Dal campo da gioco a quello di battaglia. Ora più che mai per l'ex nazionale sovietico è palla al centro
A volte ritornano, ma non dove ti aspetti. Succede oggi a Igor Ivanovic Belanov (o Ihor Bjelanov, in ucraino) che pure dello sport sovietico è stato un emblema. Per dire : nato cittadino dell'Urss a Odessa nel settembre del 1960, si ritrova a 61 anni ad imbracciare un fucile su un fronte di guerra. Magari solo simbolicamente (così infatti lo raffigurano alcune foto scattate nei giorni scorsi), ma sul lato opposto forse l'avversario più pericoloso di sempre, la partita la più difficile. E stavolta non ci sono campi di gioco, perché in gioco c'è la vita, se non sua, di qualche migliaio di suoi connazionali e non soltanto.
Eppure é proprio nella nazionale sovietica che ha modo di distinguersi. Da calciatore con la maglia rossa sfiorò la vittoria agli Europei di calcio nel 1988, prima di cedere il titolo all'Olanda dei milanisti : i Rjikaard, i Gullit, i Van Basten. In tutto 33 gare e 8 gol segnati tra il 1985 e il 1990 con la selezione calcistica dell'Urss.
Pallone d'oro e Dynamo Kiev
Ma gli '80 lo hanno consacrato anche al resto del calcio giocato assieme agli altri suoi "sodali", simboli della Dynamo Kiev della seconda metà del decennio, in cui milita appunto dall'85 all'89.
Il 1986 lo vede addirittura protagonista vincitore dell'edizione di quell'anno del Pallone d'oro. Dice che non te lo aspetti. Assegnazione che infatti non mancò di sollevare qualche polemica, con gente in gara assieme a lui del calibro di Butragueno e Ruud Gullit, a contendergli un trofeo riservato al tempo solo a calciatori europei.
Giocatore agile lui, rapido coi piedi e bravo nel dribbling. Contropiedista coi fiocchi nella rossa, rifinitore nella Dynamo Kiev del tecnico Lobanovski e del suo calcio "duemila", profetico, che detta così sembra voler dire il calcio del nuovo millennio, il calcio del futuro, anche se oggi il futuro da quelle parti è un po' più fermo, anzi immobile, arenato tra trincee scavate e palazzi sventrati. Lo guerra in effetti lo coinvolge da subito : qualche tempo fa sul suo profilo Instagram scriveva così : "Gloria all'Ucraina, gloria agli eroi". Di battaglie personali forse non è nuovo : verso gli anni' 90, si è parlato di un partita allora in corso contro l'alcol.
Adesso invece è un'altra storia. Non te l'aspetti certo, ma ora più che mai, a 25 anni dall'addio al calcio giocato, per Igor e per i suoi è di nuovo palla al centro.
Claudio Viozzi
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