Sono tanti gli sportivi che hanno deciso di combattere per l'Ucraina. Oggi vi raccontiamo la storia di Oleh Luzhny, campione d'Inghilterra con l'Arsenal di Wenger.
Oggi Leopoli è un campo profughi a cielo aperto, nelle vie del centro il piccolo teatro Les Kurbas, di stile liberty, è diventato un centro di accoglienza. Qualche materasso buttato per terra, una tavola per mangiare, volontari che distribuiscono vestiti, coperte e medicinali. Oltre 720 mila abitanti, a neanche 70 km dalla Polonia, è la tappa forzata di tanti ucraini in fuga dal conflitto. Qui è nato Oleh Luzhny, in una calda estate del 1968, sotto la bandiera dell'Unione Sovietica, la nazionale per cui gioca per 8 volte, fino alla sua dissoluzione. Poi solo Ucraina, solo la sua patria: 52 partite, 39 delle quali con la fascia da capitano al braccio, tra il 1992 e il 2003.
L'approdo di Oleh Luzhny all'Arsenal
Capitano, ieri come oggi. Oleh Luznyj ha infatti deciso di lottare ancora per la sua nazione, ha imbracciato il fucile ed ha aderito alla Resistenza. "Tutti quanti speriamo che tutto questo finisca presto - ha raccontato - stiamo perdendo vite innocenti, le famiglie vengono distrutte. Un paese è stato invaso e colpito, e tutto per cosa?". Con la maglia della Dinamo Kiev ha vinto tutto quello che poteva: 8 campionati nazionali, 4 Coppe d'Ucraina e 1 Coppa dell'URSS, prima di essere chiamato dal grande calcio, quello inglese, quello della Premier League.
Lo vuole Arsene Wenger, che era rimasto stregato dalle sue partite in Champions League. Lo porta a Londra, sponda Arsenal, dove rimane dal 1999 al 2003. Sono gli anni d'oro dei Gunners, con i quali Oleh Luznyj vince un campionato e ne sfiora altri tre, alza al cielo due Community Shield e due FA Cup mentre si ferma solo davanti al Galatasaray in finale di Coppa Uefa. Arrivò a Londra che lo chiamavano "The Horse", il cavallo, ma il suo fu un avvio debole, lento, problematico. The Horse divenne The Moose, l'alce, un animale lento, compassato. Stagione dopo stagione, però, il calciatore ucraino si prese il suo spazio. Wenger lo metteva ovunque: terzino destro, sinistro, al centro. E conquistò tutti, fino ad indossare la fascia da capitano per una partita.
‘I’ll fight for my people’ – from the Klitschkos to Oleg Luzhny, the Ukrainian sports stars defending the... https://t.co/mX1A6RuNWa
— /r/Gunners ⚽️ (@GunnersReddit) March 2, 2022
Il sogno inglese
Dopo aver smesso di giocare ha allenato a Kiev, con il sogno neanche troppo celato di tornare in Inghilterra: "Voglio venire ad allenare nel Regno Unito, ma prima di tutto rimarrò qui e combatterò per il mio popolo, per il mio paese e per la democrazia". Oggi non sappiamo dove sia Oleh Luzhny, se a Kiev, la città nella quale ha vinto ed esultato, oppure nella sua Leopoli, a distribuire pasti caldi e coperte. Ma ce lo immaginiamo comunque, con la fascia da capitano al braccio e forse una mimetica addosso. A muoversi per le strade della sua Ucraina con il passo lento, ma sicuro, di un alce.
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