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Sarri e la sua immancabile tendenza alle lamentele

La quattordicesima giornata di Serie A si concluderà con il big match del Maradona Napoli-Lazio. Partita di gran importanza per le due squadre entrambe sconfitte nell'ultimo turno di campionato. La situazione e le ambizioni di classifica diverse pongono i favori del pronostico verso gli azzurri, i quali però dal canto loro non stanno attraversando il miglior momento stagionale. Inoltre va aggiunto che entrambe le compagini sono reduci da fatiche europee a Mosca, seppur con risultati diverse, che di logica hanno tolto energie preziose in un tempo storico in cui non ci si ferma mai. Nonostante l'impegno simile la Lazio arriverà alla partita con un giorno di riposo in meno, tutto ciò dettato da motivazioni, discutibili sì, ma ben precise ed eque per tutti. Ma ovviamente una persona, alla sua maniera, non ha mancato di farlo notare: Maurizio Sarri.

Sarri-Napoli un binomio che non sarà mai indifferente

Il primo ritorno di Sarri a Napoli consegnò alla storia un uomo sotto certi versi cambiato, modellato da una linea di pensiero non sua, salvo poi vacillare nel famoso post-partita di Napoli-Juventus 2-1:

"Uno cerca di estraniarsi da tutto e da tutti, ma poi è chiaro che per me Napoli rappresenta una tappa particolare. Quindi è sempre piacevole ed emozionante tornarci. La sconfitta? Che sia capitata contro il Napoli non mi dà particolare fastidio. Sono contento per quei ragazzi a cui sono e rimarrò legato per sempre. Se proprio bisogna perdere, meglio che sia contro di loro".

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Queste le parole a fine partita del tecnico toscano, lontane da qualsiasi logica razionale e nel momento meno adatto Sarri fece Sarri. Tutto ciò a simboleggiare cosa e quanto ci fu di vero in quel trienno napoletano, parte umana mai sparita del tecnico. E se allora la percezione che quella parte non sia mai sparita si può decretare il tradimento dell'allenatore all'uomo. L'ambizione di vincere dell'allenatore, uno degli istinti più naturali, ha prevalso sui sentimenti e sull'ideale.

Domenica 28/11 ci sarà il suo secondo ritorno a Napoli, arrivarci da allenatore della Lazio era un qualcosa di impensabile quasi quanto vederlo a Torino, forse un'idea vittima dello stesso personaggio che gli si era stato creato. La patetica sceneggiata fatta da ex dopo Lazio-Juve (per due chiamate giuste tra l'altro) macchia ancor di più l'immagine del tecnico toscano.

Come sarà l'accoglienza del Maradona

Probabilmente Sarri sarà fischiato, cosi com'è stato nel 2020. Scelta lecita e comprensibile del pubblico napoletano che si è sentito sedotto e abbandonato dal suo "Comandante", colui che per anni ha combattuto il potere salvo poi sceglierlo alla prima occasione buona. Sarri scegliendo la Juventus ha rappresentato il dispiacere più grande che potesse dare ai napoletani.

O almeno così può sembrare. Sarri non ha tradito i napoletani, Sarri ha tradito se stesso, accecato dalla possibilità di arrivare più in alto ha rinunciato al suo credo e un uomo che si tradisce per ciò che ha sempre detestato e combattuto è un'umiliazione e una mortificazione ben più grande di 50mila persona che ti fischiano alla lettura delle formazione.

Peccato perché Sarri-Napoli poteva essere una storia unica, in un certo senso lo è stata salvo poi sbriciolarsi in una calda mattina d'estate. Sta di fatto che Sarri, con tutti i suoi difetti, è un allenatore che arrivando dal nulla ha cambiato, anche se in piccola parte, il modo di vedere il calcio degli italiani e dei napoletani. Compito riuscito a pochi nella storia, una favola non a lieto fine che difficilmente passerà nel dimenticatoio.. 

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