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Intervista a Giacomo Favero: dall'Italia alle Maldive per scrivere un nuovo capitolo della carriera

Giacomo Favero è un centrocampista centrale friulano che gioca nel campionato delle Maldive. Nell'ultima stagione ha militato con il Club Eagles. Ci ha parlato del calcio asiatico, della sua esperienza personale e delle sue aspirazioni.

Centrocampista centrale, classe '91 di Udine, si è spostato per calcio per tutta l'Italia da quando aveva 14 anni. Da Nord a Sud, passando per il Centro Italia e una parentesi nella serie A di Malta, giocando nei professionisti in Serie C, nei dilettanti in D ed in Eccellenza. Per vari motivi legati al nostro calcio e alle persone che vi ruotano attorno, ha deciso di intraprendere il percorso all'Estero cambiando in maniera radicale e giungendo fino al Club Eagles, nel campionato delle Maldive. 

Qual è il tuo miglior pregio in campo?

Il lancio lungo ed i passaggi filtranti tra le linee sono sicuramente le mie armi migliori.

Ho una curiosità personale. A quale calciatore ti ispiri?

Sarò controtendenza. I più legittimamente direbbero: Xavi, Pirlo o altri campioni incredibili da cui bisogna soltanto imparare… 

Se devo dire un giocatore a cui mi sono davvero ispirato, quando ero giovane e giocavo nell'Hellas Verona, allora rispondo Vincenzo Italiano, l'attuale tecnico della Fiorentina.

Facilità di cambio gioco impressionante, con entrambi i piedi, e tecnica superlativa

Qual è il tuo primo ricordo legato al calcio?

Fuori da casa mia giocavo col pallone da solo per strada… ore e ore, sole, pioggia e neve ma io ero sempre lì.

Che obiettivi hai per il futuro?

 Diventare allenatore o procuratore, nel mercato asiatico se possibile.

Mi ha incuriosito il fatto che tu giochi nel campionato delle Maldive. Come sei capitato laggiù?

È stato un percorso non diretto diciamo. Mi spiego meglio: ero negli Emirati Arabi, proprio all'epoca in cui ha iniziato a diffondersi la pandemia. Stavo per firmare il contratto ma il Covid ha bloccato tutto: dal campionato, ai contratti, ai visti lavorativi… Lì si è creata l'opportunità delle Maldive, grazie a dei video che erano stati diffusi. Ho colto immediatamente l'occasione, non appena si è manifestata.

Com'è stato il primo impatto con questa avventura?

Molto stimolante ma non facile, essendo una cultura totalmente diversa dalla nostra. Mi riferisco non soltanto allo sport e al calcio ma anche alla religione, al cibo, al modo di vivere…

Bisogna sapersi adattare: questo è fondamentale. Se sei abituato a mangiare pasta e salumi tutti i giorni ad esempio, lì puoi attraversare una fase iniziale di difficoltà.

Qual è il livello del campionato locale?

Difficile da paragonare: sono culture calcistiche diverse dalle nostre europee. Di sicuro non è la nostra serie A ma nemmeno la terza categoria: i giocatori locali hanno una buona tecnica giocando spesso a Calcio a 5 nell'off-season e sono dotati di buona accelerazione. Gli stranieri, poi, aiutano ad innalzare sicuramente il livello.

So che non è la tua prima esperienza all'estero, cosa ti porti dentro della parentesi maltese?

L'inglese che ho imparato lì, sicuramente mi è servito come "scuola".

Tornando alla tua esperienza attuale, come sono gli impianti alle Maldive?

C'è lo stadio Nazionale centrale, molto carino, all'inglese, dove si giocano tutte le partite di Premier League. Quindi non esiste giocare in casa o in trasferta.

Mentre per gli allenamenti ci sono due campi sintetici non molto lontano dallo Stadio. 

Sei uno dei pochi stranieri, se non l'unico, nella tua squadra. Com'è il gruppo nello spogliatoio? Ci sono stati "problemi" nel trovare l'alchimia giusta date anche le differenze culturali che accennavi prima?

No, alla fine loro sono un popolo abituato ai turisti e alle culture diverse, quindi non c'è stato assolutamente alcun problema di integrazione.

Al termine di questa stagione pensi di restare lì o hai altri progetti, magari anche in Italia?

Non so se rimarrò, sto valutando altre possibilità nel mercato asiatico. Ad ora, non credo di tornare in Italia.

Alle Maldive c'è anche un altro italiano cioè Kekko Moriero che è l'allenatore della nazionale maldiviana, siete in contatto?

Sì certo, ci vedevamo spesso al campo o anche fuori a cena per parlare di calcio e di extra-calcio. Ancora adesso ci sentiamo telefonicamente.

Non solo Giacomo Favero. Anche Moriero vive di calcio alle Maldive: è l'allenatore della nazionale (Fonte: Eurosport)

 Ringrazio Giacomo per il tempo dedicatomi nella realizzazione dell'intervista e gli auguro buona fortuna!

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