Cosa sta accadendo alla Juve? E' la domanda principale di questo scorcio di inizio stagione dove i bianconeri si sono imbattuti piuttosto a sorpresa in una partenza horror nelle prime due giornate di un campionato di serie A che si annuncia essere il più equilibrato e il più incerto degli ultimi dieci anni.
Ci riferiamo intanto senz'altro alla rimonta dei friulani subìta dalla Vecchia Signora alla Dacia Arena in Udinese-Juve 2 a 2 nel momento in cui si è passati da un comodo 0 a 2 in favore della squadra di Allegri maturato nella prima frazione di gioco con i gol di Dybala e Cuadrado in linea con la tradizione del club di voler blindare le gare nei primi minuti a un tragicomico 2 a 2 che potrebbe lasciare presagire un segnale nefasto per la capacità dei giocatori di mantenere inalterata la propria tenuta mentale e fisica sul terreno di gioco per tutti e 90 i minuti nelle prossime partite del campionato. In realtà non si può davvero sapere quanto su questo exploit dell'Udinese nella ripresa abbia inciso la follia di Szczesny che è stato in grado da solo di respingere goffamente un tiro di Arslan, di cercare di rimediare all'errore atterrando lo stesso giocatore in area di rigore con annesso gol di Pereyra dal dischetto, di cagionare con un misterioso e mal riuscito dribbling la rete avversaria di Deulofeu.
Quanto sarebbe diversa la valutazione di questa gara con l'eventuale convalida del gol al 94esimo del subentrato Ronaldo annullato per fuorigioco se lui si fosse trovato pochi centimetri più indietro e in linea con i difensori friulani? Non si sa nemmeno questo. Però si può parlare del fatto che proprio tale calciatore da 25-30 reti a campionato sia stato ceduto pochi giorni prima della fine del mercato subito dopo questa partita essendo sostituito dall'acquisto del solo Kean.
Situazione incredibile che alla lunga potrebbe essere rigenerante per i conti del club, per la serenità del mister e dello spogliatoio nonché per ricompattare una squadra nella grinta e nello spirito, ma che nell'immediato lascia un vuoto tecnico e di personalità difficilmente colmabile soprattutto da parte chi è stato chiamato per prenderne il posto. I primi effetti di tale partenza si sono abbattuti sulla Juve nella disfatta addirittura in casa all'Allianz Stadium contro l'Empoli per 0 ad 1 con gol di Mancuso. Una partita inguardabile per i bianconeri in cui non poco protagonista si è mostrato Allegri cui si può imputare l'aver messo in campo una formazione non particolarmente azzeccata con Danilo e McKennie fuori ruolo, l'aver effettuato cambi discutibili nel corso della gara e l'aver mostrato una squadra totalmente in balìa di se stessa sotto il profilo di una totale mancanza di idee espressa in uno sterile possesso di palla e in una costruzione dal basso di una manovra inesistente o comunque sollecitata a malapena dalle sole iniziative individuali di un pur sempre pimpante Chiesa. Ora arriva il Napoli e la Vecchia Signora già si trova davanti a un bivio. Perdere vorrebbe dire aprire già una crisi visti i ritmi sostenuti delle altre sei Sorelle in lizza per il titolo. Vincere contro i partenopei vorrebbe dire al contrario infondere coraggio a tutto l'ambiente bianconero che di sicuro non ha passato le ultime settimane in un clima sereno.
Allegri dovrà rinunciare a Chiesa, suo giocatore più in forma in questo inizio di stagione e tornato in anticipo dalla nazionale con un fastidio muscolare al flessore. Inoltre il mister juventino dovrà fare a meno di Cuadrado per una gastroenterite, di Dybala, Alex Sandro, Bentancur, e Danilo, questi ultimi tutti rientrati da poco dalle rispettive nazionali e tenuti a riposo. Sul fronte dei terzini titolari ecco pronti De Sciglio e Pellegrini con Rabiot e Locatelli invece padroni del centrocampo affiancati da McKennie sulla destra e Bernardeschi sulla sinistra nel 4-4-2. In difesa Chiellini parte in vantaggio su De Ligt con accanto Bonucci e in attacco è probabile la coppia Kulusevski-Morata con un Kean che potrebbe avere la sua occasione dalla panchina. Riuscirà una Juve con così numerose assenze a riprendere in mano il proprio destino?
Sicuramente la pressione è tanta e la Juve è già nelle condizioni di non dover fare più errori.
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