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Igor Tudor amarcord, da Torino a Torino

 Moderno, cultore del lavoro, tattico. Igor Tudor è uno degli allenatori rivelazione di questa Serie A e il suo Hellas Verona punta in alto

Un allenatore giovane ma già maturo, Igor Tudor, con un interessante bagaglio di esperienze su panchine straniere, e già vincente. All'esordio da professionista alla guida di una prima squadra, con l'Hajduk Spalato, vince la Coppa nazionale croata in meno di un mese, dopo essere stato promosso da vice allenatore, a seguito dell'esonero del predecessore. Nel 2017, dopo il quarto posto in classifica dell'anno precedente da subentrato, viene esonerato dalla panchina del Galatasaray mentre la squadra occupa la seconda posizione della classifica. Un'altra vittoria sportiva è stata la salvezza raggiunta sulla panchina dell'Udinese nel 2018, da subentrato. Con la sua Juve, riabbracciata dopo tredici anni, Tudor lo scorso anno ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa italiana alla prima stagione da vice allenatore. Poi l'amaro saluto estivo ("vendicato qualche mese fa al Bentegodi"), e l'approdo successivo sulla panchina del Verona rimasta anzitempo libera, a stagione iniziata. Ancora una volta da subentrato, ma ancora una volta da protagonista. 

Guardando il suo Verona Berserker, si intuisce come potesse esserci una distanza di vedute forse anche sostanziale col collega Pirlo, sulla panchina della Juve, lo scorso anno. I rapporti si sono logorati anche per la scarsa chiarezza con cui il bresciano lo aveva invitato ad unirsi alla sua gestione, cambiando le carte in tavola rispetto alle responsabilità tecniche solo in un secondo momento. Una delle accuse più frequenti mosse dai tifosi e dalla stampa all'ex tecnico bianconero campione del mondo azzurro, che alcuni spunti interessanti li aveva indubbiamente mostrati, era il senso di leggerezza, perfino mollezza, mostrato per lunghi tratti di partita dalla sua squadra, tale da renderla vulnerabile e alla portata di ogni avversario. È stato questo fattore ad aver determinato la precoce eliminazione dalla UCL della passata stagione, visto che le disattenzioni sono costate ben 4 gol in due partite. Lo stesso fenomeno si è verificato con regolarità anche in campionato inficiando le possibilità di vittoria e mettendo a repentaglio le possibilità di qualificazione all'Europa dei grandi, ma soprattutto gli introiti garantiti dall'accesso, raggiunto solo all'ultima giornata proprio grazie al pari degli scaligeri di Juric a Napoli.  

Igor Tudor sulla panchina del Verona. Fonte: Corriere Veneto.

La gestione Tudor all'Hellas Verona

L'Hellas ha, come ogni squadra, punti deboli (pochi) e margini di crescita, ma certamente non di natura caratteriale e motivazionale. La grinta frenetica, a tratti la foga, la cattiveria agonistica, la concentrazione e l'attenzione ai dettagli sono tratti fondamentali della squadra allenata del croato.

Tudor ha ereditato una rosa impostata caratterialmente e tatticamente sul credo di Juric, uno dei migliori allenatori del palcoscenico italiano, esponente della scuola di pensiero del maestro Gasp. Si deve, pertanto, ammettere che ha trovato i frutti di un'ottima semina. Ma il croato, chiamato per sostituire Di Francesco a stagione in corso, è riuscito ad imprimere la propria impronta ottimizzando ed incrementando il buon lavoro fatto precedentemente, e rilanciando volti più e meno noti e giovani in cerca di riscatto, affermazione o consacrazione.

Tudor propone una formula di calcio moderno, arrembante e intenso, ricco di verticalizzazioni.

I gialloblù sfoderano un agonismo invidiabile che li rende padroni delle seconde palle, dei contrasti e dei duelli - soprattutto quelli aerei - e grazie ad una pregevole condizione fisica sono in grado di portare un pressing asfissiante e fisico sui costruttori di gioco avversari per gran parte della partita.

 Punti di forza dell'Hellas di Tudor

Il ritmo tambureggiante del 3-4-2-1 di Tudor permette di intasare efficacemente la manovra avversaria, di bloccarla sul nascere, e di ripartire velocemente svariando o innescando Caprari (che non sta facendo rimpiangere Zaccagni), Barak (in costante crescita e appetito da molti Club) e Simeone (tra i migliori marcatori della serie A '22 ma grande assente di domenica contro la Juve, dopo la doppietta dell'andata).

L'Hellas del croato è più prolifica di quella di Juric, perché non basa la propria produzione offensiva solo sulle palle inattive (che pur sfrutta adeguatamente) e sulle ripartenze laterali, ma anche sull'attacco costante della profondità, o sull'accerchiamento dell'area avversaria - alla ricerca dell'imbucata giusta o del cross decisivo. Nonostante ciò, l'Hellas ha una percentuale di precisione nei passaggi che può essere migliorata, visti gli sprazzi di qualità.

L'altro punto di forza dei veronesi è la fase difensiva ordinata e organizzata, irrobustita dal generoso contributo dell'intera squadra, in primis dei due esterni, dei due mediani e dei giocatori offensivi. La squadra di Tudor non trascorre la partita arroccata in difesa nella propria area piccola, perché aggredisce già dalla trequarti avversaria, ma è in grado di contrarsi velocemente, chiudendo ogni corridoio centrale e laterale, rasentando l'impermeabilità.

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Sabatini e la Salernitana: l'ultima utopia di Walter - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Quella a Salerno può essere considerata la sua ultima sfida, la più irreale ed improbabile. Walter Sabatini appartiene infatti alla vecchia scuola calcistica e dirigenziale, quella legata all'intuito, al fremito che scorre quando un determinato calciatore tocca il pallone, scevro dai tanti cari algoritmi dell'epoca contemporanea. Personaggio affascinante e mai banale, Walter ha saputo coniugare spesso fantasia e praticità.
Tudor, con la maglia della Juventus, contro Gattuso. Fonte: Transfermarkt.

 Una stagione entusiasmante quella di Tudor

In questo campionato l'Hellas ha preso scalpi importanti, fra cui quello della Juventus stessa, messa alle corde e poi battuta due a uno all'andata. Altre vittime illustri sono state Roma (3-2) e Lazio (4-1), ma anche il Sassuolo (4-2).

Il Milan è riuscito ad avere la meglio (3-2) dopo una faticosa e prodigiosa rimonta ma ha sofferto, mentre il Napoli è stato costretto ad accontentarsi di un pari (1-1), così come la Fiorentina rivelazione di Italiano. I gialloblù occupano attualmente la nona posizione della classifica alle spalle della Lazio e vantano il quinto miglior attacco del campionato a pari merito con i partenopei. Non male per una squadra che affronta la stagione con l'obiettivo di una dignitosa salvezza. Grazie al lavoro del croato, può arrivare qualche soddisfazione in più, legata al piazzamento in classifica e ai risultati. È chiaro: nessuno si illude di poter raggiungere da subito la Conference League, ma nel calcio le favole e le storie si confondono le une tra le altre, e tutto è sempre possibile. 

Allo Sporting Center Paradiso, dove la squadra si allena, c'è entusiasmo nonostante la consapevolezza della difficoltà di scalzare la Roma uscita migliorata dal mercato, la Fiorentina in cerca di conferme dopo l'uscita di Vlahovic e l'arrivo di nuovi giocatori interessanti, e la Lazio che non si è rafforzata ma che può (almeno per il momento) ancora contare sull'esperienza del condottiero Maurizio Sarri e su un undici di qualità. Nonostante l'ottimo avvio della sua gestione, Tudor deve mantenere la rotta intrapresa e non rallentare. Ciò è inevitabile, visti i risultati che ha mostrato fino ad ora, e le aspettative che inevitabilmente si sono create.

Igor Tudor con Pirlo e Baronio. Fonte: Virgilio Sport

Perchè Tudor è ideale per l'Hellas Verona?

 Tudor è un allenatore esigente e intransigente rispetto alla cultura del lavoro quotidiano e del sacrificio, anche perché proviene dalla filosofia juventina. Ma è trasparente verso i propri giocatori, li protegge uno a uno e collettivamente come un padre, li motiva, li rassicura, e gli rinnova la propria fiducia, senza venire meno alla severità che compete ad un coach. Anche a questo si deve la crescita di condizione o la rigenerazione mentale e agonistica di molti atleti della sua rosa. Questo lo rende un profilo tecnico in linea con le politiche aziendali dell'Hellas, volte alla sostenibilità, attraverso la gestione oculata dei bilanci e attraverso l'auto-finanziamento ottenuto con il mercato e con la valorizzazione della rosa. La strategia veronese consiste nella ricerca - in ottica di rivendita - di giocatori potenzialmente perfettibili, in cerca di spazio, fiducia e crescita, o di giocatori interessanti in cerca di riscatto o da recuperare dopo un infortunio fisico, dopo un momento di debolezza umana, o dopo un'esperienza conclusa in modo insoddisfacente o traumatico con un altro Club. La società veronese è abile a comprare a prezzi estremamente vantaggiosi, individuando le giuste scommesse e le migliori occasioni, e rivende i giocatori valorizzati a cifre enormemente superiori. Questo è accaduto a suo tempo con Iturbe e più recentemente con Kumbulla (Roma), con Rrahmani (Napoli), con Amrabat (Fiorentina), con Zaccagni (Lazio), con Lovato (Atalanta) per citarne alcuni. Il prossimo della lista, come accennato, potrebbe essere Barak un giocatore cresciuto a dismisura nella continuità delle prestazioni, nella condizione fisica, nell'intelligenza tattica, nell'incisivitá - compresa quella realizzativa e quella da rifinitura - e soprattutto a livello di mentalità e leadership.

 Tudor aprirà un ciclo a Verona?

La sensazione è che Tudor, in cui scorre il DNA competitivo bianconero, non accetterà in silenzio di perdere ogni anno i pezzi pregiati della propria formazione. Ma a questo ancora non ha pensato. Finora si è solo concentrato sulla gestione sportiva, per ripagare la società della fiducia accordatagli quando è stato chiamato per rimpiazzare Di Fra. Tudor non ha escluso di poter aprire un ciclo avvincente - e l'ambiente si augura anche vincente - in Veneto, contribuendo alla programmazione fin dall'inizio della stagione. Il merito del croato è di aver ricevuto una squadra fatta per un altro allenatore, senza quindi essersi potuto esprimere sulla scelta dei giocatori, e soprattutto di non aver potuto impostare la propria preparazione della stagione sin dall'estate. 

L'obiettivo è concludere il campionato nelle prime dieci posizioni della classifica, togliendosi altre soddisfazioni contro squadre blasonate o sotto i riflettori, e garantirsi il posto anche per la prossima stagione, così da contribuire alla programmazione della stagione '23 con tempismo e con una strategia chiara e definita, senza intralciare i piani societari legati alla sostenibilità dell'azienda Hellas Verona. Il tecnico si è ambientato bene, ed è molto contento del rapporto con dirigenti, tifosi, collaboratori e giocatori; vorrebbe sperimentare un triennio di costruzione per provare a donare al campionato italiano una nuova eccellenza sul modello dell'Atalanta. Il percorso è lungo e niente è ancora stato raggiunto, nemmeno la salvezza.

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Da Brindisi e Buenos Aires, passando per Napoli. Il viaggio di Gianni Di Marzio - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

La gamba sacrificata su un campo di periferia, i sogni che si spostano sulla panchina e poi arrivano fino a Buenos Aires. L'avventura di Gianni Di Marzio è stata lunga. E felice.

 Tudor ritrova la Juve

Domenica Tudor ritrova la Juve in un'occasione speciale cioè nell'esibizione davanti alle telecamere puntate di gran parte del mondo calcistico, dei gioielli acquisiti dalla Vecchia Signora e portati a Torino nella recente e caldissima sessione invernale di calciomercato: Zakaria e Vlahovic. I riflettori generali, però, saranno tutti per quest'ultimo. I tifosi juventini bramano la prima esultanza, quelli avversari il primo errore o la prima bega. Non sarà facile per il serbo battezzare il suo esordio con il gol, contro l'undici di Mr Tudor, in grado di neutralizzare anche il potere offensivo della sua Fiorentina nella partita di andata. Per quanto juventino dentro, l'allenatore dell'Hellas, farà il possibile per rimandare il primo sigillo bianconero del giovane diamante arrivato dalle botteghe sull'Arno. Peccato non poter assistere al duello con Simeone (15 gol stagionali), che non potrà essere della partita. In ogni caso, Juve-Hellas sarà un ottimo spot per il calcio italiano, perché sarà una vera e propria battaglia sportiva.

Non ci saranno vittime sacrificali predisposte ad essere immolate sulla passerella celebrativa dei nuovi eroi bianconeri. L'obiettivo dichiarato di Tudor e della sua banda è quello di guastare la festa di Torino, magari espugnando lo Stadium, cosa mai accaduta nei trenta incontri precedenti. Ancora più importanti, però, saranno gli incontri successivi, visto che con qualche squadra sulla carta inferiore, sono arrivati risultati altalenanti.

Igor Tudor ai tempi dell'Udinese. Fonte JuveNews24

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