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Il governo ha tolto lo ius soli sportivo per i bambini - AGGIORNAMENTO

Niente tesseramenti per 8 bambini del Progetto Aurora, squadra dilettantistica di Reggio Emilia. Niente più Ius Soli Sportivo. Così la squadra è costretta a ritirarsi.  

"Ci hanno bocciato i tesseramenti, sabato iniziava il campionato ma siamo stati costretti a ritirarci". A parlare è Gianni Salsi, presidente del Progetto Aurora, squadra dilettantistica del quartiere Santa Croce, di Reggio Emilia. Otto ragazzini sono stati rifiutati dalla FIGC perché extracomunitari, nonostante siano nati e cresciuti in Italia. Sei sono nati qui, un altro è arrivato a 3 anni d'età, un altro ancora è nato a Como. Ma per lo Stato non sono italiani. E non possono neanche giocare a calcio.

Niente più Ius Soli Sportivo, dunque, la norma introdotta nel 2016 dal Coni, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, che permetteva ai minori stranieri residenti in Italia di almeno 10 anni di età di poter essere tesserati secondo le procedure valide per tutti gli altri compagni di squadra. La nuova legge sul lavoro approvata dal Governo di Giorgia Meloni, però, ha cancellato la norma: adesso serve una nuove integrazione di documenti (dal certificato di nascita all'attestato di frequenza di una scuola italiana) che rende di fatto impossibile il tesseramento. Una novità che, almeno all'origine, aveva l'intenzione di evitare la tratta dei "baby calciatori" ma che invece avrà come unico effetto quello di togliere un'opportunità di socializzazione, di sport e di integrazione a migliaia di bambini. "Per la nostra società che ha sede in un quartiere multietnico, il 55% di ragazzi di origine straniera su 300 tesserati, questa nuova legge è un grosso problema - ha spiegato ancora il presidente, ai microfoni de Il Resto del Carlino - Eppure sono nati e cresciuti a Reggio, hanno studiato qui e sono il nostro futuro. E il Governo cosa fa? Siccome non riesce a fare ciò che vorrebbe sull'immigrazione, si sfoga contro dei bambini non concedendo loro di giocare. È un'umiliazione".

Gianni Salsi, presidente del Progetto Aurora. Fonte foto. Reggionline
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Il caso Seck e il revenge porn nel calcio - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Le accuse al calciatore del Torino, Demba Seck, portano di nuovo alla ribalta un tema delicato, che coinvolge in Italia 2 milioni di persone. Stiamo parlando del revenge porn. 

Intanto la questione approda in parlamento, grazie all'interrogazione presentata dai deputati Mauro Berruto, responsabile del dipartimento Sport del Partito democratico, Andrea Rossi, Ilenia Malavasi e Stefano Vaccari. "Molte segnalazioni ci arrivano da associazioni che tentano di tesserare piccoli sportivi, cittadini di seconde e terze generazioni residenti in Italia, ma ancora senza cittadinanza e non riescono a farlo - si legge nella nota - Considerato che, come recentemente voluto dal Parlamento intero, anche la Carta costituzionale riconosce il valore educativo e sociale dello sport, chiediamo di intervenire affinchè siano chiarite con le federazioni le procedure in osservanza al dl 36, come peraltro definito nella XVII Legislatura con i governi di centrosinistra, che richiede ai piccoli atleti semplicemente un anno di frequenza scolastica".

Ci ha pensato il CSI, il Centro Sportivo Italiano di Reggio Emilia, ad offrire una nuova opportunità: nonostante i campionati fossero già partiti, sono riusciti a riformularli per accogliere i ragazzi del Progetto Aurora. "Nella nostra associazione conta il fatto che tutti possano fare sport, a prescindere da qualsiasi fattore di disuguaglianza o differenza" si legge in un post su Facebook. Ma la ferita, purtroppo, rimane. Quella inflitta da leggi e burocrazia che vietano anche lo sport ai bambini. 


AGGIORNAMENTO - La FIGC ha precisato che non c'è stata nessuna abrogazione dello Ius Soli Sportivo e lo fa anche Mauro Berruto sui suoi profili social: "Nessuna abrogazione di Ius Soli sportivo, anzi: tutti i minori privi di cittadinanza italiana possono essere tesserati dimostrando di avere un anno di frequentazione scolastica, grazie al lavoro fatto sul dl 36/21".

Come riportato da Pallonate in faccia, la fonte più attendibile su questo tema è Avvenire, che in questo articolo fa chiarezza: "Ora la circolare del 26 settembre ha seminato notevole apprensione: è successo che l'entrata in vigore a febbraio di quest'anno di un decreto legislativo del 2021 ha complicato nuovamente le procedure. Il nuovo decreto sulla carta è addirittura più favorevole ai minori, sancendo che «i minori di anni 18 che non sono cittadini italiani, anche non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, laddove siano iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell'ordinamento scolastico italiano, possono essere tesserati presso società o associazioni affiliate». Ma nella realtà il cambiamento sta generando cortocircuiti. Il Coni ha messo al lavoro i propri esperti legali per capire esattamente quali potranno essere le conseguenze per le singole Federazioni. La Figc si è subito mossa per porre rimedio al contenuto della prima circolare. La storia che raccontiamo qui di seguito mostra tutte le difficoltà del momento.".  

Libri, calcio e cultura. A Montesacro, un dialogo ...
Il caso Seck e il revenge porn nel calcio
 

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