Il Belgio saluta, il Giappone vola. I Mondiali di Qatar 2022 iniziano a dare i primi verdetti definitivi.
A lungo in testa al raking FIFA e da molti addetti ai lavori considerato fortissimo da anni, il Belgio, anche questa volta, delude. Nello scontro decisivo contro la Croazia i "diavoli rossi" non vanno oltre lo 0 a 0 e se ne tornano a casa. Le polemiche interne non hanno certo giovato alla squadra. Ma sono state soprattutto le precarie condizioni di alcune stelle a compromettere il cammino mondiale. Su tutti Romelu Lukaku, la cui partecipazione al torneo, complice un fastidioso infortunio, è stata fino all'ultimo in forse. Nelle prime due partite del girone eliminatorio, il tecnico Martinez ha sempre tenuto in panchina l'interista, buttandolo nella mischia solo negli ultimi dieci minuti della partita contro il Marocco. Contro la Croazia, dopo che si era arrivati all'intervallo sullo 0 a 0, col risultato che condannava il Belgio, l'allenatore ha deciso di giocarsi il tutto per tutto ed ha detto a Lukaku di togliersi la tuta. Sono stati i 45 minuti più tristi della storia del bomber che ha sbagliato tutto quello che un centravanti non deve sbagliare. Almeno tre gol a porta vuota più in palo, sul quale Romelu non ha colpe, che avrebbe cambiato le sorti del match. Ma le tre reti sbagliate sono state una più assurda dell'altra, tanto da far tornare in mente ai meno giovani le gesta di un altro attaccante che aveva giocato a Milano nel cuore degli anni '70, però con la maglia rossonera: Egidio Calloni. Arrivato al Milan con grandi aspettative, dopo buoni campionati al Varese, l'attaccante diventò famoso per alcune reti clamorose sbagliate sotto porta, tanto da passare alla storia come lo "sciagurato Egidio", come lo ribattezzò Gianni Brera. Non vogliamo certo paragonare Lukaku al buon Calloni ma crediamo che difficilmente l'attaccante belga si dimenticherà di questa partita.
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20 e più poesie sul giuoco del calcio. L'opera di Gian Piero Stefanoni, "Il calciatore è un fingitore", entra nel rapporto tra tifoso e calcio, interrogandosi e interrogandoci: perché amiamo questo sport?
Lo stesso farà Kevin De Bruyne, attesa stella della competizione che in nazionale non trova lo stesso rendimento che lo fa splendere nel Manchester City. Motivo per cui ha lanciato, nei giorni scorsi, pesantissime critiche all'allenatore Martinez, affermando che "il Belgio non è il City, devo adattarmi". Parole che hanno reso ancora più irrespirabile l'aria già malsana dello spogliatoio.
Intanto, la Croazia va avanti col sogno di ripetere il percorso di quattro anni fa. Molti degli eroi di quel Mondiale sono invecchiati ma quando le partite iniziano a contare, a differenza dei colleghi belgi, poche nazionali sono unite come quella croata.
Il Mondiale va avanti e regala molte sorprese come l'eliminazione della Germania che per la seconda edizione consecutiva esce nella fase a gironi. Attenzione, amici tedeschi, è un pessimo campanello d'allarme. E' vero che le giovanili teutoniche sono frequentate da potenziali campioncini, com'è altrettanto vero che Jamal Musiala è solo del 2003 ed ha centinaia di partite davanti per far vedere al mondo le sue qualità. Tutto vero, ma non è mai capitato di vedere la Germania andare così male per due mondiali di seguito. Forse il calcio sta cambiando? Forse sì e la qualificazione con primo posto del Giappone nel girone con Spagna, Germania e Costarica ne è la prova. Così come quella del Marocco, squadra solida che può far tremare la Spagna negli ottavi.
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Gli ultimi con Messi e Cristiano Ronaldo, i primi d'inverno. I primi in mezzo alla stagione di calcio, gli ultimi, si spera, con discriminazioni e diritti civili negati. I Mondiali di Qatar 2022 hanno già fatto la storia. In tutti i sensi.
Tornando al Giappone è stata commovente l'applicazione di tutti i giocatori in campo e l'emozione dei tifosi al seguito sugli spalti, molti dei quali in lacrime. I nipponici non hanno rubato nulla. Del resto, non si battono a caso Germania e Spagna nel giro di pochi giorni.
L'allenatore del Giappone Hajime Moriyasu ci ha entusiasmato perché, nel corso della partita, ha riesumato il vecchio fischio alla pecorara tanto caro a Giovanni Trapattoni. Il gesto richiede una maestria particolare, un'applicazione e un rigore che forse solo un giapponese può avere.
Una menzione particolare la merita il Costarica o la Costarica (fate voi si può dire in entrambi i modi) che in una partita folle e coraggiosa ha ribaltato temporaneamente la Germania e si è portato sul 2 a 1 al 70', risultato che condannava sia Spagna che Germania, promuovendo Giappone e centro-americani. Poi Neuer e compagni si sono svegliati e hanno vinto 4 a 2, attendendo invano buone notizie dalla partita tra Spagna e Giappone.
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