"Non si va a tirar fuori lingua, perché è una manovra inutile" spiega Mirko Damasco, di Salvagente Italia. Ecco perché la vicenda di Bove ci chiede di affrontare una questione importante: l'educazione sanitaria.
Le immagini le avrete senz'altro viste, la storia la conoscete. Di quello che è successo a Bove ne ha scritto anche Giulio Giusti, in questo articolo. Quello che non si è detto, però, è altro ed è una questione delicata e importante, una questione da affrontare: l'educazione sanitaria.
Riavvolgiamo il nastro: 17esimo minuto di Fiorentina-Inter. Edoardo Bove si accascia a terra, perde i sensi. Subito si attivano i soccorsi, da parte del personale sanitario presente allo Stadio Artemio Franchi. Prima, però, come dimostrano anche alcune foto, un altro calciatore della Fiorentina, Danilo Cataldi, infila le mani nella bocca del compagno e gli sposta la lingua, così da evitare l'ostruzione delle vie aeree. Una manovra sbagliata, errata e soprattutto pericolosa. Lo ha spiegato Mirko Damasco, presidente di Salvagente Italia, associazione di promozione sociale che si occupa di primo soccorso: "Si tratta del più grande falso mito del primo soccorso. Non si va a tirar fuori lingua, perché è una manovra inutile. Perdo tempo che potrei impiegare a fare altro e se quella persona ha per esempio una crisi epilettica o un trisma (quindi contrae i muscoli mandibolari), mi faccio male".
E' lo stesso Damasco a offrire informazioni su cosa fare durante emergenze di questo tipo, che possono capitare in un campo da calcio, ma anche tra i banchi di scuola, in ufficio, a casa, per strada. "Mi avvicino alla persona, la chiamo e la scuoto: se non mi risponde la giro in pancia in su, guardo se respira. Se non respira inizio a fare la rianimazione cardiopolmonare". Parole confermate da Fabio Sangalli, direttore di anestesia e rianimazione presso l'Asst Valtellina e Alto Lario ai microfoni di Wired, che spiega come la lingua sia un muscolo e, sì, possa ostacolare il passaggio d'aria ma la procedura corretta è la seguente: portare delicatamente all'indietro la testa della persona che ha subito il malore, tenendola in estensione, e non tentare di spostare la lingua con le mani.
Manovre che sono veramente alla portata di tutti e che possono salvare la vita. Per questo è importante fare prevenzione, informazione, sensibilizzazione. E per questo è grave che professionisti del calibro di un calciatore di Serie A non conoscano queste strategie. "Nel soccorso non può valere il detto "almeno ha fatto qualcosa". Bisogna fare le cose giuste – si legge sulla pagina social di Salvagente Italia - Ed ancora una volta richiamiamo gli sportivi alla loro responsabilità sociale. Fate un corso e siate da esempio. Perché fino a qui, in tutti i malori pubblici nessuno sportivo ha dimostrato di saper intervenire".
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