La situazione nella nazionale spagnola non è per niente rosea, tanto che le stesse giocatrici chiedono il cambio in panchina
La nazionale femminile spagnola continua ad essere al centro della polemica, ma l'argomento del dibattito è sempre lo stesso: "È arrivato il momento di cambiare allenatore". Fin dall'inizio, l'attuale CT spagnolo Jorge Vilda non è mai stato visto di buon occhio da molte persone, tra cui tifosi, addetti ai lavori e addirittura le giocatrici stesse. I motivi sono molteplici e di diversa natura, sia calcistici che extra calcistici.
Non è la prima volta che le giocatrici spagnole si rivoltano contro il proprio CT costringendolo alle dimissioni. L'ultima volta risale al termine del mondiale canadese del 2015 e a quel tempo la Roja era affidata ad Ignacio Quereda. L'allenatore spagnolo è stato accusato di abusi ed omofobia per cui è stato costretto a rinunciare al proprio incarico. A dir la verità le accuse pubbliche delle calciatrici sono arrivate solo scorso novembre, ben sei anni dall'accaduto, inseguito all'uscita di un documentario intitolato "Romper el Silencio".
Il tragico episodio tra le calciatrici spagnole e Quereda è un fatto che non dovrebbe per niente passare inosservato alla federazione spagnola, ma come tutti ben sanno la RFEF fa orecchie da mercante per molte situazioni riguardante il calcio femminile. Davanti ad un episodio del genere non solo avrebbero dovuto mandare via il CT, ma pure l'intero staff tecnico, poiché, molto probabilmente, era a conoscenza dei "maltrattamenti".
Successivamente alle dimissioni di Quereda la federazione affida la prima squadra femminile a Jorge Vilda, che a quel tempo era l'allenatore dell'under 19. All'inizio, sia per i rappresentati della RFEF e per alcuni tifosi, la scelta di nominare l'allenatore spagnolo primo coach era più che logica, poiché con le nazionali inferiori ha fatto più che bene: con l'under 17 conquista due ori, un argento e un bronzo europei e un argento ed un bronzo mondiale, mentre con l'under 19 si porta a casa un oro europeo e due argenti mondiali.
I primi anni di Vilda sulla panchina spagnola sembrano abbastanza positivi, con la qualificazione all'Europeo del 2017, con eliminazione ai quarti di finale, inoltre qualificazione al mondiale francese e storico approdo agli ottavi. Purtroppo, proprio al termine dal campionato mondiale del 2019 le cose sembrano piano piano sgretolarsi, fino a rompersi del tutto le qualificazioni per l'europeo inglese.
Le accuse
Nei giorni scorsi tre delle capitane della Spagna, cioè Alexia Putellas, Irene Paredes e Patri Guijarro, hanno chiesto a Vilda, in presenza del presidente della federazione Luis Rubiales, le proprie dimissioni. La risposta del CT è del tutto negativa, visto che vuole rispettare ancora i due anni di contratto e nonché partecipare al mondiale del 2023.
I motivi che hanno portato le giocatrici a ribellarsi sono veramente molteplici. Innanzi tutto le prime accuse sono tutte in ambito calcistico, partendo dai pochi risultati sportivi raggiunti da una nazionale che senza dubbio racchiude le giocatrici più forti d'Europa. La Spagna ha fatto vedere molte volte la mancanza di un'idea di gioco ben definita, perciò molto spesso si è affidata alle sue calciatrici di punta, in particolare Alexia. Inoltre determinate scelte tattiche sono risultate errate, ma incidentemente dai risultati il CT non ha mai cambiato idea sulle scelte.
Proprio questi due punti sono i motivi per cui la "Roja" non è riuscita a superare i quarti dell'Europeo. La rottura del crociato di Alexia ha inciso molto sul gioco, per cui in parecchie occasioni le giocatrici erano spaesate senza saper effettivamente cosa fare. In più le scelte incomprensibili di far giocare Laia Alexandri a centrocampo, al posto di una mezza ala quale Irene Guerrero o Mariona Caldentei, oppure l'idea geniale di mettere Lucia Garcia, attaccante esterno, come riferimento offensivo, invece di puntare su Claudia Pina o Amaiur Sarriegi.
Altri comportamenti non accettati dalle calciatrici sono la differenza di trattamento tra le titolari e le supplenti, comportamento che tende a caricare di tensione l'ambiente nello spogliatoio. Si prosegue con le mancate convocazioni di determinate atlete che durante la stagione hanno sicuramente dimostrato qualcosa, prima su tutte Nerea Eizagirre, principale artefice del secondo posto della Real Sociedad. La capitana del 'Las Txuri-urdin' non è rimasta in silenzio ed ha espresso il suo dissenso.
Inoltre viene criticata la mal gestione del minutaggio di alcune, con conseguenti infortuni, e di situazioni delicate, come la situazione di Jenni Hermoso pre Europeo. L'attaccante del Pachuca si era infortunata durante il camp di preparazione, ma sia lo staff medico che la calciatrice avevano confermato la disponibilità di quest'ultima, però Vilda ha preferito lasciarla a casa. Sicuramente una mossa a dir poco errata visto poi i problemi in attacco riscontrati durante il torneo. Ultimo, ma non per importanza, lo scarso livello degli allenamenti.
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E ora?
Attualmente la situazione all'interno della concentrazione spagnola, riunita in vista delle ultime due partite valide per il Mondiale del 2023, è decisamente tesa. Dopo l'incontro tra le capitane e Rubiales, Vilda è rimasto in disparte, comunicando lo stretto indispensabile con il gruppo. Al termine del colloquio, sembra che il CT abbiamo avuto confronti con alcune giocatrici, alcuni non terminati per niente bene, poiché diverse sono tornate in hotel in lacrime.
L'esclusione del commissario tecnico è condivisa dalla maggior parte delle presenti, ma non è risultata una decisione unanime. La federazione per ora non ha espresso nessuna opinione, ma è chiamata ad intervenire prima che la bomba esplodi. Visto la precedente mossa della RFEF, già a conoscenza delle divergenze, cioè il rinnovo improvviso di Vilda prima della partenza in Inghilterra, la guerra tra giocatrici e CT non è del tutto improbabile.
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