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Per Lorenzo Pellegrini è arrivato veramente il momento di lasciare la Roma?

Ranieri lo protegge, i tifosi lo sostengono. Ma Lorenzo Pellegrini è al bivio: continuare a Roma o lasciare la capitale? Su di lui Inter e Napoli. 

"Lorenzo soffre i tifosi e io devo tenere presente questo aspetto. Se li carica tutti e questo è il suo peccato, si carica tutti i problemi e invece dovrebbe giocare con naturalezza". A parlare così è Claudio Ranieri, nella conferenza stampa pre-derby. Argomento del discorso, lui, il capitano: Lorenzo Pellegrini. Un capitano che non gioca, un capitano che non è sereno. Un capitano che sta pensando di salutare.

Da quando è arrivato Ranieri sulla panchina della Roma, il numero 7 ha collezionato solo 118 minuti in campionato: solo 1 volta titolare, 3 volte in panchina, 2 volte subentrato. L'ultima volta a San Siro, dove si è ritrovato protagonista di un'azione che sarebbe stata indimenticabile ma che adesso non sarà dimenticata per altri motivi: il gol mangiato, davanti a Maignan, dopo l'assist di Dybala. Gol mangiato, occasione persa, vittoria rimandata. Anche in quel caso Lorenzo Pellegrini è entrato in campo spaesato, perso, distratto. Senza quel carattere che si chiede non solo al capitano, ma anche a qualsiasi altro giocatore. Senza idee, senza voglia, con una paura e una tensione che lo hanno portato a sbagliare qualsiasi cosa, anche quelle più facili. "Sento un forte feeling con lui. Non gioca per una questione psicologica - ha continuato Ranieri - Si porta dei macigni dietro e non è facile giocare così. Se sbaglia il beniamino del pubblico non succede niente, ma se fa mezzo errore lui viene subito caricato di negatività e responsabilità. Quando sarà sereno lo metterò in campo". 
Parole che suonano come una bocciatura anche in vista del derby di domenica, una partita in cui Pellegrini, come spesso accade ai calciatori romani e romanisti, non ha mai brillato. Il primo derby è quello da ricordare: 29 settembre 2018, 3 a 1 per la Roma, Di Francesco allenatore, l'ex Sassuolo protagonista di un gol di tacco e di un assist per Federico Fazio. L'altro da ricordare è del 2022, Mourinho in panchina, 3 a 0 con la parola fine messa proprio da una punizione straordinaria del capitano giallorosso. Nei 13 precedenti contro la Lazio (12 di Serie A e 1 di Coppa Italia) Pellegrini ha collezionato 6 sconfitte, 4 vittorie e 3 pareggi. E quello di domenica sera potrebbe essere la sua ultima stracittadina.
Il gol di Pellegrini nel derby, settembre 2018.

"Tecnicamente è uno dei migliori centrocampisti in Europa. Chi ce li ha dovrebbe tenerseli stretti". A parlare è ancora Ranieri, con parole che sembrano allontanare qualsiasi trattativa, qualsiasi pensiero di separazione. Eppure qualcosa sta ronzando nella testa del classe 1996. Forse è questo il momento di lasciare, di cambiare pagina, di ripartire altrove, di rilanciarsi. Dove? Più lontano possibile sarebbe l'ideale, magari la Premier League, ma le offerte scarseggiano. Poche speranze anche per la Turchia, con il Galatasaray che aveva sondato il terreno ma senza trovarlo fertile. Più fattibili allora le piste italiane. Lo vogliono Napoli e Inter, dove troverebbe degli estimatori come Antonio Conte e Simone Inzaghi. E guarda caso all'ombra del Vesuvio e alla Pinetina ci sarebbero due giocatori perfetti per le manovre di calciomercato della Roma: da un lato Giacomo Raspadori, dall'altro quel Davide Frattesi che scalpita, vuole giocare e tornerebbe volentieri nella capitale. Il problema? Le valutazioni dei due club: il Napoli non ha intenzione di privarsi dell'attaccante, mentre l'Inter chiede almeno 30 milioni per il centrocampista.

Lo striscione della Curva Sud a sostegno di Lorenzo Pellegrini, aprile 2023

Numeri, calcoli, possibilità. Scenari tutti da scrivere, ancora. Quello che non deve essere scritto, e confermato, è invece il DNA di Pellegrini. Romano, romanista, talmente romanista da sentirsi responsabile, da soffrire. Come i tifosi. "E' un ragazzo meraviglioso, un professionista esemplare. Ma è un romano atipico, non esterna le emozioni, in questo siamo simili". Ancora Ranieri, ancora lui a fare da scudo al suo capitano. Un capitano che nell'ottobre 2021 era difeso così anche da Mourinho: "Pellegrini può fare tutto, se ne avessimo tre giocherebbero tutti nella stessa squadra". A dire la verità a difendere Pellegrini non sono solo i suoi allenatori, c'è anche la Sud. Aprile 2023, striscione in curva: "Nel bene e nel male il capitano rimane tale". Gennaio 2025, allenamento a porte aperte al Tre Fontane: applausi e cori al suo ingresso in campo.

Il sostegno non è mai mancato. La fiducia degli allenatori e dei compagni di squadra anche. Adesso però è il momento delle risposte. Definitive, vere. Sul campo e fuori. Per capire se è meglio lasciarsi adesso oppure continuare insieme.

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