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Sport e pandemia: quando finiscono le limitazioni ?

Stadi al 75% di capienza già dal 1 Marzo, ma con ogni probabilità alcune misure rimarranno in vigore anche oltre la scadenza dello stato d'emergenza fissata al 31 del mese

La domanda sorge spontanea visto che la situazione epidemiologica sembra se non altro sotto controllo nel nostro Paese e nel resto d'Europa. A dirlo stavolta è il Ministro della Salute Roberto Speranza che nell'ultima conferenza stampa di fronte a giornalisti e telecamere inoltra le ultime sul contagio generale. Nel frattempo, la situazione appare fortunatamente in miglioramento, con contagi altalenanti, ma ospedalizzazioni al di sotto dei livelli di allerta. E visto che con l'avvicinarsi della bella stagione e il termine del 31 Marzo, giorno di scadenza dello stato d'emergenza Covid-19, ci sarebbe di che sperare, ci chiediamo quando le limitazioni ancora in essere per stadi, palazzetti ed eventi sportivi in generale cesseranno di esistere.

 Gli eventi sportivi ?

Troppo presto per dirlo, fa sapere lo stesso Ministro perché "superare lo stato di emergenza non vuol dire essere fuori da ogni vincolo". Niente di specifico sugli eventi sportivi, insomma. Proviamo allora a vederci più chiaro. Ad oggi, cioè dal primo Marzo scorso, la capienza massima degli impianti è pari al 75 percento all'aperto e al 60 percento al chiuso, nonostante la pressione delle stesse Leghe professionistiche, con i club di Serie A e Serie B che chiedono già dallo scorso mese una restituzione della capienza totale, ovvero una quota se non altro vicina al 100 percento. Buone notizie insomma per gli amanti dello sport e per i più appassionati, ma anche per le società di calcio. Resta invece più opaca la situazione sul fronte green pass per spettatori e atleti.

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Era il 1969, per rinforzare la squadra in vista del campionato di Serie A appena conquistato dal campo con il primo posto in B, il presidente Umberto Lenzini andò a pescare in Serie C, nell'Internaples, due buoni prospetti, un certo Giorgio Chinaglia per l'attacco e Giuseppe Wilson, un buon difensore, che potesse giocare come terzino ma anche come libero

Le nuove misure

Va detto che l'ultimo provvedimento (dello scorso 2 Marzo) non prende in esame la materia sportiva in sé. Si tratterebbe di una rettifica al Decreto del Presidente del Consiglio (Dpcm) del 17 giugno 2021 su "validità generale del sigillo digitale e strumenti di verifica" nei luoghi in cui se ne prevede il controllo. Ad oggi insomma, come si legge nel provvedimento aggiornato in Gazzetta Ufficiale, al termine dei 540 giorni previsti per la scadenza del lasciapassare vaccinale (ciclo primario più dose booster) e senza bisogno di ulteriori richiami, il pass si rinnova per altri 540. Significa forse che atleti amatori, semi-professionisti e professionisti dovranno continuare ad attenersi a quanto già previsto a partire dal 10 gennaio scorso ? Non proprio. Il prolungamento in questione non sembra per ora sottostare alle norme in essere fino al 31 Marzo e in via di definitiva cessazione a partire dal 1 Aprile (ulteriori restrizioni permettendo). Lo stesso discorso varrebbe quindi non solo per spettatori, ma anche per atleti professionisti e non, per quanto le parole del Ministro Speranza lascino ancora qualche dubbio a riguardo, che solo il tempo scioglierà.

Un'ipotesi in campo è quella della progressiva abolizione : potrebbe - il condizionale è d'obbligo - toccare prima al green pass vaccinale e da guarigione (o super green pass) a cadere quale requisito di ingresso negli stadi per spettatori e di partecipazione alle gare per gli sportivi. Successivamente, lo stesso accadrebbe per il green pass base. Va detto però che una road-map vera e propria non è stata ancora messa nero su bianco e infatti a leggere la normativa entrambi gli strumenti decadrebbero proprio da inizio Aprile. Destinato invece al mantenimento l'uso da parte del pubblico sugli spalti di dispositivi come mascherina ffp2 per eventi al chiuso (palazzetti e campi coperti), mentre per situazioni all'aperto si va anche qui verso un decadimento di fatto. 

Quasi ultimi in Europa

Insomma, peggioramenti del quadro permettendo, su questo fronte la situazione sembra scivolare verso la normalità che tutti attendono da tempo, salvo alcune misure e altre precauzioni destinate probabilmente a permanere ancora per un po'. E' pur vero che l'Italia arriva in ritardo rispetto alle altri grandi d'Europa. Restando al calcio a 11 difficile non guardare la situazione degli altri campionati del continente. Liga e Premier League spiccano per audacia : oramai a guardare la Champions League ci hanno ampiamente abituati agli spalti strapieni.

Licenza immagine : Free Creative Commons Photos


Claudio Viozzi

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