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La grande vergogna dei Mondiali in Qatar

Il primo mondiale nei territori arabi rischia di passare alla storia ancor prima di cominciare e non di certo per motivazioni onorevoli. In Qatar ad oggi è molto discusso il tema degli omosessuali poichè a causa della sharia è punibile con la morte e ad essere. Giustamente preoccupato per ciò è Josh Cavallo, nazionale australiano che fece coming out nei mesi scorsi, il quale si dichiarò preoccupato di andare a giocare in Qatar.

anno difatti discutere le parole di Nasser al Khater in risposta a Cavallo. Il direttore esecutivo del comitato organizzatore dei Mondiali Qatar 2022 intervistato dalla Cnn e dall'Indipendent ha dichiarato:

"Sarebbe il benvenuto in Qatar, nessuno non è al sicuro da noi. Ma vanno evitate pubbliche manifestazioni d'affetto, che sono disapprovate. E' l'unica indicazione da rispettare, per il resto tutti possono vivere la propria vita.

Gli omosessuali possono venire in Qatar come qualsiasi altro tifoso e possono comportarsi come qualunque altra persona. Quel che dico, semplicemente, è che dal punto di vista della percezione dell'affettività in pubblico, la nostra è una società conservatrice. Sappiamo che il Mondiale è un possibile palcoscenico per proteste su questi temi, ma non siamo preoccupati".

Parole chiare, chiarissime ma così lontane da noi e dalla nostra cultura da non volerle quasi capire. Il mondiale in Qatar rischia dunque per questo e per il "lavoro migrante" (causa di migliaia di morti bianche) il mondiale della vergogna. Sulla base dei Principi guida delle Nazioni su imprese e diritti umani la Fifa dovrebbe assicurare il rispetto dei diritti umani nell'organizzazione e nello svolgimento dei mondiali di calcio. Peccato che fin'ora così non è stato, dimostrando ancora una volta quanto sia facile riempirsi la bocca di bei slogan salvo poi sgretolare la dignità propria e di uno sport in cambio del solito denaro.

Negli ultimi anni, la Fifa ha fatto passi avanti nell'assunzione delle proprie responsabilità: nel 2017 ha adottato la sua "Politica sui diritti umani" e nel 2019 la "Strategia congiunta di sostenibilità sui mondiali di calcio del 2022 in Qatar". La Fifa si è impegnata a lasciare "un'eredità di standard e prassi di primo livello per i lavoratori sia in Qatar che a livello internazionale" ma le attuali e continue violazioni dei diritti dei lavoratori migranti mostrano che c'è ancora molto da fare. 

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