Il calciatore Stephane Omeonga è stato bloccato, ammanettato e picchiato dalla polizia, secondo il suo racconto. Fonti della Polaria: "Era nella black list di Israele"
Trascinato già dall'aereo e picchiato dalla polizia. A denunciare quanto accaduto è direttamente la vittima, Stephane Omeonga, calciatore belga con un passato in Italia e oggi in forza al Bnei Sakhnin, campionato israeliano.
I fatti risalgono al giorno di Natale: il calciatore era diretto a Tel Aviv con un aereo che da Bruxelles aveva fatto scalo a Roma Fiumicino, era da poco salito a bordo e aveva preso posto quando un assistente di volo gli si avvicina per parlargli di alcuni problemi con i documenti di viaggio, invitando il passeggero a lasciare l'aereo. Dopo i rifiuti da parte di Omeonga è stata chiamata la polizia che lo ha ammanettato e lo ha trascinato, di forza, fuori dall'aereo. Nel video diffuso dal calciatore sul suo profilo Instagram si vedono due agenti di polizia, uno dei quali cinge la testa del ragazzo con il braccio destro, nel tentativo di farlo alzare. Nel frame successivo si vedono i due agenti che lo portano fuori, ammanettato, ma nonostante questo l'agente lo spinge prendendolo per la gola. Prima della colluttazione Omeonga ripeteva: "Sono un calciatore, sono un cittadino belga". E poi, quando il poliziotto tentava di farlo alzare, gridava: "Cosa stai facendo?".
"Sono stato portato in un veicolo della polizia, ammanettato come un criminale, all'aeroporto – continua Stephane Omeonga sui social - È arrivata un'ambulanza, ma, in stato di shock, non sono riuscito a rispondere alle domande dei paramedici. Poco dopo, ho sentito via radio dall'auto della polizia: "Ha rifiutato l'assistenza medica; va tutto bene." Questo era completamente falso, ho chiesto loro di portarmi con l'ambulanza perché avevo paura di quello che la polizia avrebbe potuto farmi".
Il racconto va avanti così: "Successivamente, sono stato messo in una stanza grigia, senza cibo né acqua, lasciato in uno stato di totale umiliazione per diverse ore. Al mio rilascio, ho scoperto che un agente di polizia aveva sporto denuncia contro di me per lesioni presuntamente causate durante l'arresto, nonostante fossi ammanettato. Inoltre, ancora oggi (31 dicembre 2024, ndr), non ho ricevuto alcuna giustificazione per il mio arresto".
A spiegare i motivi dell'arresto sono direttamente alcune fonti della Polizia. Secondo quanto si legge su Corriere.it, gli agenti sarebbero intervenuti perché: "poiché Stephane Omeonga si ritroverebbe sulla black list di Israele e quindi non sarebbe gradito nel Paese. La Polaria (Polizia di Frontiera Aerea, ndr), viene precisato dalle stesse fonti, è intervenuta su richiesta del capo scalo e del comandante della compagnia aerea".
Restano molti interrogativi ancora aperti, il primo: perché un calciatore sotto contratto con una squadra professionistica israeliana dovrebbe essere sulla black list del paese in cui lavora? E ancora: i documenti non erano già stati controllati in Belgio? Quello di Omeonga sembra solo l'ennesimo caso di profilazione razziale ad opera delle forze dell'ordine italiane, una pratica che era stata attenzionata e condannata dall'ECRI, l'European Commission against Racism and Intolerance, e dal Consiglio d'Europa. "Durante la sua visita in Italia – si legge nel rapporto - la delegazione dell'ECRI è venuta a conoscenza di molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana. Queste testimonianze di frequenti fermi e controlli basati sull'origine etnica sono confermate anche dai rapporti delle organizzazioni della società civile e di altri organismi di monitoraggio internazionali specializzati. Tuttavia, le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell'entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale".
"Come essere umano e padre, non posso tollerare alcuna forma di discriminazione – ha scritto Stephane Omeonga a commento del suo video, dove iniziano ad arrivare le prime reazioni di colleghi: da Lukebakio del Siviglia e Daniele De Rossi, ex allenatore della Roma - Questo arresto è solo la punta visibile dell'iceberg. Molte persone che hanno il mio stesso aspetto non riescono a trovare lavoro, non hanno accesso a un'abitazione o non possono praticare gli sport che amano, semplicemente perché sono nere".
AGGIORNAMENTO 02/01
Nessuna menzione di possibili black list da parte media israeliani, come si legge su Haaretz.co.il. Come sottolinea su X Pallonate in Faccia, Omeonga, alla testata belga DH, ha detto di aver parlato con l'immigrazione israeliana, che ha negato la sua presenza in black list di alcun tipo.
Chi è Stephane Omeonga? Un passato tra Avellino e Genoa
Stéphane Omeonga è un calciatore professionista belga di origini congolesi, nato il 27 marzo 1996 a Rocourt, in Belgio. Cresciuto nelle giovanili di club locali, tra cui l'Anderlecht, è un centrocampista dinamico e versatile. Il suo stile di gioco si distingue per l'energia, la capacità di recuperare palloni e di supportare sia la fase difensiva che quella offensiva.
La sua carriera professionistica è decollata in Italia, con l'Avellino, prima di trasferirsi al Genoa nel 2017. Durante la sua permanenza in Serie A, Omeonga ha collezionato 25 presenze attirando l'attenzione di squadre internazionali. Nel 2019, è approdato all'Hibernian, squadra scozzese, dove è diventato un giocatore amato dai tifosi grazie al suo impegno e alla sua versatilità. Ha anche giocato per il Livingston in Scozia, continuando a costruire una reputazione come centrocampista affidabile. Nella stagione 2020-2021 è di nuovo in Italia, sponda Pescara, in Serie B.
Oggi Omeonga gioca nel Bnei Sakhnin, in Israele.
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