Lazio-Inter. Eccolo il primo big match dell'ottava giornata di serie A. Una gara importante per il primo ritorno di Inzaghi da ex all'Olimpico, per provare a mantenersi attaccati al treno scudetto da parte dei nerazzurri o, al contrario, per sperare sul fronte Lazio di dare l'assalto a quel quarto posto che vorrebbe dire qualificarsi alla Champions della prossima stagione. Compito quest'ultimo che appare arduo tenendo conto che i biancocelesti si ritrovano in una fase complicata nella quale le nuove dinamiche tattiche dell'irrinunciabile 4-3-3 di Sarri hanno determinato per ora risultati altalenanti e prestazioni convincenti solo a tratti nei 90 minuti o per intero in poche gare in cui la squadra è sembrata più fresca.
Si vedranno in maniera più continuativa e solo a partire dal girone di ritorno certi automatismi maniacali inerenti la fase di non possesso, il pressing asfissiante della difesa, la costruzione del gioco che dovrebbe partire da una coppia arretrata di centrali veloci per poi passare per un regista particolarmente tecnico al centro del campo (che la Lazio ancora non ha) affiancato da interni di qualità chiamati a gestire la trequarti con gli attaccanti in ottica di sviluppo della manovra e di creazione di un dominio nella metà campo avversaria. Zona in cui nel Sarrismo normalmente a farla da padroni diventano il possesso, gli inserimenti e le sovrapposizioni di terzini che agiscono solitamente in ampiezza. Il mister toscano ha bisogno di una Lazio che intervenga sul mercato di gennaio per riempire certe caselle per quanto concerne soprattutto difesa e regìa, di mesi per inculcare nei suoi giocatori attuali la propria idea calcistica e per creare questo meraviglioso mondo tattico che per ora appartiene più al passato del tecnico che alla realtà odierna.
Ma il tempo c'è e Lotito avrà pazienza poiché nel nuovo progetto sportivo incarnato dal suo mister crede fortemente. La Lazio arriva a questa sfida da sesta in classifica a quota 11 punti, avendo segnato in 7 giornate di campionato ben 15 gol e avendone subìti addirittura 12. Numeri assolutamente negativi in difesa e appena accettabili sotto il profilo offensivo nel confronto con le altre prime squadre di A, tenendo in considerazione anche le 239 azioni manovrate nella metà campo avversaria e gli 85 tiri effettuati (di cui 40 in porta). Buono è il rendimento sui punti accumulati in casa (7 come la stessa Inter) e ciò fa ben sperare visto che è all'Olimpico che i nerazzurri arrivano. I quali però si affacciano al big match con un rendimento quasi impeccabile in trasferta e pur sempre con il prestigio derivante dall'essere i campioni d'Italia in carica, dall'essere imbattuti in 7 giornate di A con 5 vittorie e i 2 pareggi, dall'essere terzi in classifica a quota 17 punti a soli 4 punti dietro il Napoli capolista e dall'essere, infine, di gran lunga la squadra più prolifica d'Italia avendo realizzato addirittura 22 reti in campionato. Una cifra talmente mostruosa che i partenopei delle 7 vittorie di fila seguono dietro a non più di 18 gol. Sul fronte delle reti subìte l'Inter non si mostra perfetta, ma comunque rimane una delle migliori difese della competizione con otto realizzazioni incassate.
La squadra milanese appare dunque più pronta di quella biancoceleste ad affrontare questa sfida e ciò non è una novità visto che, nelle ultime 10 gare disputate tra tali club in A, la Lazio ha vinto solo 2 volte: inoltre, secondo il sito della Lega Calcio, il club capitolino, nonostante abbia quell'ottimismo di chi non perde in casa da 16 partite in campionato, ha subìto dall'Inter 249 gol e, se non è il proprio record negativo nella competizione, poco ci manca (la Juve ha realizzati infatti 275 reti contro i laziali). L'Inter comunque ha una rosa ben più ampia e attrezzata rispetto a quella a disposizione di Sarri benché le cessioni dolorose nella scorsa estate di Lukaku e Hakimi abbiano fatto male. Per non dimenticare la perdita di Eriksen a centrocampo per i noti motivi che sappiamo. Inoltre, mentre a Sarri si prospettano mesi di lavoro anche solo sulla linea difensiva, sulla gestione ottimale dei calci piazzati avversari che determinano un pericolo costante per l'area biancoceleste e sulla amministrazione di un centrocampo che ora è in preda al caos, Inzaghi al contrario ha già dato ai nerazzurri un'identità ben precisa. L'Inter con la nuova gestione vede confermarsi il 3-5-2 di contiana memoria e, nonostante le differenze abissali tra il precedente tecnico nerazzurro e il suo successore, non si può ignorare il vantaggio di una conferma in blocco e in continuità dell'intero pacchetto difensivo a 3 formato da Skriniar, De Vrij e Bastoni con alle spalle Handanovic.
Il passaggio alla linea a quattro invece è una delle difficoltà attuali della Lazio. Sul fronte del centrocampo, mentre Sarri vede Luis Alberto e Milinkovic non fornire la giusta intensità e garantire le adeguate coperture per non parlare del fatto che non può essere di certo Lucas Leiva il punto di riferimento sulla mediana sotto il profilo della velocità, della tecnica e della visione di gioco, Inzaghi ha a disposizione un autentico parco giochi per sperimentare ogni soluzione: Brozovic, Barella e Calhanoglu occupano e occuperanno anche in questa gara il centro del gioco interista con Vecino e Gagliardini pronti a subentrare dalla panchina. E tutto ciò non considerando Sensi infortunato e il non convocato Vidal reduce dal lungo viaggio di ritorno post pausa nazionali. Nella linea a cinque di questa squadra abbiamo sulle fasce Dumfries in costante ballottaggio con Darmian a destra e Perisic in costante alternanza con Dimarco a sinistra. Eccole le tante soluzioni sempre a disposizione di Inzaghi che ha saputo sviluppare in queste prime giornate di campionato, in discontinuità netta rispetto a Conte, un gioco di grande qualità fatto di triangolazioni, verticalizzazioni continue, scambi di posizione con una integrazione totale tra centrocampo e attacco facilitata dagli apporti di Dzeko, Lautaro o Correa. Parlando di attaccanti, riuscirà invece la Lazio a sprigionare appieno il vero potenziale del tridente formato da Pedro, Immobile e Felipe Anderson? Immobile che sfiderà Dzeko tra l'altro. Un match tra i capicannonieri a pari merito del campionato.
Sicuramente anche da questo dipenderà l'esito di una gara assolutamente attesa da tempo. Chissà poi che accoglienza sarà riservata a mister Inzaghi di ritorno dopo il discusso e traumatico addio di questa estate. Un'estate di annunci azzardati non particolarmente graditi avrà lasciato strascichi o ci saranno celebrazioni verso il secondo tecnico con più presenze nella storia della Lazio? Verso colui che nel club capitolino ha trascorso una ventina di anni facendo la storia sia da giocatore che da allenatore tra record di punti e trofei vinti in entrambi i ruoli.
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