Se qualche colpo della sessione invernale ci riporta indietro nel tempo, lo scenario economico dei maggiori club di A, al netto di nuovi acquisti e cessioni, resta a tratti ancora critico.
Da Kulusevski...
Uno su tutti. Vieni seguito per un anno intero da una decina di club (tra cui anche Inter e Manchester United), acquistato dal Parma dal migliore offerente per 35 milioni più una decina di bonus, resti con i crociati fino alla fine della stagione, quindi passi in bianconero, dai nuovi proprietari del cartellino, che ti hanno poco prima prelevato con una classica manovra "alla Paratici". Per dire di quelle che si vedranno con sempre meno frequenza di qui in avanti in Serie A. Dejan Kulusevski lascia la Juve per accasarsi in Inghilterra, curiosamente al Tottenham, società dello stesso dirigente che lo portò a Torino senza mai smettere davvero di seguirlo.
Ultimo colpo se vogliamo (era il dicembre del 2019) di un'era che vedeva ancora la Juve capolista in campionato e avanguardia sul mercato, per prestazioni finanziarie superiori o più semplicemente per ingegno nella ricerca di nuovi talenti in giro per il mondo. Si chiude idealmente la cerniera del lontanissimo tempo pre-Covid, lo fa deludendo qualcuno, i "Kulusevkers" più convinti, ma sicuramente non Allegri e lo staff tecnico che già da tempo sembrano aver tratto un giudizio sul ragazzo coerente con la scelta finale della società.
...a Zakaria
Senza voler entrare nel merito tecnico dello svedese classe 2000, che ha comunque alternato ottimeprestazioni, di quelle in parte già viste nel borgo parmigiano che convinsero lo staff della Juventus, a prove più opache, per non dire deludenti, in un anno e mezzo di permanenza a Torino. Ora è l'arrivo di Vlahovic (di cui abbiamo già parlato qui con Francesco Taviani) il fulmine a squarciare la monotonia del mercato delle occasioni (a 75 mln), ma è difficile non vedere qualche rapporto con questioni interne come col prematuro stop di Chiesa e il bisogno quindi di ritornare su un attaccante capace di affiancare sia Dybala sia - salvo strappi estivi - Morata.
Nel frattempo Zakaria a centrocampo libera Bentancur, anche lui in direzione Londra, sponda Spurs. Lo svizzero centrocampista della nazionale elvetica invece viaggia bene con schemi da centrocampo a tre, difficili da abbandonare soprattutto in Europa, ma anche con le esigenze economiche della Juve, che riesce a strapparlo al Borussia Monchengladbach per una cifra vicina agli 8 milioni di euro tra spese del cartellino e oneri accessori. Con tanta pace per chi sognava un colpo clamoroso alla Pogba in mezzo al campo. Guadagnerà 3 milioni con contratto quadriennale. Gatti puntella la difesa e completa il quadro di uno dei mercati della A più suggestivi in entrata e uscita, quello bianconero.

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Gli altri colpi in Serie
Tra le altre big a dire il vero solo l'Inter ha percorso un binario similee con un rinforzo non da poco : Marotta chiama , Gosens risponde. Il terzino sinistro nazionale tedesco è pronto a vestire nerazzurro per i prossimi quattro anni e sei mesi, con contratto da 2,5 milioni di euro a stagione. Operazione niente male visto il prestito con obbligo di riscatto nel 2023 a 25 mln più bonus eventuali pari a 3.
L'Atalanta mette comunque a segno l'acquisto di Boga dal Sassuolo, pedina importante che riporta freschezza in un reparto momentaneamente - sembra - anche orfano di Ilicic, forse alle prese con rovesci emotivi e psicologici di non poco conto che lo avevano allontanato già in passato dall'attività agonistica.
Più timidi il Napoli e la Roma. Il club di De Laurentis lascia anzi partire alcuni "big" come Insigne e Manolas, mentre in casa giallorossa segnaliamo l'arrivo di due centrocampisti : si tratta di Sergio Oliveira, 29enne portoghese, dal Porto e Maitlan-Niles, giovane classe '97, dall'Arsenal.
Dalla Stella Rossa arriva al Milan a titolo definitivo Lazetic, attaccante classe 2004, ma per il resto l'organico a disposizione di Pioli resta sostanzialmente invariato.
Situazione più difficile in casa Lazio dove la pentola ribolle, si resta appesi tra un mercato inconsistente e rinnovi dati in bilico, in primis quello dell'allenatore Maurizio Sarri.
Un occhio all'Europa
Uno scenario che non stupisce in fondo, la situazione finanziaria di palese difficoltà non risparmia nessuno, anche alla luce di recenti dati sui conti fatti in tasca ai grandi d'Europa e di casa nostra. Un report pubblicato da KBMG Football Benchmark mostra come le italiane lamentino perdite talvoltanotevoli in termini di ricavi operativi (ossia di utili netti), tanto che considerando la media degli ultimi due anni (2019/20 e 2020/21) tra i club sopracitati solo per la Lazio si calcola un + 1 mln sugli stessi numeri del periodo pre-Covid(la stagione considerata è la 2018/2019).
Non va meglio con le cifre sulla redditività complessiva(il c.d. fatturato medio annuale) che vede stavolta Roma, Juventus e Inter particolarmente in difficoltà con numeri più che doppiamente accresciuti, ma in negativo. Situazione che in buona sostanza accomuna le maggiori società nostrane alle altre grandi europee : tutte o quasi in perdita considerando sempre il rapporto tra ricavi e perdite nette rispetto all'ultima stagione giocata (2020/21).
Meno intuitivo il dato sulle spese nette in trasferimenti, sempre dalla stagione 2018/19 a quella corrente : Inter campione d'Italia, registra un +13 mln, mentre è più facile vedere un club come il Man City in vetta alla classifica (con uno stellare + 294 mln) viste le campagne acquisti a dir poco scatenate degli ultimi anni.
Mercato allora giustamente parco nel complesso, ma i colpi alla Vlahovic specie dalle nostre parti suonano adesso più come anatemi vecchi di una vita, operazioni che riportano indietro nel tempo di anni, ma ci pongono qualche domanda su cosa ci siamo persi nel frattempo, che cosa stia cambiando nel nostro calcio : poco, se non altro a giudicare dalla condizione economica dei club e in generale della massima divisione italiana.
Non ci si illuda insomma che questa sia la norma, né per i bianconeri, né per nessun altro. Acquisti di un certo valore continueranno a rappresentare al più l'eccezione favorevole e gradita a tecnici e tifosi, sebbene propiziata da infortuni, cessioni o piuttosto da disegni a lunghissimo scadenza, progetti improrogabili di club in aria di cambiamento permanente. Qualche acciacco il calcio nostrano se lo porterà dietro ancora per un po', nonostante il brio degli ultimissimi giorni di mercato ci abbia colti - questo sì - positivamente impreparati.
Claudio Viozzi
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