermandosi, per ovvie ragioni, sul risultato dell'estrema destra guidata da Marine Le Pen.

L'attaccante dell'Inter, Marcus Thuram - ad esempio - ha dichiarato che "bisogna andare a votare. Dobbiamo lottare ogni giorno per far sì che non si ripeta e che il Rassemblement National non passi. Spero che tutti i membri della squadra francese condividano la mia opinione. Non ho dubbi su questo. Capisco che alcuni giocatori vengano a dire di andare a votare, ma non credo sia sufficiente. Dobbiamo spiegare come siamo arrivati a questo punto e la gravità della situazione".

È stato poi il turno di Kylian Mbappé: "Marcus Thuram ha detto di votare contro l'estrema destra alle elezioni? Sì, sono d'accordo con lui. Sono d'accordo con Marcus. Sappiamo che è un momento cruciale per la storia francese, un evento mai visto prima. Siamo una generazione che può fare la differenza, vediamo che gli estremismi stanno bussando alla porta del potere e abbiamo l'opportunità di plasmare il futuro del nostro Paese. Siamo una generazione che può fare la differenza. Spero di essere ancora fiero di indossare questa maglia il 7 luglio". Esternazioni a cui hanno fatto seguito quelle di Thierry Henry, attuale ct dell'under 21 francese, e di Aurélien Tchouaméni che meno di 48h fa, riprendendo proprio le parole di Mbappé, ha detto di detestare gli estremismi e di essere per una politica che unisce.

Dichiarazioni che, partendo da alcune premesse comuni - l'opposizione all'estrema destra e l'appello al voto - evidenziano una sostanziale differenza di visione tra il calciatore attualmente all'Inter ed i suoi compagni di nazionale, Mbappé su tutti: mentre Thuram, infatti, ha puntato direttamente il dito contro l'estrema destra di Le Pen invitando al voto ma soprattutto a mobilitarsi affinché una situazione del genere non si ripresenti più, denunciando - in un certo qual modo - le responsabilità di chi da anni al Governo ha sdoganato e collaborato con l'estrema destra, l'attaccante del Real Madrid - così come Henry e Tchouaméni, ha fatto un discorso più generale contro "gli opposti estremismi" e dunque non solo contro il partito della Le Pen ma anche contro il Nouveau Front Populaire che riunisce i principali partiti della sinistra francese.

Se alla sua dichiarazione aggiungiamo il fatto che è ben noto il legame che intercorre tra il fuoriclasse francese ed il Presidente francese Macron, che nel 2022, intervenne in prima persona per convincere Mbappé a prolungare il suo contratto con il PSG, si può facilmente intuire quale sia l'indicazione di voto data attraverso la sua dichiarazione e che utilizzo la politica stia facendo della nazionale. 

Striscione della tifoseria austriaca, nella partita contro la Polonia ad Euro2024. Fonte foto: Visegrad24

 DEFEND EUROPE

Lo slogan adottato dalle formazioni neo-fasciste di mezzo continente "Defend Europe" ha fatto la sua comparsa sugli spalti dell'Europeo, e più precisamente, su quelli dell'Olympiastadion di Berlino, nel settore occupato dalla tifoseria austriaca, nel corso della partita tra la Polonia e l'Austria, vinta da quest'ultima per 3 a 1. Slogan che, nel corso degli anni, abbiamo - purtroppo - imparato a conoscere bene e che rimanda a quell'immaginario del passato fatto di crociate e guerre agli infedeli che, ieri come oggi, sono individuati genericamente negli arabi e nei musulmani e che hanno come unico grande obiettivo quello di distogliere l'attenzione collettiva da quelli che sono i veri problemi di un sistema che, giorno dopo giorno, si rivela sempre più iniquo e fallimentare.

STOP THE BOAT

Anche lo slogan del politico britannico Nigel Farage, attuale leader del "Reform UK", ha fatto irruzione per le strade della Germania ben impresso su una bandiera del Regno Unito fieramente mostrata da un gruppetto di tifosi inglesi, al seguito della nazionale dei tre leoni. Lotta durissima all'immigrazione e tasse per gli imprenditori che assumono stranieri, i must di un personaggio che già per sei volte ha provato a conquistare uno scranno a Westminster senza mai riuscirci.

Anwar El Ghazi. Fonte foto: Transfermarkt

 GLI EUROPEI COME RIFLESSO DELLE INQUIETUDINI DELLA NOSTRA SOCIETÀ

Gli episodi appena descritti - ne racconteremo altri in un prossimo articolo - ci restituiscono una realtà raccapricciante che, però, va analizzata partendo dalla consapevolezza che sono più di venti anni, oramai, che il tifo al seguito delle nazionali è ad esclusivo appannaggio di quelle realtà organizzate più marcatamente nazionaliste e di destra che utilizzano le partite delle squadre Nazionali per mettersi in mostra, veicolare i propri messaggi e riflettere verso l'esterno un'immagine decisamente "migliore" del loro stesso stato di salute e del peso effettivo che hanno nella società.

Se è vero che la destra avanza, fuori e dentro il mondo del calcio, è altrettanto oggettivo che la narrazione che accompagna questa crescita è volutamente falsata, dalla destra ma anche dai partiti più moderati e democratici, che hanno tutto l'interesse ad amplificare e sovrarappresentare queste realtà così da rendere più concreto ed imminente il pericolo legato ad un'eventuale presa di potere, così da spingere tutto e tutti, nuovamente, verso lidi più sicuri. Quegli stessi lidi dove stazioniamo da anni e che ci hanno condotto esattamente al punto in cui ci ritroviamo oggi con una destra più forte, le sue idee di odio ed intolleranza sdoganate e con la vita di milioni di persone decisamente peggiorata da politiche, sempre più di destra ed antipopolari, messe in campo però da chi porta avanti l'idea "degli opposti estremismi", ovvero i cosiddetti partiti democratici.

È necessario, dunque, provare a districarsi in una realtà abbastanza complessa ed eterogenea, dove non sempre vi è linearità di pensiero né di azione e che trova nel mondo del calcio il luogo ideale - fisico e non - per dare libero sfogo (e rappresentazione) a quei rigurgiti nazionalistici più beceri ed inaccettabili. Cadere nella trappola degli "opposti estremismi" vorrebbe dire arrendersi al "meno peggio" quando - invece - tanto nel calcio (le Green Brigade del Celtic, l'ex giocatore del Mainz Anwar El Ghazi o le straordinarie e giovanissime atlete della nazionale femminile di calcio palestinese) quanto nel mondo di tutti i giorni (la popolazione palestinese così come le centinaia di migliaia di persone che in lungo e largo per il globo lottano per un mondo migliore) c'è chi ci dimostra che una strada alternativa esiste, sicuramente ripida e tortuosa ma assolutamente percorribile. Perché vale sempre la pena difendere ciò in cui si crede anche se questo vuol dire rimanere soli

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