La statistica portata avanti ossessivamente dalla stampa alla fine è andata in frantumi. Pioli, dopo 11 partite, ha ottenuto la sua prima vittoria contro il rivale collega Spalletti, il quale battendolo in passato gli aveva causato due esoneri. Non poteva però esserci gioia più speciale per il tecnico parmense che riconquista così la vetta della classifica, sempre in attesa del recupero dell'Inter a Bologna.
Il jolly Kessié e la certezza Tonali: lo scacco matto di Pioli a Spalletti
Dinamismo e interscambiabilità è ciò che ieri ha rappresentato il centrocampo rossonero, Pioli schierando 3 centrocampisti completi e con caratteristiche moderne si è assicurato interdizione senza rinunciare completamente a giocare. La scelta del centrocampo a triangolo ha completamente annullato le azioni offensive del Napoli, rendendo difficile non tanto la prima uscita ma la possibilità di giocare palloni puliti per i trequartisti partenopei. Nonostante la costruzione dal basso sia stata migliore rispetto alla partita contro il Barcellona è stato evidente che Kessié su Lobotka e Tonali su Fabian hanno limitato di parecchio le giocate dei mediani lasciando il maggior numero di palloni toccati ai due centrali azzurri, Rrhamani e Koulibaly. A pesare sulla manovra azzurra sono stati anche i mancati strappi di Lobotka e soprattutto di Zielinski, il polacco non ha mostrato le qualità che tutti sappiamo possedere ed è stato annullato troppo facilmente da Bennacer. Gli uomini di Spalletti hanno sofferto come spesso capita la fisicità avversaria e i duelli 1vs1, alla luce dell'ultime partite, aldilà dei risultati, evidenziano quale imperfezione del tecnico toscano.
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Insigne e Politano ampiamente insufficienti: colpa loro o responsabilità di Spalletti?
Politano e Insigne sono due calciatori con caratteristiche fisiche e tecniche simili, entrambi giocano sulla fascia a piede invertito posizionandosi spesso con i piedi vicino alla linea del fallo laterale, in modo da diventare dei veri e propri registi esterni. Ieri, e non solo, i due sono stati tra i peggiori in campo con la sensazione però che il Napoli neanche stavolta sia riuscito ad avere un gioco fluido in grado di metterli in condizioni di rendere. I due stanno soffrendo una linea difensiva molto bassa e una manovra mai accompagna a sufficienza dai compagni, motivo per cui Politano e Insigne diventano inutili. Nel momento in cui due calciatori abili nello stretto e bravi a giocare vicino l'area avversaria devono risalire le praterie verdi del Maradona è evidente che Spalletti ha sbagliato. Il mister è venuto meno ai dei compiti fondamentali di ogni allenatore, ovvero mettere in condizione i propri calciatori di rendere al massimo. Se in queste ultime 10 giornate il Napoli riuscisse a schierarsi col baricentro più alto e col le distanze giuste tra i reparti potrebbe sfruttare l'enorme pacchetto di trequartisti/esterni di qualità che ha in rosa.
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La svolta che poteva essere ma non è stata fatta: Anguissa e Mertens in campo solo 10' minuti
Spalletti ha scelto la qualità schierando Fabian-Lobotka-Zielinski ed alla fine ne ha pagato le conseguenze. La fisicità di Anguissa avrebbe permesso di reggere meglio i contrasti e soprattutto avrebbe liberato Fabian di diversi compiti evitandogli di girovagare per il campo, la personale sensazione è che Fabian-Lobotka per quanto siano due ottimi centrocampisti insieme tendono a non migliorarsi risultando totalmente incompatibili in alcune partite. Critica analoga per il minutaggio di Mertens, pochi troppo pochi 19' minuti per il belga, a maggior ragione se andiamo a pensare alla prestazione di Zielinski e alle problamatiche di Osimhen lasciato troppe volte solo contro Kalulu e Tomori. Misterioso non aver cambiato nulla a fine primo tempo, ancora di più dopo il vantaggio di Giroud. Il Napoli ha reso meglio con i vari Ounas, Elmas e Mertens ma il basso minutaggio non ha reso possibile molte giocate, aumentando ancora di più i rimpianti contro un Milan che ha dato la sensazione di meritare ma non di essere imbattibile, anzi, tutt'altro.
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