Le ultime proteste in casa Lazio, l'Olimpico lasciato quasi deserto contro il Milan, dimostrano tutte le difficoltà della società, e quando si parla di società per la Lazio si parla di Lotito, a confrontarsi con i propri tifosi.
Gli ultimi anni sembravano aver sopito il contrasto con i tifosi, anzi alcune vicende avevano portato anche una discreta parte della tifoseria a difendere l'operato del presidente, ma è bastato un mercato invernale evanescente e una politica poco attenta sul prezzo dei biglietti a riportare a galla sentimenti che solo all'apparenza sembravano sopiti.
Il caro biglietti, in una stagione senza abbonamenti, che ha visto il tifoso abituale spendere il triplo di quanto avrebbe speso in anni precedenti, è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le dichiarazioni di Lotito poi, che ancora una volta ha deciso di fare muro contro muro invece di fare un passo indietro, hanno peggiorato la situazione già tesa di suo.
Cagliari – 12 aprile 2020 - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo
Lo Stadio Amsicora di Cagliari parla nel giorno del cinquantenario dello scudetto, è un giorno particolare: è il 12 aprile 2020 e siamo in pieno lockdown.
Il confronto con quanto sta accadendo dall'altra parte del Tevere appare impietoso, non tanto per il numero di spettatori, quanto per ciò che sta facendo la società guidata dai Friedkin per agevolare l'ingresso allo stadio e fidelizzare i propri tifosi. La scelta di fare una campagna abbonamenti in un periodo di incertezza ha ripagato, l'idea di premiare gli abbonati con prezzi bassi e prelazioni si è rivelata una strategia di marketing vincente, tutte cose che la Lazio non ha fatto. I 40 euro in curva per una partita di cartello come Lazio Milan non sono neanche così tanti, in linea con quanto si faceva prima della pandemia, ma è proprio l'assenza di abbonamenti e agevolazioni per chi ci è sempre stato che ha fatto traboccare il famoso vaso. Dove però le due società dimostrano il divario più ampio è nella comunicazione. La comunicazione della Lazio non riesce a stare al passo con i tempi è il risultato è quello che si vede. Sembra che il modello societario imposto da Lotito abbia fatto il suo tempo, c'è bisogno di un aggiornamento, che però non c'è intenzione di portare avanti.
Allora la domanda sorge spontanea: è forse arrivato il momento per il presidente, dopo 18 anni, in cui si è tolto anche diverse soddisfazioni, di passare il testimone a qualcuno che abbia gli strumenti più adatti alla situazione attuale?
Il calcio italiano sta vivendo un momento di grande cambiamento, gli investitori stranieri che decidono di puntare sulla Serie A sono sempre di più è una società con storia, tradizione e conti a posto come la Lazio sarebbe una buona opportunità di investimento. Il fatto che però non ci siano state offerte in tale senso fino ad ora può voler dire solo una cosa, non c'è la volontà di vendere.
Del resto Lotito è sempre stato molto chiaro su questo punto, ha più volte dichiarato di voler lasciare la società in eredità al figlio. Il tifoso ne deve prendere atto, in fin dei conti la passione per la propria squadra va oltre queste cose, ma è altrettanto evidente che così non si può andare avanti, le proteste e i momenti di tensione torneranno ciclicamente, a meno che non ci sia un cambio di passo deciso da parte della società, che c'è stato su molti aspetti, la decisione di puntare su Sarri questa estate lo dimostra, ma che continua a non farsi vedere su altri aspetti come il rapporto con la tifoseria e la comunicazione, che sono da sempre fondamentali e che nel mondo iperconnesso di oggi lo sono ancora di più.
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