Comunque vada, tra incomprensioni e uscite infelici, la strategia dei bianconeri verso Paulo Dybala si è fatta confusa, prova ne è la scadenza imminente e i segnali ambigui dalla società.
Se la situazione Dybala sembrava già complicata, ora l'epilogo della vicenda è ancora più incerto. A concorrere, un insieme di fattori. Anzitutto questo Arrivabene, non fa in tempo ad arrivare che apre bocca e monta su un polverone. In un pre-partita Roma-Juventus 3-4, dà i numeri. "Dybala ? A quelle cifre, come tutti, deve meritarselo il rinnovo". Discutibile, se non altro. Concetto però espresso anche successivamente, ma in fondo è lo specchio della strategia della società tutta.
Tra infortuni e addio a zero
Che poi l'argentino non sia inossidabile è chiaro da tempo. Che gli infortuni, gli affaticamenti si accumulino, pure. O che ultimamente il tono sia cambiato (forse in peggio), complice un ambiente a ben vedere non proprio esaltante, cambi di regia a rotta di collo, l'ultima stagione passata quasi per intero ai box, cinque reti tra coppe e campionato, troppo poche per uno così. Vero è che un campione è un campione e alla Juventus di oggi uno così è indispensabile, vedi la duttilità in mezzo al campo, e specie dopo la dipartita di Chiesa, di qui a giugno pesantissima, se non fatale in quel ruolo. Dalla dirigenza in fondo lo sanno, adesso cercano di calmare l'ambiente, perché lasciarlo partire a zero a fine stagione è pura follia se non hai le carte in regola. Ma tant'è.
I numeri di Dybala, quelli del contratto e non solo
Sette milioni e qualcosina, ovvero quel che l'argentino percepisce attualmente, più bonus fino a dieci. Di questo grossomodo si parla, in vista del rinnovo. Certo, mica spiccioli, e alla Juve fanno i conti, siccome devono sistemarli. Che stai a guardare il campione o il fesso o il mediocre, alla Juve così è, e devi adattarti. Per dire "sennò tanti saluti e arrivederci". Bene. Consapevoli che a queste condizioni Dybala potrebbe davvero scegliere di sistemarsi altrove. L'Inter è seriamente interessata per intercessione dell'ex Marotta. Roba tosta da far digerire persino ai tifosi più disimpegnati, ai fun meno curiosi. Anche dopo un rientro difficile dell'ex Palermo classe '93, l'ennesimo, eppure seguito da prestazioni positive con tanto di goal che ricordano i periodi migliori, come quello contro la Roma di Mourinho, non esattamente una squadra di provincia. Prova che il ragazzo sa dare ancora molto al suo attuale club, al gruppo. O che saprebbe lottare perlomeno, come ha fatto finora, in sei stagioni e mezza, quasi trecento presenze totali (277 al momento in cui scriviamo) e più di cento reti (111) con la maglia bianconera. Altro che merito.
Insomma, comunque vada a finire, è difficile comprendere certi atteggiamenti, certe ambiguità e resistenze da parte della dirigenza Juve, per dire una gestione del caso ai limiti del grottesco, ricorda al rovescio quella quasi fantozziana Icardi-Inter, solo un po' peggio, perché non te l'aspetti. Per carità, dalla Continassa una soluzione ce l'hanno già pronta (un esempio, per Vlahovic è fatta), ma Dybala ora come ora ha il coltello dalla parte del manico, e con lui questi rischiano di rimanere col cerino in mano.
Claudio Viozzi
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