L'Audace Boxe insieme a Roma Cares ha lanciato un crowdfunding per salvare il ring delle Olimpiadi di Roma 1960.
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Fondata nel 1901 da Aurelio Cappabianca e da Bruto Seghettini come Società Podistica, oggi l'Audace è attiva soprattutto come palestra di pugilato.
Siamo in via Frangipane, nel cuore di Rione Monti. Ed è qui che si nasconde un pezzo raro dello sport mondiale. Tra spogliatoi e sacche, infatti, riposa lo storico ring delle Olimpiadi di Roma 1960. Quello su cui Cassius Clay, il futuro Muhammad Alì, e Nino Benvenuti vinsero la medaglia d'oro. Un tesoro nascosto, un gioiello da sacrificare in tempi di crisi. Per oltre 70 anni, infatti, il ring è stato custodito nella Palestra Audace, poi arriva il Covid, la pandemia, le saracinesche che si abbassano, i bilanci in rosso, le casse vuote. L'unica soluzione era mettere all'asta il ring. "Stiamo parlando di un pezzo unico, fare una quotazione è impossibile - ci raccontano ancora i responsabili della struttura - non neghiamo però che gli interessati erano tanti, soprattutto dagli Stati Uniti. Svenderlo avrebbe voluto dire far perdere un pezzo di storia non solo a noi e a Roma, ma a tutta l'Italia".
Così, dopo l'allarme lanciato dal quotidiano Leggo nel 2021 qualcosa si è mosso: "In tanti si dissero interessati o sono stati successivamente contattati: dal Coni, al Comune di Roma fino ai vertici di Sport e Salute. Ma il risultato è stato un mix di promesse non mantenute ed email senza risposta. Nessuno si è mosso per salvare il ring delle Olimpiadi di Roma. Nessuno tranne la As Roma". Fondamentale infatti è stato l'intervento di Roma Cares, la onlus del club di Trigoria, che ha dato al via al Crowdfunding (qui tutte le informazioni) mettendo a disposizione guantoni autografati, maglie da gara e magliette con il doppio logo Roma e Audace. "Siamo in grandissima sofferenza – ha raccontato Gabriele Venturini, maestro dell'Audace, al quotidiano romano – perciò non possiamo far altro che sperare nell'aiuto di chi ha la passione per il pugilato, di chi crede in noi e nei valori che rappresentiamo da oltre 120 anni".
18.500 euro il budget richiesto, l'obiettivo quello di ristrutturare il ring ma anche rimettere a posto la sala sacchi, risistemare gli spogliatoi e ripartire "senza dover (s)vendere la nostra storia". Sono già più di 5 mila gli euro raccolti, i primi due step raggiunti. C'è tempo fino al 31 luglio per salvare un pezzo di storia.
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