Tutto pronto per i quarti di finale degli Europei: tra successi sorprendenti e delusioni attese, l'analisi delle partite e dei protagonisti a cura di Giulio Giusti.
Gli Europei entrano nella fase più calda. L'accesso ai quarti è, come sempre, il risultato mimino richiesto alle favorite per non dichiarare fallimentare la loro spedizione. Viceversa, arrivare a questo step per una outsider è già un successo. Delle rimaste, perciò, le uniche vincitrici sono, al momento, Turchia e Svizzera.
Le altre, o per forza conclamata o pedigree, sono arrivate dove loro si chiedeva di arrivare.
Ma quali sono state le note più belle di questa prima fase? Gli assi o presunti tali hanno brillato a corrente alternata, ma, come spesso capita, iniziano a manifestarsi quando le partite diventano caldissime. Ora o mai più, quindi. C'è in ballo anche il Pallone d'Oro. Aspettiamo dei gesti da tramandare ai posteri dei vari Mbappé, Kane, Ronaldo e Bellingham. Anche se quest'ultimo ha emesso lo squillo che ha risvegliato i suoi ormai prossimi al transito dalla sala rianimazione a quella mortuaria. Il gestaccio che ha poi fatto il campione del Real alla panchina della Slovacchia era meritevole di squalifica, ipotizzata e ovviamente mai arrivata, ma ha squalificato soprattutto lui come persona. Così come, a proposito di gesti, è stato inaccettabile il richiamo ai Lupi Grigi di Demiral dopo la doppietta rifilata all'Austria. Anche in questo caso, nessuna sanzione da parte delle autorità calcistiche, sempre poco attente su argomenti del genere.
Ma, lasciamo perdere le cose brutte e parliamo di ciò che più ci è piaciuto. La palma del gioco più bello spetta per ora alla Spagna che ha prima passeggiato sui resti di ciò che era stata la Croazia, per poi danzare contro l'Italia (anche se noi eravamo imbalsamati) e infine dilagare contro la Georgia. In quest'ultima partita, però, gli iberici hanno avuto qualche sbavatura difensiva che, se replicata, potrebbero pagare a caro prezzo nel quarto contro la Germania. I tedeschi, invece, più che belli sono apparsi solidi ma non solidissimi come in altre occasioni. La freschezza e la velocità della Spagna li può far tremare e mettere in seria difficoltà, grazia a uno dei gioielli di questa manifestazione: Nico Williams.
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La vincente di questa sfida incontrerà ciò che resta di Francia-Portogallo. I transalpini sono apparsi balbettanti e Mbappé sembra un aereo ancora chiuso in un hangar. Se apriranno le porte e inizierà a volare saranno dolori per il vecchio Pepe e compagni di reparto che contro la Slovenia hanno rischiato moltissimo. I portoghesi sembrano sempre sul punto di fare a pezzi l'avversario. La loro partita è una corrida dove infilzano con le banderillas il toro senza sferrare mai il colpo decisivo. Compito che dovrebbe spettare a Ronaldo. Ma è giusto che CR7 sia ancora il terminale ultimo della squadra? La sua bulimia sull'esecuzione dei calci piazzati appare ora veramente eccessiva e, per la prima volta nella storia, il campionissimo sembra più togliere che aggiungere alla causa del suo paese.
Passando all'altra parte del tabellone. L'Inghilterra sembrerebbe avere aperte le sbarre dell'autostrada che portano alla finale. La Svizzera è molto inferiore al potenziale offensivo dei sudditi di Re Carlo. Gli elvetici, però, sono organizzati e se l'Inghilterra non segna subito rischia d'imboccare un pericoloso labirinto. Molti critici addossano a Southgate la colpa del gioco poco brillante dei suoi. In parte è giusto, ma quanti gol già fatti si sono mangiati Kane e compagni prima del decisivo 2 a 1 contro la Slovacchia?
La vincente tra Inghilterra e Svizzera duellerà contro chi la spunterà tra Olanda-Turchia. Qui i pronostici sono tutti per gli uomini di Koeman. Gli oranges sembrano in rampa di lancio con uno Gakpo in gran forma. La Turchia non ha nulla da perdere e gioca col coltello tra i denti. Ma non si tratta solo di grinta. I turchi sono ben organizzati in difesa e hanno un principe del centrocampo come Calhanoglu. Su tutti però brilla quello che per ora sembra il miglior talento di questo europeo: Arda Guler. Il ragazzino, 19 anni, nel Real Madrid ha giocato poco, ma è ancora un bebè e gli insegnamenti di Ancellotti gli stanno facendo bene. In ogni caso, gli uomini di Montella non partono battuti. Questa doppia esperienza turca, prima nel campionato e ora con la nazionale, sta rilanciando l'aeroplanino. La sua carriera è stata troppo frettolosamente data per finita dai soliti soloni nazionali. Il riscatto di Montella è la dimostrazione che il calcio non finisce in Italia, anzi spesso inizia fuori dai nostri confini.
di Giulio Giusti
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