Milan-Lazio si avvicina e la mente non può non andare a quel satanasso di Zlatan Ibrahimovic. La positività al Covid di Oliver Giroud gli spalanca le porte della titolarità nel match contro i biancocelesti. A quasi tre mesi dall'intervento al ginocchio, l'ex Barcellona è pronto a riprendersi sulle spalle il peso dell'attacco del Diavolo. Pioli lo sa ed è molto tentato dal gettarlo subito nella mischia nonostante la lunga inattività. L'arrivo dell'ex bomber del Chelsea, che ha impattato subito alla grande con due goal nelle prime due partite, avevano di fatto spento i riflettori sul gigante di Malmoe. Ma Ibra, che splende di luce propria, non ha nessuna intenzione di vivere questa stagione da comprimario e anzi vuole ricordare a tutti che il leader tecnico ed emotivo del Milan resta lui.
Non si scherza con Zlatan: i diciassette goal della scorsa stagione, in sole 24 presenze, testimoniano come il centravanti sia ancora in grado di dominare la scena sul suolo italico indirizzando a suo piacimento molte delle gare a cui ha preso (e prenderà) parte. Certo, i 40 anni prossimi si fanno sentire e Ibra necessita di una gestione oculata per non ricadere in quegli intoppi fisici che l'hanno costretto al forfait nel momento clou della scorsa stagione. Vero che lo scorso anno la preparazione era stata molto spezzettata a causa della corta pausa tra un campionato e l'altro, ma Ibra sa che giocare continuamente una partita ogni tre giorni sarebbe deleterio per il suo incredibile fisico.
Ecco perché Giroud dunque. Un cambio o una spalla per lo svedese quello lo deciderà Pioli nel corso della stagione, tuttavia il fuoco della competizione arde nel numero 11 rossonero tanto da vederlo sprintare a Milanello come un ragazzino. Rimettere il Totem al centro del villaggio. Mutuando una famosa esternazione del buon Rudi Garcia, Pioli è pronto ad affidarsi ancora a Zlatan, in perenne lotta contro il tempo. Duello che Ibrahimovic non ha alcuna intenzione di perdere.
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