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La finale che non t'aspetti

Sarà Inter Manchester City la finale di Champions League. Guardiola contro Inzaghi, una sfida per molti scontata, ma che nasconde diverse insidie. 

Sarà Inter-Manchester City la finale di Champions League. La partita che nessuno, a inizio stagione, avrebbe pronosticato. L'esito per molti è scontatissimo. Ma siamo sicuri che l'Inter non avrà scampo contro gli uomini di Guardiola? Il City mai come quest'anno, da quando è iniziata la sua età dell'oro sotto la proprietà degli sceicchi, appare imbattibile. Soprattutto dopo che Guardiola ha tradito il dogma del suo calcio che si appuntava sul petto come una medaglia, l'ormai famosissima frase: "il mio centravanti è lo spazio". Pep, per essere sicuro di vincere la coppa più ambita nel vecchio continente, non solo si è fatto comprare il migliore centravanti del pianeta, Haaland, ma come riserva ha ordinato il secondo miglior numero 9 in circolazione, Julian Alvarez. E lo spazio? Lo spazio lo riempie Haaland, ma lo fa così bene, oltre a segnare, che le difese avversarie per arginarlo lo raddoppiano e a volte anche triplicano e così facendo liberano corridoi senza traffico dove s'inseriscono a turno gli altri fenomeni del City.

Al Real non è bastato un super Courtois che nei primi minuti ha fatto due miracoli sul norvegese. Quando la difesa madrilena si è sbracata come una bagnarola in mezzo alle onde dell'oceano, il Manchester ha dilagato e il punteggio finale è persino bugiardo e non indicativo della reale supremazia degli inglesi. Ma torniamo alla domanda iniziale: davanti a tutto questo strapotere l'Inter che può fare? Può difendersi, lo sa fare molto bene, e ripartire in contropiede, lo sa fare altrettanto bene.

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Negli anni '70 il calcio fu rivoluzionato da un vento proveniente dall'Olanda che, grazie ai suoi profeti Michels in panchina e Cruijff in campo, provò a riscrivere la grammatica del gioco più popolare del mondo. Nel nostro Paese, uno dei primi a mettere in atto questo cambiamento fu Ilario Castagner

Ma soprattutto l'Inter avrà il vantaggio di partire sfavorita e se perderà nessuno potrà criticarla, dopo aver passato una stagione intera a incassare critiche con Inzaghi perennemente messo in dubbio. Le critiche erano iniziate addirittura prima, dopo lo sciagurato errore di Radu a Bologna che costò ai nerazzurri lo scudetto 2022. Per ironia della sorte, l'Inter giocherà la partita più importante della stagione e degli ultimi tredici anni, tanto il tempo che è passato dall'ultima finale, senza pressione. Tutto ciò sarà un vantaggio e permetterà a Inzaghi di preparare al meglio la finale.

Sarà anche una grande rivincita per il tecnico piacentino, dato per esonerato o partente a fine stagione da mesi. E ora? I critici d'Inzaghi che fine hanno fatto? Che dicono quelli che invocavano il ritorno di Conte, che in campo internazionale ha sempre deluso, o l'arrivo del nuovo messia del calcio offensivo De Zerbi?

No, l'esito non è scontato come sembra. Ricordiamoci che Inzaghi anche nella stagione scorsa fece bene in Champions dove uscì negli ottavi dopo una grande prova contro il Liverpool futuro finalista.

In più, tanti giocatori come Dzeko, Lukaku e Dumfries sembrano rinati. L'Inter è in salute ed è una squadra molto italiana. Quest'ultimo aspetto sembra quasi un'offesa ma, in realtà, è l'unica strada che i nerazzurri possono percorrere per arrivare alla vittoria: aspettare il City. Farsi scoglio davanti alle mareggiate generate dagli uomini di Guardiola. Non farsi ipnotizzare dal giro palla velocissimo del City e aspettare il momento giusto per colpire. E' la partita che ha provato a fare Ancelotti a Manchester, prima di essere seppellito di gol dagli avversari (ma nessuno si permette di dare del catenacciaro al tecnico del Real). E' la partita che fece Tuchel (anche in questo caso nessuno diede del catenacciaro al tedesco) nella vincente finale di Champions del Chelsea contro il City nel 2021.

Sarà la partita che farà Simone Inzaghi il prossimo 10 giugno a Istanbul. A lui, tutti daranno del catenacciaro, ma poco importa. Inzaghi conosce l'arte della difesa e sa che è l'unica strada per battere Guardiola. 

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