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Se anche De Zerbi lascia il campionato ucraino

Pesano anche le assenze, ma soprattutto la situazione in atto. L'allenatore : "Mi piacerebbe restare, ma ... "

Tra guerra e trasferimenti

Potrebbe non arrivare al dodicesimo mese di vita l'avventura di Roberto De Zerbi sulla panchina dello Shakhtar Donetsk, un percorso iniziato tra l'entusiasmo generale ufficialmente nel maggio dello scorso anno con la visita ufficiale dell'ex Sassuolo alla sede del club ucraino. Stavolta però non si tratta di un semplice rumors di mercato, ma delle parole dello stesso allenatore pronunciate in un'intervista al termine del "Charity tour", l'iniziativa di solidarietà che ha visto lo stesso club della massima divisione ucraina tornare in campo per una serie di amichevoli disputate in diversi terreni di gioco in giro per l'Europa. La causa della decisione del tecnico, oramai neanche a dirlo, il prolungarsi di un conflitto che lascia desolazione tutt'attorno anche in ambito sportivo. Il calcio non è il solo sport colpito, sia chiaro : dalla pallacanestro al nuoto alla pallavolo, tutti i giochi sono fermi al febbraio del 2022. E infatti proprio per agevolare una certa continuità soprattutto a livello di prestazioni professionali di tecnici e calciatori che la Fifa aveva messo mano ad alcune misure derogatorie dei regolamenti ufficiali già lo scorso marzo. In particolare, il Regolamento sullo status e sul trasferimento dei calciatori è temporaneamente sospeso per permettere a chi vorrà o ne avrà l'occasione di trasferirsi altrove, alla ricerca di condizioni lavorative più favorevoli o semplicemente di un clima più sereno, continuando magari a percepire una paga congrua a quanto guadagnato fino all'interruzione del campionato in Ucraina. Precisava sempre la Fifa che per i calciatori e allenatori stranieri di squadre ucraine affiliate alla Federazione calcistica dell'Ucraina, potesse essere percorsa la via della sospensione dei contratti in essere fino a fine stagione e contestualmente la possibilità di firmare un nuovo contratto fino al termine solo formale dell'anno calcistico in Ucraina, previsto per il 30 giugno prossimo.

Simile discorso anche per i calciatori e allenatori stranieri che militano in squadre russe (o comunque affiliate con la Federazione calcistica della Russia) : per facilitarne la fuoriuscita dal territorio russo è prevista anche qui la facoltà di rompere momentaneamente «i rapporti di lavoro con i club» di riferimento con o senza un accordo formalizzato con questi. Vale per loro quanto detto per i professionisti dei campionati ucraini. «La sospensione del contratto di cui sopra» specificava infatti una nota della Fifa «sta ad indicare che giocatori e allenatori saranno considerati come in "scadenza di contratto" fino al 30 giugno 2022 e potranno firmare per qualsiasi altro club senza alcuna conseguenza». 

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Sospeso nella nebbia - Il Catenaccio - Web Magazine Sportivo

7 a 0 era un passivo troppo pesante per qualsiasi portiere, anche per uno come Michele Petruzzellis, portiere la domenica e caldaista durante la settimana. Sì, caldaista. Un bravo caldaista, quello che, per intenderci, ripara le caldaie. Nella provincia di Pavia, nel suo campo, era ritenuto un vero mago. Col suo furgoncino percorreva chilometri e chilometri tra Voghera, Vigevano e Vidigulfo. La sua maestria nel riparare caldaie era così nota che a volte lo chiamavano pure da Milano.

La scelta di De Zerbi e la situazione ucraina

Si tratta in sostanza di prestiti funzionali all'andamento del conflitto, in attesa di una cessazione definitiva delle ostilità (anche se non è da escludere che i singoli giocatori o allenatori si accordino per rescissioni contrattuali vere e proprie). Com'è facile pensare più di un professionista ha già usufruito della clausola. Nel solo Shakhtar risalta il caso dei brasiliani, come Maycon de Andrade Barberan (meglio noto come Maycon), mediano classe '97, che dopo quattro stagioni (meglio : tre e mezzo) con gli ucraini fa ritorno in patria, al Corinthians, club dove era cresciuto e oggi in testa alla classifica del Brasileirao, il campionato di Serie A carioca. Il ragazzo, che con i bianconeri ha dato un contributo pesantissimo pure nella Còpa Libertadores, è un esempio di come De Zerbi debba fare a meno già da ora di elementi preziosi e una situazione simile rischia di diventare insostenibile di qui in avanti. E' lo stesso allenatore italiano a lasciarlo intendere dopo l'ultimo match del "Charity tour" : " E' un giorno triste. Potrebbe essere l'ultimo per me come allenatore dello Shakhtar. Ho parlato con tutti - i giocatori e la dirigenza del club. Se ci fosse un campionato mi piacerebbe restare qui, ma dovesse accadere il contrario senza una lega di campionato, mi piacerebbe ricominciare una vita normale e proseguire con il lavoro". Il momento da come traspare dalle sue parole è di profonda difficoltà e fare progetti in un momento di profonda incertezza non è cosa per nulla facile : "Al momento non sto pensando assolutamente al calcio, allo sport. La mia decisione se restare o meno non dipende dall'opportunità di partecipare alle prossime competizioni europee (...) Lo Shakhtar è fortunato ad avere come presidente Mr Akhmetov, finché avrà passione per il calcio e per la squadra, fintanto che continuerà ad essere Presidente dello Shakhtar, farà ancora molto di più per il club, solo la guerra può fermarlo". Ma non lascia dubbi quando dice che "io e il mio staff ora ce ne stiamo andando, ma credo che grazie all'Ucraina siamo persone migliori adesso".


Claudio Viozzi

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