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Juve, cosa aspettarsi dal nuovo anno?

Sotto alla Mole non sono ammesse stagioni sottotono né tollerati rallentamenti: l'imperativo categorico bianconero è vincere. L'albo dei trofei è l'insaziabile sovrano della galassia juventina. Ma mentre questo spirito è eterno e immutabile, il tempo scorre e i cicli si avvicendano. Così, dopo aver esonerato in modo inaspettatamente prematuro Sarri, vincitore di uno scudetto tutt'altro che scontato nel primo anno della pandemia e senza una rosa confacente ai suoi schemi, e Pirlo, vincitore di due titoli alla prima esperienza in panchina e con prospettive di gioco interessanti, è tornato Max Allegri. Ma ci sono stati anche avvicendamenti societari non irrilevanti, come l'uscita di Paratici, che costituiva per ogni tifoso la condizione di possibilità di sogni e intuizioni formidabili. È stata, poi, "restaurata" la figura dell'amministratore delegato attento ai bilanci, in grado di fungere da contrappeso rispetto alle necessità sportive della squadra e vigilare sull'amministrazione per conto della proprietà e degli investitori; per intendersi, un epigono di Marotta. Le dichiarazioni del nuovo AD Arrivabene hanno confermato finora questa aspettativa e possono essere condensate in una parola: sostenibilità. Tradotto: fine degli ingaggi faraonici garantiti a giocatori svincolati, partecipando alle aste indette dagli agenti, nuova politica aziendale rigida nelle relazioni con intermediari e procuratori, possibile tetto salariale e anagrafico per i futuri acquisti, maggiore attenzione ai profili provenienti dalla squadra U23 e potenziamento del reparto scout. Anche il recente aumento di capitale, come è stato specificato, non va inteso come una misura offensiva ed espansionistica, ma di contenimento. Giù le mani dei sognatori da quel tesoretto!

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Il bilanciamento tra sostenibilità economica e sportiva si misurerà con il progetto di restaurazione della rosa. Un primo tema è quello dei giocatori in scadenza di contratto. La politica societaria dei rinnovi sarà orientata ad abbattere o quanto meno limare il monte ingaggi, privilegiando i più giovani. Gli imminenti rinnovi di Dybala e Cuadrado appaiono un'eccezione in tal senso, soprattutto quello dell'argentino, viste la durata, le cifre e la fragilità fisica che frequentemente lo frena. Un altro giocatore che sembra intenzionato a rimanere è Bernardeschi, che – rigenerato – sta vivendo una luna di miele con i bianconeri nel suo ultimo anno di contratto. Il cambio di agente non ostacolerà la trattativa del rinnovo, perché Federico deciderà il proprio futuro in accordo con i vertici bianconeri, vista la stima reciproca. Lui vorrebbe rinnovare alla stessa cifra, la società vorrebbe rivedere al ribasso l'accordo. Un punto di incontro potrebbe essere trovato spalmando l'attuale ingaggio su più anni di contratto, formula che gli permetterebbe di legarsi a vita ai bianconeri. Gli altri giocatori in scadenza di contratto, Perin e De Sciglio, non avrebbero ancora preso una decisione e attenderebbero la fine della stagione per confrontarsi con la società. Il primo dei due sarebbe attratto dalla possibilità di giocare titolare altrove, avvalendosi dello status di giocatore in scadenza che faciliterebbe le sue trattative con altri club. Nel futuro di Perin potrebbe esserci un ritorno al Genoa, realtà sportiva cui è sempre stato legato, dove potrebbe sostituire Sirigu, in scadenza e dato in arrivo a Torino al suo posto. Come secondo i bianconeri potrebbero affidarsi all'esperienza del portiere partecipe della spedizione vittoriosa della nazionale all'europeo. Il terzino invece rimarrebbe volentieri e potrebbe perfino accettare un nuovo contratto a cifre sensibilmente minori, visto che Allegri lo stima e non se ne priverebbe volentieri, perché oltre ad essere un professionista inappuntabile e un membro dello zoccolo italiano della squadra, si è dimostrato affidabile in questa nuova stagione, servendo assist decisivi e sfornando prestazioni di notevole livello in Italia e in Europa. 

Federico Bernardeschi sembra essere rigenerato nella Juventus di Allegri

Immaginando i volti bianconeri del futuro allora, quale identikit risponde alle nuove politiche bianconere? Senza dubbio quello di De Winter (2002), difensore duttile, forte fisicamente e dotato di una buona tecnica individuale, pagato circa centosessantamila euro, e diventato perno della seconda squadra, prima di essere arruolato in pianta stabile da Allegri, con cui ha debuttato in UCL. Operazioni come quella che ha portato il belga a Torino contribuiscono ad abbattere il monte ingaggi, ad acquisire asset dal valore potenzialmente elevato, rivendibili in futuro generando sane e robuste plusvalenze, e a rinforzare la squadra con giocatori più adatti alla trasformazione del calcio moderno. Un altro esempio di profilo futuribile è quello di Rovella, pilastro del Genoa e della nazionale U21, in prestito ai liguri fino a giugno. Il suo nome, emerso anche nell'inchiesta sulle plusvalenze, è uno dei più accreditati per approdare a Torino già a gennaio, ma dipenderà in ultima istanza dalle decisioni di Shevchenko, che sta rifondando la squadra, forte della fiducia della società. Il centrocampista potrebbe arrivare nel caso uscisse un centrocampista bianconero (Ramsey e Arthur gli indiziati principali). Rovella sarebbe un profilo in linea con i piani aziendali bianconeri: giovane italiano di proprietà nel giro della nazionale, giocatore intelligente, dinamico, concreto, che ricorda la grinta e la determinazione di Chiesa, di Locatelli, De Ligt e Pellegrini, piuttosto che quella ormai sbiadita di Alex Sandro, o quella non pervenuta di Rabiot. Ai liguri, in segno di risarcimento per l'accordo interrotto prematuramente, sarebbe girato in prestito un giovane interessante dell'U23 o un giocatore del vivaio attualmente in prestito in serie B. Nel primo caso, un nome gradito ai liguri potrebbe essere quello di Soulé, gioiellino argentino, fantasista dell'U23 bianconera già convocato dall'albiceleste. Nel secondo caso, un nome papabile sarebbe quello di Fagioli, regista che potrebbe accelerare la propria gavetta in attesa del ritorno in prima squadra, così come Ranocchia del Vicenza. Dopo anni di accumulo di capitale umano, di giovani acquistati, spediti in prestito e rivenduti senza offrire loro una concreta possibilità, come accaduto con Spinazzola, Coman, Caldara e Romero, oppure con Traorè e Berardi (in comproprietà con il Sassuolo, ma senza presenze con i bianconeri), sembra essersi inaugurata una nuova fase del mercato più incentrata sulla promozione del vivaio, e sull'ottimizzazione e sullo sviluppo delle risorse a propria disposizione. Un segnale, in tal senso, è la conferma in rosa del giovane attaccante Kaio Jorge, cui Allegri concederà nuove occasioni. Anche Kean avrà più chance.

Moise Kean e Leonardo Bonucci, una scommessa e un leader della Juventus che si affaccia al 2022

La ristrutturazione massiccia della rosa non inizierà prima di giugno. Soprattutto, finché la Juventus non sarà certa della qualificazione alla prossima UCL. Inoltre, rimangono – nonostante la fiducia di facciata – incertezze legate al processo delle plusvalenze. Parlare della permanenza di De Ligt, o dell'arrivo di Pogba, Vlahovic o Scamacca prima di allora è prematuro. L'olandese non prenderà decisioni fino al termine della stagione, ma senza Europa sarà chiesta indubbiamente la cessione. Detto ciò, giocatori in uscita come Alex Sandro o Rabiot non partiranno prima della fine della stagione. Il francese rimarrebbe di buon grado, forte dell'ingaggio massiccio garantitogli dai bianconeri. Rimane, certo, l'incognita mondiali, che potrebbe spingere alcuni a chiedere una cessione in prestito già a gennaio per andare a cercare continuità, come è stato detto per Arthur. Se questi profili difficilmente faranno parte della futura Juventus, si potrà dire altrettanto per capitan Chiellini, specialmente qualora l'Italia non dovesse centrare la qualificazione a Qatar 2022. Ramsey, invece, potrebbe uscire già a gennaio, soprattutto nel caso in cui venisse risolto il nodo della buonuscita. Giugno costituirà una scadenza anche per Morata, che senza uno sconto significativo sulla cifra pattuita per l'obbligo di riscatto è destinato a tornare a Madrid. Anche in caso di riscatto, tuttavia, difficilmente sarà il perno dell'attacco futuro. Nelle ultime ore, infatti, l'attaccante è stato accostato al Barcellona di Xavi.

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La società, prima di procedere nella ristrutturazione, si aspetta risultati sul versante sportivo. I bianconeri sono considerati in crescita, i meccanismi di gioco iniziano a collaudarsi. Questa svolta sarà determinante anche per individuare "i corpi estranei" nella squadra, in attesa della rifondazione estiva. L'obiettivo dichiarato di Allegri è arrivare alla vigilia degli ottavi di UCL con il Villareal, con la squadra in fiducia e possibilmente non decimata dagli infortuni. La supercoppa italiana potrebbe cementare le sicurezze dei bianconeri. Ma sarà il duro ciclo di partite di campionato ravvicinate a orientare il futuro juventino, testandone le ambizioni. Mantenere un distacco inalterato dalla vetta, o accorciarlo, permetterebbe alla squadra di lavorare con serenità. Sarà questa, infatti, la parola chiave del 2022 bianconero. La fretta, infatti, traspirata nelle ultime due stagioni dalle scelte societarie è stata sintomatica di una programmazione avventata e non sufficientemente lungimirante, per quanto la bontà di qualsiasi investimento sia sempre destinata alla verifica empirica. La certezza, ad oggi, è che l'anno venturo testerà la bontà del nuovo corso e vedrà il proseguimento della rivoluzione iniziata.

di Francesco Taviani

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