Il gol nel finale di Giroud chiude una settimana da montagne russe per il Milan di Pioli: la sconfitta col Torino, la festa Champions, la fatica con lo Spezia, continuando a crescere.
È l'89' di Milan – Spezia, Kalulu recupera la palla in pressione; Tonali (e chi sennò?) avanza e crossa in aria; Giroud, con un'acrobazia degna di un atleta con dieci anni in meno, segna e regala i 3 punti ai rossoneri. Difficile trovare un'azione più iconica: il difensore rivelazione, passato dall'under del Lione a titolare inamovibile del 19esimo scudetto; il centrocampista tifoso, trascinatore nei momenti decisivi (chiedere alla Lazio o al Verona); il bomber dai gol pesanti, sempre presente quando conta.
A pochi mesi da Sassuolo-Milan, a due partite prima della lunga sosta per i mondiali in Qatar, il Milan continua il suo percorso di crescita. Duro, a volte incerto, ma costante. Va detto: al di là delle legittime ambizioni di Maldini, l'obiettivo della società non è quello di vincere a tutti i costi, quanto quello di competere tra le prime, dopo essere arrivati tra le prime 16 dell'Europa. Ed è quello che è avvenuto in questa settimana di alti e bassi. Prima la pessima prestazione di Torino, seguita dal 4-0 contro il Salisburgo che ha riportato i rossoneri tra le grandi d'Europa dopo 8 anni; per chiudere, la sofferta vittoria di ieri a San Siro.
Un percorso faticoso, soprattutto se paragonato alla sorprendente continuità del Napoli di Spalletti. Eppure non così diverso dallo scorso anno (al conteggio mancano 3 punti, due gol fatti e uno subito), quando alla tredicesima arrivava la sconfitta contro la Fiorentina al Franchi. Anche un anno fa la difesa era incerottata, con gli incerti Gabbia e Tatarusanu che faticavano sotto i colpi del miglior Vlahovic. Tanta acqua è passata, e l'esperienza acquisita dai giovani di Pioli ha permesso di migliorare il cammino europeo, senza perdere troppo terreno in campionato. Senza tutta la fascia destra (Calabria, Florenzi, Dest, Saelemakers). Soprattutto, con in meno giocatori come Kessie, Maignan, e Ibra.
Il Milan rivincerà lo scudetto? Ripetersi è sempre più complesso, soprattutto per una squadra giovane, costretta a guardare ai bilanci prima ancora che ai risultati. A oggi, la crescita dei rossoneri sembra evidente sul piano economico, dell'esperienza maturata e delle prestazioni di alcuni giovani, Leao su tutti. Il mercato, invece, ha finora prodotto ben pochi risultati: Origi cerca ancora la continuità e Pobega prova con fatica a non far rimpiangere Kessie; De Keteleare gioca ancora spaesato, col peso dei 35milioni sborsati per acquistarlo in estate; Adli, Thiaw, Vranckx e Dest sono state poco più che delle comparse. Per di più, oltre alle due sconfitte in campionato, la squadra di Pioli ha difettato in concentrazione in alcune gare apparentemente semplici, mostrandosi vulnerabile in difesa e faticando a fare gol. Non è mai mancato lo spirito e la voglia di vincere, grazie anche all'entusiasmo dello stadio di San Siro, sempre sold out nelle gare casalinghe di entrambe le milanesi. Ed è grazie allo spirito di questa squadra, abituata da anni alla girandola di infortuni, che i campioni d'Italia continuano a viaggiare attaccati alla vetta della classifica da ormai tre stagioni.
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Oltre i risultati, il progetto Milan continua
Maldini e Massara, chiamati a non farsi prendere dall'emotività del momento, nelle loro dichiarazioni guardano sempre al percorso complessivo: ripetono sempre che il Milan è forte e deve puntare in alto, ma sanno che per tornare grandi serve andare per gradi e accettare qualche inciampo. Ecco perché il rinnovo di mister Pioli è arrivato all'indomani della sconfitta col Torino e alla vigilia dell'ultima gara di Champions: per togliere alibi e per ribadire che i progetti si fanno a lungo termine, indipendentemente da come andrà una partita.
In quest'ottica, il passaggio del turno in Champions League vale molto di più dei milioni messi in cassaforte. Due anni fa, passando dai preliminari, il Milan uscì con Manchester United in Europa League; lo scorso anno, il ritorno in Champions League aveva portato a buone prestazioni nel palcoscenico più importante d'Europa, anche se l'uscita come quarta nel girone di ferro non era stato visto, forse, in maniera negativa, dal momento che avrebbe alleggerito il dispendio psicofisico per il resto della stagione. Dopo lo scudetto, contava passare il turno e togliersi qualche soddisfazione internazionale, mettendo minuti internazionali nelle gambe di giocatori che non hanno quasi mai giocato in Champions.
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Come sempre, crescita dei risultati e crescita economica vanno di pari passo, e forse qualche buon risultato in Europa potrà agevolare i difficili rinnovi di Leao e Bennacer: dopo Donnarumma, Calhanoglu, Kessie e Romagnoli, per continuare a migliorare sarà necessario trattenere i propri leader, pur senza derogare troppo alla politica economica inaugurata da Elliot. Servirà cedere meglio e aver la disponibilità per acquistare giocatori che non siano solo di prospettiva: non è sempre facile avere la pazienza di aspettare i giovani, anche se il Milan ha rappresentato un modello innanzitutto per questo. Servirà risolvere l'annosa questione dello stadio e aumentare i ricavi; sul campo, conterà fare ogni anno un passo in avanti, per tornare ai fasti del passato: ed è in questo lungo progetto che il neoproprietario Redbird, la dirigenza e l'allenatore sembrano sempre sulla stessa lunghezza d'onda.
Dopo uno scudetto sorprendente e meritato, sembra un'utopia pretendere di ripetersi, soprattutto in una stagione così anomala per via del calendario. Continuare comunque a crescere nel percorso intrapreso nel gennaio 2020, invece, resta l'unico obiettivo. I tifosi rossoneri ricordano il 5-0 con l'Atalanta di Gasperini, l'arrivo di Ibrahimovic e Kjaer, per non parlare dei 24 rigori calciati in Rio Ave-Milan del 2020; non dimenticano le sconfitte con lo Spezia del febbraio 2020 e della scorsa stagione, prima ancora delle reti di Giroud nei derby.
Molti alti e qualche basso, seguendo una linea precisa e un trend positivo: così come avvenuto nella settimana appena conclusa. Per chiudere bene il 2022 conterà vincere nelle ultime due gare con Cremonese e Fiorentina, tutt'altro che semplici in questo periodo e con questo stato di forma.
Provando a non far scappare il Napoli, continuando a stare lassù.
Andrea Sciretti
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