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L'Aquila me'…dalla prima categoria alla Serie D

L'Aquila 1927 è tornata in Serie D, dopo una lunga risalita partita dalla Prima Categoria e segnata dall'amore dei suoi tifosi, che hanno rivelato il club nel 2019.

È il 27 luglio 2018. C'è un'eclissi lunare. Marte è nell'orbita più vicina alla terra, succede una volta ogni 25.000 anni. La luna assume un colore rossastro dando un poco di colore al buio cielo dell'ora ormai attardata. Lo stesso giorno, L'Aquila 1927 ufficializza la mancata iscrizione al campionato di Serie D. Il terzo fallimento in quasi vent'anni. C'è la rabbia dei tifosi contro la classe politica che non ha fatto nulla per impedire tale sciagura. Poi l'ira contro Gianluca Ius, complice di aver fatto false promesse ai supporters rossoblu. C'è un clima di tensione in città misto ovviamente a rabbia e delusione. La società riparte ufficialmente dalla prima categoria, il settimo livello calcistico del campionato italiano.

Leggere la storia dell'Aquila 1927 è come essere su una montagna russa. Dalla Serie C alla Serie B per poi passare a livelli estremamente minori, un via vai continuo che ha sempre rappresentato una certa instabilità ma mai un passo indietro è stato fatto dai tifosi. E sono proprio questi nel 2019 a rilevare la società con ben 50 mila euro di debiti. Perché il calcio è della gente, da sempre. L'amore verso una squadra e un ideale sono spesso più forti di qualsiasi altra cosa.

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L'amicizia con Mohammed Alì, le interviste a Diego Armando Maradona, le cene con Sergio Leone e tanto, tanto altro. Il giornalismo piange Gianni Minà, un gigante della penna. 

Da lì L'Aquila cambia volto e lotta incessantemente per finire nel calcio che merita. Dalla prima categoria passa alla Promozione per poi l'anno successivo finire subito in Eccellenza. Resta in questa categoria tre stagioni. Nella prima arriva al secondo posto piazzandosi alle spalle del Chieti. In quella successiva invece riesce ad arrivare ancora una volta seconda giocandosi prima i playoff regionali e poi quelli nazionali ma perde amaramente in finale contro i piemontesi del Chisola.

Dopo aver sfiorato per due anni la Serie D, la società riparte con la convinzione di potersi iscrivere al tanto ambito campionato già dalla successiva stagione perché d'altronde come si suol dire la terza volta è quella buona. Il terzo anno in Eccellenza per gli abruzzesi si trasforma in uno dei più belli della storia recente della società. L'Aquila parte bene e comincia a posizionarsi nei primi posti in classifica. Per molte giornate rimane seconda sotto il Giulianova che sembra essere in un primo luogo la possibile sorpresa del campionato. Nella 15esima giornata riesce a scavalcare i giallorossi e da lì comincia la lunga scalata verso il successo. Rimane prima fino alla 31esima giornata dove, a tre partite dal termine, può portare a casa la qualificazione in Serie D.

Domenica 26 marzo alle tre del pomeriggio si gioca Capistrello - L'Aquila 1927. Dopo quasi sei anni dalla mancata iscrizione nella lega dilettanti, i rossoblu possono riprovarci e scrivere la storia. Hanno 72 punti, dieci punti di distacco dalla seconda, il Giulianova. Se vincono si qualificano matematicamente in Serie D. Sul campo di San Benedetto dei Marsi il tifo aquilano si fa sentire. Il calore dei tifosi scalda i cuori dei calciatori che arrivano nei verdi cento metri con la speranza di farli tornare a casa felici.

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La partita inizia. L'Aquila sblocca subito il risultato al 4' minuto di gioco con una punizione angolata di Corticchia che prende il palo e supera la linea della porta. Il Capistrello prova a reagire ma gli aquilani per tutto il primo tempo provano ad allungare fallendo. Si chiude quindi la prima frazione di gioco con la squadra in trasferta avanti di uno. Al 1' della ripresa il portiere dell'Aquila Mascolo precipita su Carnevali e il direttore di gara assegna il calcio di rigore. Lo batte Franchi che mette la palla dentro e pareggia momentaneamente la partita. Al 19' gli avversari riescono a portarsi in vantaggio sempre con Franchi che la mette dentro dopo aver ricevuto un cross dalla fascia. Sotto di un goal, gli aquilani provano a reagire ma non riescono a pareggiare la gara. Se prima avevo definito la storia dell'Aquila come essere in una montagna russa, questa partita ne è la prova certa. Nei minuti di recuperò però qualcosa cambia. I rossoblu riescono a mettere a segno la rete del 2 a 2 al 47' minuto quando Santirocco su un tiro sporco riesce a piazzare la palla dentro. Un pareggio, seppur sudato e combattuto, non basta a qualificarsi nella serie successiva. Servono a tutti i costi i tre punti. Ci pensa Jonathan Alessandro che al 49' segna il gol della promozione che rimarrà impresso nella mente di tutti i tifosi. Gli stessi che inondano il campo e festeggiano insieme ai loro beniamini che sono riusciti a scrivere una pagina della storia dell'Aquila

Una partita rocambolesca e piena di emozioni con un finale dolcissimo. Dopo anni di lotta i rossoblu portano a casa la qualificazione grazie alla determinazione di tutti. Grazie al mister Epifani, alla società e ai giocatori che non si sono arresi fino all'ultimo. Perché l'Aquila 1927 è sinonimo di famiglia, calcio ma anche di ostinazione. Un amore eterno che va oltre la categoria. Come dice lo stesso inno: "Non so se più gioie o dolori/ Ma basta l'amore per questi colori".

Una bellissima favola a lieto fine. Ma il bello deve ancora venire…

"Sul viso porto il segno di qualche anno in piú

Ma sono sempre quello che ricordi tu...

Perché in fondo lo sai non è cambiato niente

Come il giorno in cui ti dissi 'ci sarò per sempre' "


Foto in copertina: L'Aquila calcio Facebook

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