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Il cavaliere oscuro

La storia di Massimiliano Allegri alla Juventus finisce così, con uno spogliarello in campo, con urla e gesti, con risse e polemiche. Ma cosa è successo veramente?

Il topic più discusso di questa settimana è senza dubbio l'addio anticipato di Allegri alla Juventus, ma prima di imbatterci in un argomento così spinoso sono doverose due premesse.
Converranno con me tutti i tifosi della vecchia Signora che il ciclo calcistico di Max Allegri alla Juventus fosse finito, per i seguenti due motivi:

1. Una stagione tatticamente giocata ai limiti dell'inaccettabile.
2. Un quadro societario differente da quello che lo aveva posto al centro di un progetto, il quale, tra l'altro, risulta totalmente rivoluzionato.

"Max Allegri uomo di campo, pragmatico, superbo e di grande umanità" così come definito lo ha definito Andrea Agnelli. Rabiot e Danilo, lo definiranno un "leader umano". Il francese sottolinea con forza il più grande errore della Juventus: "Non meritava di essere salutato così!"

Max compie un errore fatale: istiga, gesticolando in modo piuttosto eccessivo ed evidente un dirigente bianconero, dopo il triplice fischio della finale di Coppa Italia. Avrà avuto le proprie motivazioni? Senza dubbio. Ma lo stile Juve non ti permette di essere così plateale, illuminando delle cricche interne al cuore bianconero.

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Non c'è nulla Di Bello - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Dopo Lazio Milan si continua a parlare dell'arbitraggio di Di Bello. E soprattutto di un sistema arbitrale, quello italiano, sempre più in crisi. 

Bisogna però porsi una seconda domanda: Allegri in questi tre anni, o per lo meno negli ultimi 18 mesi, è stato lasciato da solo nell'occhio del ciclone? Si.

In un momento di marasma societario, con un cambio totale della società e una serie di "sviste federali" che mettono, tolgono e rimettono i punti di penalizzazione ai bianconeri, lui porta a casa l'obiettivo Champions, poi successivamente negatogli. Nessun dirigente è sceso in piazza in sua difesa, nessuno ha preso gli scudi per difendere la piazza, un uomo solo, che ha fatto della solitudine forza.
Il risultato è un girone di andata 23/24, giocato al massimo delle sue possibilità, con un calcio vecchio e all'italiana, ma lanciando nel rettangolo di gioco tanti giovani, terreno fertile per il futuro della società.

Difficile, forse troppo complesso, fare un bilancio dell'impatto dell'Allegri bis alla Juventus. Certo è che verrà ricordato come l'uomo dei record positivi considerando il numero di Coppe Italia e Campionati vinti, ma anche per record negativi, come il girone di ritorno 23/24.
Senza dubbio, però, non potrà mai passare in secondo piano il suo essere Juventino.

Ecco che il suo "My Way", come sottolineato da Giuseppe Pastore, l'iconico lancio della giacca, si materializza anche in finale di Coppa Italia con tanto di urlo: "Dov'è Rocchi?".

Una serie di frame di altissimo livello, degni di un commediografo di alto rango.
L'eroe che ci meritiamo, quello di cui non abbiamo bisogno.
Il Cavaliere oscuro, che paga il suo pegno, per essere stato un buono rimasto troppo, per amore, sulla sua panchina, difendendo con tutte le cellule del suo corpo i colori che ama, fino a diventar cattivo.

Il dramma della pay tv
Tra Essaouira e Marrakech, inseguendo un sogno a f...
 

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