Il calcio come strumento di identità non solo sportiva ma anche politica. E' la storia della Groenlandia, che adesso punta a entrare nella Concacaf
La Federazione calcistica della Groenlandia invierà il prossimo mese una delegazione negli Stati Uniti per avviare i colloqui finalizzati all'ingresso nella CONCACAF, l'organo di governo del calcio nordamericano. L'obiettivo non è solo e puramente calcistico, ma anche politico e sociale, soprattutto in un periodo in cui l'isola è finita sotto i riflettori dell'opinione pubblica in seguito alle dichiarazioni di Donald Trump, che si dice pronto ad acquistarla.
Nonostante la passione per il calcio sia radicata, la Groenlandia non ha mai ospitato incontri internazionali ufficiali. Tuttavia, già a maggio dello scorso anno ha avanzato la richiesta di adesione alla CONCACAF, che sovrintende il calcio nel Nord e Centro America e nei Caraibi. Geograficamente parte del continente nordamericano ma politicamente un territorio semi-autonomo sotto la Danimarca, la Groenlandia ha cercato per anni di diventare membro della UEFA, che invece regola il calcio europeo. Il percorso si è però complicato per via di un particolare requisito: la Uefa accetta infatti solo Stati riconosciuti come indipendenti dalle Nazioni Unite. La CONCACAF, invece, consente anche l'adesione di territori autonomi.
Come riporta Reuters, Kenneth Kleist, presidente della Federazione calcistica groenlandese, l'isola è stata invitata dal segretario generale della CONCACAF, Philippe Moggio, a un incontro fissato per il 27 febbraio nella sede centrale di Miami. L'appuntamento arriva in un momento delicato, caratterizzato da un rinnovato interesse degli Stati Uniti verso la Groenlandia e da un crescente desiderio di indipendenza dalla Danimarca tra i 57.000 abitanti dell'isola. "L'invito non è legato all'attuale interesse geopolitico nei confronti della Groenlandia", ha precisato Kleist in un comunicato.
Se la candidatura fosse accettata, la Groenlandia – con i suoi appena 18 campi da calcio e una stagione all'aperto che si limita ai mesi tra maggio e agosto – diventerebbe il 42° membro della CONCACAF. "Si tratta di tenere duro e dimostrare che il popolo groenlandese è capace e abbastanza coraggioso da affrontare i grandi", ha dichiarato Morten Rutkjer, allenatore della nazionale, in un'intervista a Reuters.
La nazionale groenlandese, composta interamente da dilettanti, gioca esclusivamente partite amichevoli. Quest'anno, però, la Groenlandia sta pianificando tre incontri contro piccole nazioni affiliate alla CONCACAF. "C'è un notevole interesse da parte di diverse importanti nazioni calcistiche a giocare contro di noi", ha aggiunto l'allenatore.
Groenlandia, l'esempio della pallamano e delle Isole Far Oer
Il tentativo di trovare un'identità sportiva autonoma a livello internazionale non è nuovo in Groenlandia. Come spiega Enrico Varrecchione su Linkiesta, la federazione nazionale di Pallamano, infatti, ha ottenuto lo status ufficiale nel 1998, permettendo alle sue Nazionali di partecipare a competizioni di alto livello. Da allora, la selezione maschile ha preso parte a tre campionati mondiali, l'ultimo dei quali nel 2007, quando riuscì a vincere una partita nel torneo di consolazione contro l'Australia. Anche la Nazionale femminile ha partecipato a due edizioni del mondiale.
La pallamano, uno degli sport più praticati sia in Groenlandia che nella Danimarca continentale, vanta atleti di rilievo come Jakob Larsen, il miglior marcatore della Nazionale, che si è distinto nei campionati di club in Danimarca e Francia. Anche nella pallavolo la Groenlandia è presente attraverso la federazione europea CEV, benché non partecipi attivamente alle competizioni internazionali.
Nonostante il forte radicamento della pallamano, l'ingresso della Groenlandia nelle competizioni calcistiche internazionali rappresenterebbe una svolta, permettendo al popolo Inuit di affacciarsi sul palcoscenico dello sport più popolare al mondo. Un traguardo che la renderebbe paragonabile all'altro territorio autonomo danese, le Isole Fær Øer, ormai ben note agli appassionati di calcio per i loro incontri con le principali Nazionali europee, inclusa l'Italia.
Ispirandosi proprio all'esperienza delle Fær Øer, la Groenlandia punta a ottenere un riconoscimento simile, anche se non nell'ambito UEFA. Questo per due motivi principali: da un lato, l'UEFA ha ormai adottato criteri più rigidi per l'ingresso di nuovi membri (l'ultimo ammesso è stato il Kosovo nel 2016); dall'altro, la posizione geografica della Groenlandia rende più naturale il confronto con squadre dell'America Settentrionale e Centrale.
Con l'apertura imminente del nuovo aeroporto di Nuuk, che sostituirà il remoto hub di Kangerlussuaq, la Groenlandia punta a migliorare i collegamenti e a concretizzare l'ingresso nella CONCACAF, con l'ambizione di partecipare alla Nations League organizzata dall'associazione nordamericana nella stagione 2025-26.
Lo stato attuale del calcio in Groenlandia
Ma qual è la situazione attuale del calcio in Groenlandia? Il massimo campionato è l'Angutit Inersimasut GM, che come accade cambia nome per motivi di sponsor: GrønlandsBANKEN GM. È stato fondato nel 1954, vanta 10 partecipanti e dura pochissimo. Si gioca solo in agosto, nella brevissima estate groenlandese. La fase finale prevede due gironi da 5, all'italiana, più una fase a eliminazione diretta. Gli attuali campioni in carica sono gli uomini della B-67 Nuuk, che è anche la detentrice del record di vittorie (15). Al secondo posto la Nagdlunguaq-48 e al terzo la Kissaviarsuk-33 che non vince dal 2003.
Qualche nome da segnalare? Nel giro della nazionale maggiore ci sono Thomas Høegh e Mathias Mac Christensen, che giocano in Danimarca, mentre il talento più cristallino è il classe 2001 Rene Eriksen Petersen, in forza al KÍ Klaksvík, in Islanda. E chissà, magari sentirete parlare di lui.
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