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Maurizio Castelli, dall'incidente alla protesi: "Ora torno in campo e inseguo i miei sogni"

Dall'incidente al ritorno in campo, attraverso più di trenta operazioni e l'amputazione del braccio. Abbiamo parlato con Maurizio Castelli, portiere del Pianoscarano. Di calcio e di parate, ma soprattutto di sogni. 

Ci sono sogni che non hanno età, che restano uguali a dieci come a trent'anni. Ci sono sogni che superano ogni cosa, ogni difficoltà, ogni prova. Sogni per cui vale la pena di lottare. Maurizio Castelli lo sa bene e vuole dirlo a tutti. 31 anni, di Viterbo, una protesi al braccio sinistro, dopo un tremendo incidente stradale. Più di trenta operazioni, la vita che si ferma, i sogni che sembrano infrangersi. Invece da qualche giorno ha firmato per il Pianoscarano, società del capoluogo che milita in Prima Categoria e che fu la casa dei primi calci di Leonardo Bonucci.

Maurizio Castelli firma con il Pianoscarano, società di Prima Categoria. Fonte foto: Facebook Pianoscarano

"È stata un'idea nata per caso, anche perché nonostante la passione io non ho mai fatto scuola calcio né fatto parte di un club. Sono cresciuto a Marta, sul lago di Bolsena. Qui è iniziato tutto, nelle partitelle in strada, quando con gli amici giocavamo a "tedesca". Io volevo sempre stare in porta". Il sorriso di Maurizio lo vedi anche attraverso il telefono. Lo hanno chiamato in tanti, questi giorni, Repubblica, Il Messaggero, diverse testate locali. La sua storia sta facendo il giro della rete, l'avrà raccontata mille volte eppure il suo tono è sempre carico, vivace, felice. Anche quando per rispondere alle mie domande è costretto a tornare indietro, a quell'incidente da cui tutto è iniziato. "Era il 2015, un giorno d'agosto. Sono appassionato di moto e stavo facendo un giro intorno a Pitigliano. Nei pressi di un passo di montagna, un Defender mi taglia la strada e mi prende in pieno. Il conducente risultò positivo all'alcol test". Inizia un calvario di più di trenta operazioni, il braccio, che nell'impatto dell'incidente è stato tagliato, viene riattaccato al corpo. "Ma era un'entità esterna, non poteva più funzionare. Incontrai un chirurgo di Milano, mi suggerì di amputarlo e di continuare con una protesi. Da lì è cambiato tutto".

Fino al 2021 Maurizio Castelli è di nuovo sulla sella della sua motocicletta, poi conosce la Roma Calcio Amputati e scatta di nuovo la scintilla dello sport. "La carriera da pilota sarebbe stata più semplice - racconta - però il pallone mi chiamava. Volevo tornare in campo. Il problema era che con i piedi non ero mai stato un fenomeno, sapevo parare, mi piaceva parare, però non avevo un braccio. La Roma Calcio Amputati, fondata da Arturo Mariani, è stata una scoperta bellissima. Sono stati due anni unici, in cui mi sono rimesso in gioco, ancora oggi siamo in contatto con i membri della squadra".

Maurizio Castelli in allenamento. Fonte foto: Instagram
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Il calcio dilettantistico nasconde storie che meritano di essere scoperte e raccontate. Come quella di Mister Bonfiglio, che al Paperino San Giorgio, in provincia di Prato, porta avanti i suoi progetti di "calcio sociale". 

Maurizio inizia ad allenarsi e a giocare, studia nuovi modi di stare in porta, tenendo bene a mente il suo idolo, Angelo Peruzzi. Intanto testa la sua protesi, assapora una fatica diversa rispetto a quella a cui era abituato. E infine trova una nuova sfida. "L'incontro con il direttore del Pianoscarano, Giuseppe Iacomini, è stato fondamentale. Ci siamo conosciuti all'accademia Tusciagoalkeeper, abbiamo iniziato a parlarne quasi per gioco. Poi questa estate è arrivata la firma. Con i ragazzi della squadra mi sento come in una famiglia, sembra che ci conosciamo da sempre". Da regolamento Maurizio non potrà giocare con la protesi, "ma lavora ogni giorno per trovare tecniche di parata e adattamenti posturali in grado di sopperire ad una disabilità che per tanti è soprattutto mentale" ha spiegato la società sul suo profilo Facebook. "Il mio obiettivo è proprio questo: poter dire a tutti, soprattutto ai più giovani, che non ci sono ostacoli insuperabili, non ci sono prove impossibili. Non è che se hai un sogno a trent'anni allora è troppo tardi. Lo devi inseguire". Dentro e fuori un campo da calcio. Nello sport come nella vita.

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