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Il vento del cambiamento

Anche questo Mondiale insolito è agli sgoccioli. Non rimarranno gli stadi, molti dei quali verranno distrutti. Rimarrà però il gioco che in certe partite è stato di alto livello.

Ora che abbiamo i nomi delle semifinaliste, si possono anche tirare i primi bilanci. Le semifinali sono un obiettivo accettabile per delle favorite, l'eliminazione ai quarti no. Così la sconfitta del quotatissimo Brasile con la Croazia ha reso amarissimo il Mondiale dei verdeoro. Stesso discorso per l'Inghilterra. Essere eliminati dalla Francia dopo una partita giocata benissimo e il rigore del possibile pareggio scagliato in curva non rende meno amaro il boccone. Da troppo tempo gli inglesi non vincono più nulla ed un calcio ricco come quello della Premier League non se lo può permettere. Questo dovrebbe portare a delle riflessioni nella Football Association, la federazione calcistica più antica al mondo, ma è molto improbabile che queste arrivino dove si cerca solo uno spettacolo sempre più ricco e scintillante. Il modello di calcio inglese non esiste più, anche se non era certo vincente (un solo Mondiale conquistato nel 1966 e pure molto discusso). Ora esiste la Premier che rischia di diventare la NBA del calcio. Ma il ricchissimo campionato ha tolto identità alla nazionale. Contemporaneamente, però, quasi tutte le nazionali hanno perso la loro identità. Ora le palestre dove si forma il gioco sono i campionati più competitivi. Oltre alla citata Premier, la Liga, la Bundesliga, la Ligue 1 e anche la nostra bistrattata Serie A, che non sarà più il campionato più bello del mondo ma forma tantissimi giocatori. A testimonianza di ciò la folta presenza di ex frequentatori o protagonisti del nostro torneo che si sfideranno nelle semifinali. Su tutti un monumentale Amrabat, perno del centrocampo del Marocco, gli argentini De Paul, Molina, e Romero, i francesi Giroud, Rabiot e Theo Hernandez, i croati Brozovic, Perisic e Pasalic. 

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Messi che trascina l'Argentina, Francia e Inghilterra che si scontreranno ai quarti, le risse nello spogliatoio del Belgio. Le notizie che arrivano dal Mondiale le conoscete. Ma questa edizione passerà alla storia soprattutto per quello che succede prima e dopo le partite, dentro e fuori al campo. Per questo abbiamo scelto tre notizie diverse, che forse vi siete persi, per commentare e capire meglio il torneo più discusso dello sport che amiamo di più. 

Non troviamo più squadre che esprimono il gioco storico della nazione che rappresentano. L'Olanda, al di là dei proclami di Van Gaal, che invecchiando è diventato pure più antipatico, si è spesso difesa a oltranza, offendendo la memoria dei padri fondatori del calcio totale. Il Marocco ha sconfessato chi ha sempre sostenuto che le squadre africane non sono organizzate. I leoni dell'Atlante sono la squadra meglio messa in campo del Mondiale con un super difesa e un centrocampo organizzatissimo. I Brasiliani, sempre in tema di difesa, da quando hanno imparato a difendersi (giocando nei campionati europei) non divertono più e non vincono più nulla da anni. L'Argentina è forse quella che è rimasta più fedele alla sua storia e, oltre alla classe immensa di alcuni suoi uomini, ha dimostrato che dà il meglio di sé quando la partita s'incattivisce. Il duello all'ultimo sangue con l'Olanda, di certo non sportivissimo in certi frangenti, ne è la prova. La Francia vive nella grandeur di una generazione di grandi campioni che può regalare alla nazione il secondo mondiale consecutivo.

Un Mondiale, bello o brutto che sia, detta sempre una linea e indica le tendenze o le nuove idee di gioco. Quest'edizione qatariota evidenzia come il calcio stia sempre più diventando un gioco di posizione con la morte dei ruoli classici. Molti dei protagonisti del torneo hanno un'identità fluida di ruolo. In certi momenti attaccanti, in altri centrocampisti. Oppure attaccanti che sono, in fasi diverse di una partita, ala, centravanti o mezzala. E' questo il vento nuovo che soffia nel calcio ed anche nel nostro torneo ne abbiamo un bellissimo esempio con il Napoli di Spalletti.

Le semifinali che ci aspettano potrebbero regalarci la ripetizione della finalissima di quattro anni fa tra Francia e Argentina o una sfida mai avvenuta prima. Per la prima volta una squadra africana è in semifinale ed è una bella notizia che molti invocavano da anni. Altra dimostrazione che il calcio sta cambiando e noi italiani, anche se da due edizioni lo vediamo in televisione, non ce ne siamo ancora accorti.

Le favorite dichiarate sono Francia e Argentina che, secondo gli esperti e i bookmakers, dovrebbero sfidarsi in finale. Sarebbe una bellissima battaglia tra quello che è stato il miglior giocatore del mondo negli ultimi 15 anni, Messi, e quello che, probabilmente, lo sarà per i prossimi 10. La Croazia, però, nella semifinale con l'Argentina non parte battuta ed il suo regale centrocampo può imbrigliare i sudamericani. 

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Rewind: il Derby d'Italia è bianconero nell'undicesima giornata - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

Nella giornata caratterizzata dai tanti scontri diretti la Roma mantiene stabile il suo vantaggio sulle inseguitrici vincendo contro il Milan;il Derby d'Italia è bianconero grazie alla vittoria per 0-2.Vittorie di misura invece per Pomigliano e Fiorentina contro rispettivamente Sampdoria e Como. Infine termina in parità il derby dell'Emilia.

Nell'altro match la Francia sembra strafavorita ma il Marocco avrà delle motivazioni che vanno ben oltre il rettangolo di gioco. Amrabat e compagni saranno spinti non solo da una nazione intera ma quasi da un continente che vedrà in questa partita l'occasione di riscattarsi di anni di sottomissioni e sfruttamenti. Per questo non sarà una gara normale, una semifinale mondiale non lo può mai essere, ma un nuovo capitolo dei rapporti tra i due popoli.

Per concludere, buttiamo giù una personalissima formazione composta dai migliori giocatori delle quattro semifinaliste.

In porta abbiamo un dubbio tra il marocchino Bono e il croato Livakovic. La coppia dei centrali difensivi è composta dal capitano del Marocco Saiss e dal croato Gvardiol. Terzino destro l'argentino Molina (in alternativa Hakimi), a sinistra il francese del Milan Theo Hernandez in ballottaggio con Acuna. Le chiavi del centrocampo sono affidate al capitano della Croazia Modric, affiancato da Amrabat, super recuperatore di palloni, e dal connazionale Ounahi. In alternativa a Modric l'argentino Enzo Fernandez. In attacco tridente Messi-Mpappé-Giroud.

Allenatore il marocchino Walid Regragui, una laurea in Economia nel cassetto ed anni di onesta carriera di calciatore prima di trovare la sua dimensione in panchina. L'allenatore del Marocco ha un padre putativo che prima l'ha svezzato da calciatore e poi gli ha insegnato il mestiere da tecnico: l'ex romanista Rudi Garcia, uno che forse in Italia è stato mandato via troppo presto.

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