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Il caso Seck e il revenge porn nel calcio

Le accuse al calciatore del Torino, Demba Seck, portano di nuovo alla ribalta un tema delicato, che coinvolge in Italia 2 milioni di persone. Stiamo parlando del revenge porn.  

Per revenge porn si intende "la diffusione di immagini e video sessualmente espliciti" ed è un reato, in Italia, dall'agosto del 2019. Una ricerca condotta da TF Group per conto di PermessoNegato.it, riferisce che il 4% degli italiani, ovvero 2 milioni di persone, sono state vittime di questo fenomeno. Età media 27 anni, soprattutto donne, per il 70%, ma anche uomini. Con una percentuale in particolare che merita una riflessione: il 17% degli italiani è convinto che questo tipo di comportamento non costituisca un reato. Una statistica che arriva al 35% tra le vittime.

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La vita in fuga di Luciano Vassallo, tra razzismo, dittature e successi in Etiopia - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Da Asmara a Ostia, passando per Coverciano e Addis Abeba, alzando una Coppa d'Africa al cielo, scappando per il deserto e segnando a Yashin. Il viaggio di Luciano Vassallo è finito. O forse continua chissà dove. Aveva 86 anni e se n'è andato nella città che lo aveva accolto mentre scappava dall'Etiopia: Roma.

Per questo ci sono ancora poche denunce. Per questo occorre dare ancora più valore a ogni persona che trova il coraggio di farlo. Come nel caso delle due donne che hanno denunciato Demba Seck, attaccante del Torino. Il primo episodio risale al settembre del 2022, il calciatore si scambia una serie di messaggi con un amico, a cui invia anche un video di un rapporto sessuale avvenuto con la ex. Risate, commenti, battute. Tutto all'insaputa della donna, che a gennaio decide di denunciare. Passano pochi mesi e il caso rischia di essere archiviato. A fare la richiesta è il Pubblico Ministero Enzo Bucarelli, che, stando a quanto si legge su La Repubblica e La Stampa risulta indagato per depistaggio e frode in processo penale. L'accusa, non confermata, è di quelle pesanti: Bucarelli, tifoso del Torino, avrebbe avvertito il calciatore dell'ordinanza di perquisizione e avrebbe anche ordinato la cancellazione del video dal cellulare dell'indagato. Filmato che però era stato già acquisito dalla Procura, in quanto la donna lo aveva allegato alla denuncia. Un caso che sembra adesso finito, dal momento che il legale del calciatore parla di un accordo economico tra le due parti: "Il caso tra Seck e questa donna ora è chiuso - ha spiegato a Tuttosport - è stato appena trovato un accordo tombale tra le parti per cui la donna si è impegnata a ritirare la querela. Nessuna delle parti potrà più dire nulla su questa storia, se no scatteranno altissime penali". Negli ultimi giorni, però, è un'altra ragazza a uscire allo scoperto. Ha 22 anni e su TikTok racconta di essere stata filmata dal calciatore del Torino, mostrando dei messaggi attribuiti a Demba Seck. "Adesso mi sento in colpa per non averlo denunciato", spiega con rammarico, dal momento che il termine per la proposizione della querela è di sei mesi e i fatti sarebbero accaduti due anni fa.

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La Roma ha tradotto il suo inno nella LIS prima della partita contro l'Empoli - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Roma Empoli non è stata solo la partita della prima rete di Lukaku e di Renato Sanches, ma anche la prima volta che la traduzione nella LIS di un inno è stata trasmessa sui maxischermi dell'Olimpico.

Eppure non è questa l'unica notizia di revenge porn nel mondo del calcio. Lo scorso anno, infatti, Diana Di Meo, arbitra della sezione di Pescara, aveva denunciato la diffusione di sue immagine intime su WhatsApp e Telegram. "Stanno girando dei miei video privati - ha spiegato la giudice di gara su Instagram - video non condivisi da me e alcuni di questi fatti a mia insaputa. Ho sporto denuncia e le autorità si occuperanno di tutto. Vi ricordo che anche la sola diffusione è un reato da codice rosso. E' una situazione che non auguro veramente a nessuno ho scoperto dei gruppi dove venivano inviati video di altre ragazze che ho avvertito, è un porcile. L'unica cosa che possiamo fare è segnalare i video e le persone che continuano a condividerli". Sempre lo stesso anno Angelo Paradiso, ex calciatore delle giovanili della Lazio, con un passato anche nel Napoli, nel Lecce e nel Cesena, è stato accusato di aver diffuso filmati sessualmente espliciti della sua ex fidanzata. L'accusa era di estorsione e diffamazione, di diffusione illecita del video e di stalking, dal momento che Paradiso, non accettando la fine della relazione, avrebbe iniziato a seguire la donna, fingendosi suo manager. Non solo donne, tra le vittime, come dicevamo in apertura, ci sono anche uomini, anche nel calcio. È del 2020, ad esempio, il caso che vede coinvolto un ex calciatore del Sassuolo, minacciato e ricattato da una 25enne con video e immagini di natura intima. Ancora una volta il copione è lo stesso: la donna, che non accettava la fine della relazione, avrebbe filmato un incontro sessuale avvenuto con il calciatore, che all'epoca come si legge su La Stampa aveva già una famiglia e oggi gioca in un'altra squadra.

Non mancano, poi, casi all'estero: da Robinho, accusato di revenge porn e di stupro, a Samuel Eto'o, che ha fatto bloccare la pubblicazione, in Francia, del libro della ex fidanzata, Nathalie Koah, dal titolo "Revenge Porn: calcio, sesso e soldi". Una battaglia legale iniziata nel 2015, quando la donna denunciò l'ec calciatore di Inter e Barcellona accusandolo di aver diffuso sui social sue foto a carattere pornografico. Casi ed episodi che accadono quasi normalmente. Nascosti da uno schermo, nell'ombra. E spesso lì rimangono. Per paura, per vergogna, per imbarazzo. Il 32% delle vittime ha paura che la vicenda possa diventare di dominio pubblico, il 10% teme invece vendette e ripercussioni da parte della persona denunciata. Una catena di minacce e di violenza che si deve presto spezzare.

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